Medjugorje e le apparizioni mariane

Storia di una truffa del fanatismo religioso cristiano
e dei servizi segreti del Vaticano

Le stragi di cittadini nell'ex Jugoslavia e l'Entità

di Claudio Simeoni

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La storia delle apparizioni di Medjugorje è una di quelle storie di terrore che hanno insanguinato il XX secolo e che ha visto impegnata la chiesa cattolica le sue sette, per distruggere la società civile della Jugoslavia.

Medjugorje era diventato il punto di disarticolazione della Repubblica Jugoslava. Un modo per fomentare odi religiosi e contrapposizioni ideologiche mentre il partito comunista jugoslavo si indeboliva.

Bisogna ricordare il ruolo che i frati francescani ebbero nel genocidio della Jugoslavia. In special modo contro gli Ortodossi. Come parteciparono ai campi di sterminio fascisti e nazisti in nome della fede cattolica. Il partito comunista jugoslavo era riuscito ad imporre una pace laica fra cattolici, ortodossi e musulmani, ma i cattolici non avevano mai smesso di usare l'ideologia religiosa per disarticolare la società civile.

E' all'interno di questo quadro che i frati francescani si inventano le apparizioni della loro madonna per sfruttare la manipolazione mentale che, nel frattempo, avevano imposto ai bambini. Il frate francescano Tomislav Vlasic e il fanatico Joso Zovko sfruttando i bisogni economici del paesino di Medjugorje, la credulità popolare, la potente macchina di propaganda della chiesa cattolica e il bisogno di rassicurazione dei cattolici sull'esistenza del loro dio e della loro madonna, dettero vita ad uno dei maggiori fenomeni di fanatismo religioso a cui ha assistito il ventesimo secolo.

Fin da subito la chiesa cattolica ha preso le distanze dall'aspetto esoterico delle apparizioni. Però ha appoggiato il fenomeno di religiosità popolare in quanto questo fenomeno rafforzava la sua posizione nella società civile. Ufficialmente i vescovi affermavano che il fenomeno era "una truffa"; di fatto incitavano i fedeli al pellegrinaggio con i preti cattolici al fine di rinnovare il loro potere sul gregge speranzoso.

Non è un caso che il Vaticano, pronto a fornire tante informazione sui suoi servizi segreti anche a Eric Frattini sulle operazioni criminali della sua organizzazione, che Frattini chiama "L'Entità", venga taciuta l'operazione Medjugorje. Mentre si danno tante informazioni sulla Polonia, sulla Jugoslavia si tace.

Lo stesso Ratzinger, nel 1985, dopo che il fotografo tedesco Walter Furhoff aveva dimostrato la truffa di Medjugorje, proibì un coinvolgimento ufficiale delle diocesi e delle parrocchie, ma, di fatto, sollecitò i preti ad accompagnare, al sito delle apparizioni, i fedeli. La propaganda cattolica agì su due binari. Presso i fedeli esaltava le apparizioni e incitava ad andare a Medjugorje nella speranza di un qualche miracolo, ufficialmente, e sottovoce, condannava la truffa dalla quale fingeva di prendere le distanze.

L'uso di Medjugorje come truffa è ben descritto dal prete cattolico Gianni Baget Bozzo in un articolo sul quotidiano La Repubblica del 20 agosto 1986 che, anche se a conoscenza della truffa denunciata e documentata dal fotografo tedesco Walter Furhoff, vedeva nell'operazione Medjugorje i fini politici:

La Repubblica - Mercoledì, 20 agosto 1986 - pagina 6

Gianni baget Bozzo

I MESSAGGI DELLA MADONNA

Non si contano gli italiani che si sono recati a Medjugorje nel luogo delle apparizioni mariane. Ora anche una radio brianzola trasmetterà tutti i giovedì i messaggi della Madonna ormai a tempi fissi, con regolarità certa. Per quanto non siano state legittimate da alcun processo canonico e abbiano avuto anni fa la diffida del vescovo di Mostar, le apparizioni di Medjugorje continuano e diventano un fenomeno singolare nella storia delle visioni. Mai un concorso di credenti e di non credenti alle sorgenti dello "straordinario" era stato così compatto, mai era avvenuto in una condizione di legittimità ecclesiastica così incerta. Esistono numerose apparizioni in Italia e altrove e nessuna ha mai goduto della non ostilità della Chiesa né ha beneficiato di un così ampio concorso di pellegrini. Due elementi caratterizzano il fatto di Medjugorje. Diversamente da altre apparizioni di tempi recenti, che non hanno beneficiato del riconoscimento ecclesiastico ma sono anzi state rigettate, l'apparizione di Medjugorje non sembra contenere messaggi di critica dell'autorità ecclesiastica. Inoltre l'apparizione in un Paese comunista, che è abbastanza occidentalizzato, tollerante e sensibile al flusso della valuta e quindi a trarre profitto dall'evento costituisce un'altra dimensione di successo. Gioca certamente nella popolarità dell'apparizione di Medjugorje il ruolo che la visione del mondo di Giovanni Paolo II pone su di essa. Se il comunismo è il peccato contro lo Spirito Santo, come il papa ha dichiarato nella sua recente enciclica, straordinarie manifestazioni dello Spirito devono prodursi nel mondo che è ufficialmente senza Dio con l'avvicinarsi del secondo millennio della Cristianità. Il fascino di Giovanni Paolo II appare nell'essere un papa in cui la dimensione istituzionale si intreccia con una visione apocalittica: l'attesa di un intervento divino risolutore delle grandi contraddizioni della storia. Un elemento di natura escatologica era già visibile in Pio XII e forse anche in Giovanni XXIII. Chi non ricorda le parole di Pio XII sull'imminenza della "primavera della Chiesa"? o quelle di Giovanni XXIII sulla "nuova Pentecoste"? "è ancora l'inverno in tutto il suo rigore" rispondeva Paolo VI, quasi vent'anni dopo che le parole di speranza di Pio XII erano state pronunciate. Da Pio XII a Giovanni Paolo II, corre una comune tensione apocalittica, che nasce dalla sofferenza vissuta delle contraddizioni del nostro tempo. Paolo VI ebbe la grandezza di porre il dubbio sulla proposta che la stessa Chiesa del Concilio offriva al mondo. Pio XII e Giovanni Paolo II in tempi diversi hanno trasferito il dubbio nelle soluzioni ecclesiastiche esaltando la speranza nell'intervento divino oltre le regole dell'ordine storico. Le apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917 sono il nesso che unisce Pio XII e Giovanni Paolo II oltre i pontificati "non-fatimiti". Il messaggio di Fatima contiene un segreto ma il segreto manifesta a un tempo la possibilità della sciagura e il motivo della speranza. Questo doppio registro è implicito in tali messaggi. Il problema è però altro. Vi è una sintonia del linguaggio apocalittico con le frustrazioni dell'esperienza comune. Si verifica qui un'antica consuetudine. Assistiamo oggi alla grande ricaduta delle speranze occidentali: sorge il dubbio sul modello stesso della civiltà che andiamo costruendo. Vi sono figure laiche della tensione apocalittica: e movimento ecologico potrebbe considerarsi una espressione di questo sentimento, non a caso il suo linguaggio è la contestazione di un modello di civiltà. Questo è un segno non piccolo di un fatto maggiore: vi è un senso diffuso che non si può concepire la nostra storia come la semplice riproduzione di se stessa, perché da più generazioni essa va oltre se stessa in una direzione ignota. Sorge la domanda se il mondo che costruiamo oltre l'ambiente naturale all'uomo corrisponda a una possibilità del reale, abbia dunque una direzione, un significato, un punto di equilibrio che vada al di là dell'affannoso andare oltre se stesso. Ci si domanda se ci sia qualcosa come un dio, immanente o trascendente, a questo processo che sia come il senso e la direzione di un movimento che ci supera. Il linguaggio religioso ha possibilità di espressione appunto perché non si trascina nelle dure leggi del produrre ma interpreta la dinamica del sentimento profondo di colui che produce. Ci dice come gli uomini vivono il senso delle loro azioni, come avvertono il loro destino, individuale e soprattutto collettivo, è una testimonianza che richiede in ogni caso interpretazione, perché dice il non abitualmente detto, e per questo esprime il più radicalmente vissuto. Medjugorje come fenomeno di massa esprime il bisogno di altro dalla storia ed è un fatto questo che prescinde da ogni lettura credente, o non credente del fenomeno. Vi è dunque qui più che la ricerca del miracolo: vi è in qualche modo l'invocazione del senso. Sta nascendo una religiosità del futuro e si rivolge a una comunicazione oltre il tempo per poter abitare il tempo senza timore. Essa non assume forme istituzionali. La dimensione apocalittica di Giovanni Paolo II si è come imposta al rigore e perfino al rigetto con cui la Chiesa da molti anni ha affrontato lo "straordinario" religioso. Ma la ricerca di senso oltre l'esperienza comune fa parte di un mondo che in tutti i campi va oltre l'esperienza comune. Oggi l'uomo cerca di raggiungere le frontiere del tempo, dello spazio e della materia e teme di trovarvi la propria solitudine e di produrre la propria sciagura. Per questo egli oggi articola in forme diverse una domanda di senso.

Baget Bozzo esprime bene la volontà di distruzione dei cattolici, anche quando la chiesa cattolica si rende conto del pericolo. Il fotografo che ha scoperto la truffa nel 1985 viene, di fatto, silenziato dalle voci di esaltazione del fenomeno che diventa oggetto di articoli, discussioni, interrogazioni, trasmissioni televisive a cui si chiamano i cittadini a partecipare. In tutte queste trasmissioni televisive, in tutti questi dibattiti, non si dice mai che è una truffa. Eppure il fotografo aveva sorpreso i frati francescani a scrivere i messaggi della madonna. Li aveva accusati pubblicamente di essere dei truffatori dopo che era andato a Medjugorje spinto dalla sua fede cattolica. Si allontana il sospetto della truffa come se la presenza della madonna non potesse essere messa in discussione. Viene organizzata una vera e propria campagna del terrore contro chi mette in discussione l'esistenza del dio padrone di cui, le apparizioni della madonna, dimostrano la "realtà fattiva".

Per poter alimentare la "devozione popolare" in funzione antisociale, le critiche ufficiali vengono silenziate. Un silenziatore che trova nelle voci della chiesa cattolica, fra annunci e smentite in cui il "fedele" può "credere ciò che vuole" basta che continui ad essere massa di manovra politica per la chiesa cattolica, il miglior sistema per mettere a tacere ogni critica.

Un esempio chiarificatore si ha nell'articolo apparso su La Repubblica il 2 settembre 1986. La smentita si riferisce ad un crescendo di aspettative dell'imminente arrivo della madonna. L'attesa del cattolico per quelle gemme di fico che annunciano la fine del mondo e l'arrivo del suo cristo Gesù per il giudizio universale.

La Repubblica - Martedì, 2 settembre 1986 - pagina 16

I luoghi in cui è stata vista la Madonna

NON C' E' UNA MAPPA DELLE APPARIZIONI DICE IL SANT' UFFIZIO

CITTà DEL VATICANO - Non esiste alcuna "mappa" delle più recenti apparizioni della Madonna fornita dalla Congregazione per la dottrina della fede, ex Sant'Uffizio. La smentita è venuta ufficialmente dalla Sala stampa della Santa Sede in seguito a notizie circolate nei giorni scorsi, secondo le quali il dicastero vaticano avrebbe reso noto una lista di apparizioni miracolose avvenute in Italia e all'estero. In realtà, si sa soltanto di un caso certamente all'esame della Congregazione romana: quello delle apparizioni della Madonna a Medjugorje, paese dell'Erzegovina, in Jugoslavia, sulle quali la Santa Sede si è riservata di pronunciare un giudizio. Medjugorje è attualmente meta di folti pellegrinaggi provenienti anche dall'estero, ma sul fenomeno è diviso lo stesso episcopato jugoslavo. La Santa Sede, d'altra parte, ha proibito ai vescovi italiani di organizzare pellegrinaggi ufficiali al luogo delle apparizioni.

La chiesa cattolica non vuole essere coinvolta nel sospetto di essere la reale artefice della distruzione della Jugoslavia. Per questo motivo impone ai vescovi jugoslavi la massima prudenza e nello stesso tempo continua a mantenere le distanze ufficiali dai preti cattolici che, invece, sono delegati ad alimentare il fenomeno del fanatismo di massa. Nel contempo, in via ufficiosa, spinge i preti, "i pastori di anime e di carne umana" ad alimentare il fenomeno delle devozioni.

Il caso di don Bruno è un caso emblematico di come si diffonde in periferia la truffa della chiesa cattolica per alimentare la fede in Medjugorje. Agli annunci di "prudenza" delle gerarchie fa seguito il fanatismo alimentato, in via ufficiosa, dalle stesse gerarchie che predicano la "prudenza". Così La Repubblica il 23 novembre 1986 riporta il caso del fanatismo religioso ligure che viene ben supportato dagli operai della regione:

La Repubblica - Domenica, 23 novembre 1986 - pagina 14

Leonardo Coen

Storia del parroco di un paesino ligure e della profezia venuta da Medjugorje

E DON BRUNO RACCONTO' IL MIRACOLO HO VISTO UNA LUCE MERAVIGLIOSA

BORGIO VEREZZI - La Madonna non l'ha vista. Ma tante luci abbacinanti, quelle sì, proprio come ci si aspettava che succedesse. Perché un paio di mesi fa la Vergine Maria Regina Pacis che da cinque anni appare ai veggenti di Medjugorje instancabilmente ogni sera alle sette meno un quarto, avrebbe confidato: "è tempo che io riappaia in Italia, farò luce su Balestrino e Bonate". Di Bonate non sappiamo. Di Balestrino cinquecento abitanti in val Varatella, entroterra di Loano invece c'è la testimonianza del parroco di Verezzi, don Bruno Oddone, mite curato sessantatreenne, corpulento, occhiali e ciuffo solitario sulla pelata: "Stavo con sei donne al santuario di Bergalle sul monte Croce, quando ho visto cose meravigliose: erano le 8 e 30, lo scorso 6 novembre, giorno di san Leonardo". Ad ascoltarlo, domenica 9 novembre, i parrocchiani di Verezzi nella quattrocentesca chiesa di san Martino: non c'era sorpresa né stupore: quasi tutti avevano saputo degli strani fenomeni di luce che avevano sconvolto le sei beghine ed il loro prete, fenomeni del resto non nuovi da quelle parti. La prima volta che la Madonna fece capolino fu il 5 ottobre del 1949, in un bosco chiamato Ruchei, sorprendendo la pastorella Caterina Richero di 9 anni, la sorella Maria e un'amichetta. Poi, per altre 134 volte la Madonna era riapparsa, l'ultima volta nel 1971, spesso e volentieri conversando con Caterina. Ma il vescovo di Albenga, Raffaele De Giuli, non ne volle sapere. I compaesani di Caterina si autotassarono e costruirono nel '51 una cappelletta sul luogo della visione. Dopodiché, nel corso degli anni, vennero su un grosso parcheggio, un piazzale, una scalinata di 33 gradini, tutti naturalmente abusi edilizi. Adesso è in atto la procedura del condono ma il sindaco democristiano di Balestrino, Antonio Beccaria, fa sapere che potrebbe essere incamerate dal comune... La Madonna ogni cinque del mese e a mesi alternati compariva sul monte Croce, e la Chiesa nemmeno pensava di consacrarle la cappella. Col passar degli anni il pellegrinaggio a Balestrino scemò, Caterina Richero divenne pensionata e tutto rientrò nella normalità. Si riparlò del clero di Borgio e della zona soltanto in occasione di una rappresentazione teatrale, otto anni fa, quando nel 1978 sul sagrato della chiesa di sant'Agostino, l'attrice di colore Vicki Williams si spoglia, mostra l'esuberante seno. Il pubblico apprezza. Tempo cinque secondi e il parroco, don Bruno Oddone, scandalizzato per l'irriverenza, aveva tagliato i fili. Oggi che le televisioni di Stato offrono ben altro (don Bruno ha in canonica un apparecchio ultramoderno...), il parroco è diventato più tollerante. Di don Bruno, si dice che è un prete "moderno, concreto, che bada al sodo". Insomma, non un uomo da "visioni". "Eppure è capitato - racconta lui - stavamo alla Scala Santa, le donne recitavano le giaculatorie, quando ho visto il sole ruotare, girare verso il mare da cui era sorto. Rimasi impietrito, abbagliato da una luce gialla così forte che non saprei descrivere. Prima giallo, per tre minuti. Poi rosso, altri tre minuti. Così, per almeno quindici volte. Alle donne dico di pregare la Madonna, perché è lì che è apparsa, la prima volta...". Don Bruno sostiene con forza quel che dice, nella mano destra stringe un libretto di Piero Mantero, pubblicato di recente, una lunga intervista a Caterina Richero, la storia delle sue visioni, lire 14 mila. Quanto mai tempestivo... curioso, visto che della Madonna di Balestrino non si parlava più. In paese, i 2.490 abitanti sono divisi, come un tempo guelfi e ghibellini si spartivano Firenze. Chi crede in don Bruno e nelle sue visioni, chi intravede un'operazione per dirottare i pellegrinaggi dalla Jugoslavia alla Liguria". "Ma anche un cacciatore ha visto le luci" si difende don Bruno. Ha ragione: nel senso che c'è "Radiccia", nota doppietta di Finale Ligure, che ha confermato le visioni. Stava in attesa del passo dei colombacci, quella mattina del 6 novembre, quando gli è sembrato di scorgere in cielo luci dorate e un manto azzurro luminosissimo, luci dorate e un manto azzurro luminosissimo, forse una figura di donna... Radiccia non è un baciapile, lo difendono i compagni della Piaggio di Finale (1.500 operai), è in piena crisi mistica. Che succederà il giorno dell'Immacolata? "Non lo so - risponde lesto don Bruno - io, ripeto, la Madonna non l'ho vista né ci ho parlato. Non ho alcun messaggio da diffondere. Se avverrà qualcosa, sarà una sorpresa anche per me. So solo che una delle donne che era con me è rimasta scottata in faccia e che un'altra, probabilmente per lo choc, si è riempita tutta di eczema". Insomma, allontaniamo i sospetti di speculazione. Il vescovo di Albenga Alessandro Piazza ha chiesto un rapporto, "presunte apparizioni di Balestrino". Il vicario Forneo, superiore diretto di don Bruno, ripete quel che da sempre si sa: la Chiesa è cauta su questi fenomeni.

Il fanatismo religioso si intreccia con gli affari: che cosa sono i fedeli se non bestiame dal quale mungere il denaro? Pronti a sacrificare anche il minimo vitale, se serve, per il loro padrone, il loro dio, la loro madonna? Perché non alimentare quella volontà di sacrificio personale in funzione del loro dio padrone esaltando la santità del dolore? E gli affaristi si affiancano alla chiesa cattolica per alimentare il fenomeno che porta loro denaro e ricchezza alla faccia dei "fedeli".

Si muovono anche necessità di controllo politico e sociale. I cattolici lombardi, a corto di argomentazioni politiche razionali, devono ricorrere al fanatismo con cui alimentare le possibilità di raggiungere forme di potere. Come per Comunione e Liberazione, una delle ali fanatiche del cattolicesimo che usa Medjugorje per fissare i giovani, incapaci di ogni analisi critica della realtà, in una dimensione di sottomissione e dipendenza dall'organizzazione.

Se si vuole conoscere come è degenerata la situazione in Jugoslavia e come è degenerata la situazione sociale e culturale in Lombardia e in Veneto, è necessario fare una ricerca sul fanatismo che la chiesa cattolica ha alimentato al fine di salvaguardare i propri interessi.

Un articolo di La Repubblica del 30 dicembre 1986 chiarisce il meccanismo dell'uso sociale fatto dalla chiesa cattolica del fanatismo religioso imposto all'infantilismo in cui costringeva i giovani:

La Repubblica - Martedì, 30 dicembre 1986 - pagina 13

Di LAURA ASNAGHI

Una carovana di diecimila giovani fedeli italiani in visita a Medjugorje

CAPODANNO IN JUGOSLAVIA SOGNANDO MIRACOLI

MILANO Per la fine ' 86 Medjugorje, la Lourdes jugoslava che fa proseliti tra i teen-agers, organizza il primo grande raduno di massa in occasione del quinto anniversario dell' apparizione della Madonna. Si calcola che al meeting parteciperanno circa 800 mila persone, presenze da record che fanno di questo luogo sacro una delle mete preferite per il Capodanno religioso. Dall' Italia è prevista per oggi la partenza di 10 mila giovani che formeranno una lunga carovana. Molti sono già stati a Medjugorije, ma vi tornano per vivere insieme ad amici e parenti questo mistero di fede. Per la trasferta è stato scartato l'aereo: non tanto per i costi ma perché poco consono a un tour che non ha scopi turistici. Tutti in pullman, quindi, con zainetti spartani: panini, bibite e pochi oggetti di culto. Alla frontiera, infatti, lasciano passare solo un crocefisso e un rosario a testa, il resto viene sequestrato e restituito al ritorno in quanto è considerato materiale poco gradito. I giovani che raggiungeranno Medjugorje, dopo un viaggio stressante di 15-20 ore, saranno per lo più lombardi: il nucleo forte dei pellegrini è costituito da ragazzi di Milano, Lecco e di una miriade di piccoli paesi della provincia. Ci saranno anche molti abitanti di Sesto San Giovanni, i più francescani della carovana religiosa, che viaggeranno a bordo di camion su scomode panchine. L' esercito dei 10 mila italiani (quelli del Sud si imbarcheranno a Brindisi e ad Ancona su speciali traghetti per la costa della Jugoslavia) parteciperà al raduno di Capodanno insieme a centinaia di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, Africa e Sud America compresi. Il programma della veglia è degno di un penitente che vuole espiare tutte le sue colpe. Domani mattina all' alba ritrovo nei campi che circondano l'unica chiesa del paese: ma dentro ci sarà posto (in piedi) solo per 4 mila fedeli, tutti gli altri dovranno invece accontentarsi dell' aria aperta e della terra battuta. Ad attirare una massa di fedeli così numerosi a Medjugorje pare siano proprio i misteri di fede proposti da Nostra Signora Gospa, come viene chiamata in jugoslavia. Nelle sue frequenti apparizioni, sembra non abbia lanciato solo messaggi di pace ma anche indicazioni precise per i giovani inquieti del 2000, turbati dalla droga, dalle ansie, dalle incertezze e persino dalla paura dell'Aids.

Tomislav Vlasic ha ottenuto, di fatto, l'appoggio dei politici conservatori italiani e quello dei cattolici in funzione anti Jugoslavia. Le autorità jugoslave sono ben consapevoli del pericolo, ma non hanno strumenti ideologici per fronteggiarlo. Per contro, in Italia, la chiesa cattolica alimenta il fanatismo. Un fanatismo dal quale la chiesa cattolica di Jugoslavia cerca di prendere le distanze. La guerra contro la società jugoslava non è avvenuta con un attacco frontale, ma con l'azione di smembramento ideologico dei cittadini ai quali si sono sommate le illusioni ideologico-religiose. Medjugorje è un atto di guerra nel quale la chiesa cattolica jugoslava non vuole essere coinvolta. Per contro, Comunione e Liberazione, attraverso la quale Formigoni diventerà presidente della Lombardia, sfrutterà a fondo Medjugorje sia per alimentare il fanatismo religioso in Lombardia sia per usare il fanatismo religioso in funzione anti Jugoslavia.

Siamo alle porte della guerra civile jugoslava e interessi diversi si fronteggiano. Ora che le tensioni sono state avviate, alla chiesa cattolica non resta che farsi da parte per gestire il dopo guerra civile:

La Repubblica - Domenica, 15 febbraio 1987 - pagina 16

Il comunicato ieri sull' Osservatore Romano

PELLEGRINAGGI A MEDJUGORJIE ORA LA CHIESA LI HA VIETATI

ROMA (o.l.r) Le autorità religiose della Jugoslavia hanno vietato i pellegrinaggi e le manifestazioni di culto per le presunte apparizioni di Medjugorje. Il provvedimento è stato ufficialmente adottato dalla Conferenza episcopale jugoslava, che, per cercare di far luce su quanto sta avvenendo nella cittadina, ha istituito una nuova commissione d' inchiesta (questa volta episcopale) in sostituzione di quella diocesana nominata in precedenza dal vescovo di Mostar, sotto la cui giurisdizione si trova Medjugorje. La notizia è apparsa ieri sull' Osservatore Romano con il titolo Comunicato stampa su Medjugorje firmato dal cardinale Franjo Kuharic, presidente della Conferenza episcopale jugoslava, e dal vescovo di Mostar, monsignor Pavao Zanic. L' intervento è un sostanziale colpo di freno alla crescente ondata di euforismo collettivo che da qualche tempo si sta verificando intorno alle apparizioni della Madonna a Medjugorje. Le autorità ecclesiali si mostrano caute e vogliono capire e vederci chiaro prima di pronunciarsi e invitano i fedeli alla prudenza.

Noi, proclama a gran voce la chiesa cattolica in Jugoslavia, siamo contro questa ondata di fanatismo. Non accusate noi, come gerarchia della chiesa cattolica, ma questi fanatici: come se i fanatici cattolici non fossero contigui alla chiesa cattolica.

Mentre il fanatismo continua ad imperversare, l'affare dei viaggi religiosi alimenta ulteriormente il fanatismo. La necessità di guadagni da parte delle agenzie di viaggi rappresenta un finanziamento alla diffusione del fanatismo religioso in funzione antisociale. Interessi religiosi, interessi economici e interessi politici si intrecciano in una mistura esplosiva le cui conseguenze a media scadenza non sono intuibili dalla comunità internazionale che vede, nell'abbattimento della Repubblica della Jugoslavia, una fonte di guadagno per l'intero sistema capitalistico ed industriale occidentale. Come la distruzione della Germania Orientale fu l'inizio della distruzione dell'economia della Germania occidentale, così la distruzione della Repubblica Jugoslava, nell'ultimo decennio del millennio, è stato il preludio del tramonto economico e politico dell'Europa che si concretizzerà col fallimento della politica anti araba di Bush.

Le agenzie di viaggio alimentano il fanatismo cattolico così che, i fanatici cattolici sono indotti a pagare le agenzie di viaggio per soddisfare il proprio bisogno di fanatismo. A questo proposito c'è un articolo di La Repubblica del 13 ottobre 1990, a ridosso della tragedia Jugoslava, che scrive:

La Repubblica - Sabato, 13 ottobre 1990 - pagina 23

PIETRO VISCONTI

Ravenna, alla borsa mondiale del turismo religioso i reverendi manager invocano più "spiritualità"

PRIMA A LOURDES, POI AL NIGHT

La protesta dei preti ' Basta tour blasfemi' 1800 santuari e un fatturato di 5000 miliardi l'anno. Dice Monsignor de Panfilis: "Se la spinta degli operatori è solo far soldi, un viaggio può veramente cominciare in una basilica e finire in una discoteca..."

RAVENNA - I clienti non gli mancano, anzi: solo in Italia, l' anno scorso, ne sono circolati 15 milioni, e il numero raddoppia allargando l' orizzonte all' Europa. Non gli mancano nemmeno le prospettive di sviluppo, che sono addirittura incalcolabili pensando ai mille nuovi itinerari verso gli antichi monasteri dell'Est post-comunista. E non gli può certo mancare, date le premesse, un supergiro d' affari: è stato stimato in 5 mila miliardi il fatturato legato al movimento che fa perno sui 1800 santuari del nostro Paese. Sembrerebbe proprio aver tutto, il turismo religioso, per essere l'orgoglio dei pastori della Chiesa. Invece ieri, all' inaugurazione della prima Borsa mondiale organizzata a Ravenna per far incontrare gli operatori del settore, eccellenze e reverendi hanno lanciato l'allarme: al turismo religioso degli anni Novanta manca nientemeno che un po' più di religione. L' ha detto subito, appena messo piede sotto l'avveniristico cupolone del palasport regalato alla città da Raul Gardini e che fino a domani ospita la manifestazione, l'arcivescovo Ersilio Tonini: Il turismo verso i luoghi della fede ha affermato ha bisogno di essere spiritualizzato. Vorremmo che per primi se ne rendessero conto gli operatori raccolti qui. E l'ha ripetuto, poco dopo, il rappresentante della Santa Sede monsignor Giovanni Cheli. Che cosa sono mai, si è chiesto davanti a una platea di preti-manager di viaggi organizzati in nome di Dio, quei sempre più numerosi pellegrinaggi dove un autista urla al microfono siamo a San Pietro, ci rivediamo tra un ora e non c' è alcuna traccia di assistenza spirituale? Scommessa ambiziosa, quella di offrire ai professionisti del turismo in partenza dalle parrocchie l'occasione di moltiplicare gli affari e, contemporaneamente, chieder loro il fioretto di proporre viaggi attenti più alla contemplazione che all' evasione. Come dovrebbero regolarsi, facciamo un caso, i disinvolti animatori di Viloratour, agenzia napoletana con stand di prima fila alla rassegna ravennate? A pagina 11 del catalogo, una combinazione Costa Azzurra-Lourdes-Parigi viene pubblicizzata con una foto del Lido, il famoso music hall con spettacolini soft-core di ballerine seminude. Non è una svista. E' che questo è il piatto forte di Viloratour. Un po' di mare, quattro giorni di messe e rosari alla grotta di Bernadette, e infine gli splendori e le tentazioni di Parigi. E spesso, parola dei due giovani addetti allo stand, qualche pellegrino si concede pure il brivido dello spogliarello. Forse la foto del Lido a pagina 11 non c' entra, ma è un fatto che la combinazione Costa Azzurra-Lourdes-Parigi ha raccolto quest' anno prenotazioni sufficienti per organizzare 300 viaggi. Si capisce, qui siamo all' estremo della mondanizzazione. Tuttavia il rischio che sotto l'etichetta di turismo religioso trovi legittimità il turismo edonistico viene avvertito al di là delle forse involontarie confessioni di qualche isolato operatore. Ne parla apertamente monsignor Edmondo De Panfilis, che per 15 anni è stato delegato della Conferenza episcopale per i problemi del turismo. Quando i programmi sono stilati sulla spinta di motivazioni di fede questo gli ha insegnato la sua esperienza pericoli non ce ne sono. Ma, vede, se la spinta è solo far soldi, un viaggio può veramente cominciare in una basilica e finire in un night. Tremila metri quadrati di esposizione, 91 agenzie in rappresentanza, oltre che dell'Italia, di Austria, Egitto, Gran Bretagna, Israele, Polonia, Portogallo e Jugoslavia, alle spalle un apparato organizzativo che vede alleati la diocesi di Ravenna e le istituzioni locali, la Borsa del Turismo religioso (battezzata Itinera, alla latina) è inevitabilmente destinata a navigare tra gli appelli alla spiritualità e le leggi degli affari. Lourdes e S. Antonio: ovvero due capisaldi storici del turismo cristiano. Qui come a Loreto o ad Assisi o a Caravaggio, per non parlare di Roma l'afflusso si misura in milioni di presenze all' anno. E' la hit parade in cui ha appena conquistato un posto anche Medjugorje, il paesino jugoslavo dove da dieci anni (tutti i giorni assicura un dépliant) sei giovani asseriscono di vedere la Madonna. Paradosso: siccome le visioni non sono ancora state riconosciute dalla Chiesa, gli unici a vendere pellegrinaggi a Medjugorje sono le agenzie laiche. Quelle di matrice religiosa lasciano perdere per non scavalcare il magistero. Ma dall' anno prossimo i paolini della Ivet, un gigante che muove 70 mila fedeli all' anno, aggireranno il tacito divieto organizzando un tour ai santuari della Jugoslavia che comprenderà anche la nuova e un po' imbarazzante stella del turismo religioso.

Delle conseguenze delle azioni, non frega nulla a nessuno. Il fanatismo è alimentato in funzione degli affari e gli affari alimentano il fanatismo. Ogni voce che mette in guardia e che provenga dal basso, dalla gente o da politici locali, viene censurata con violenza.

Il terrore viene diffuso da Comunione e Liberazione, e da altre organizzazioni cattoliche che, fingendo di opporsi alla gerarchia della chiesa cattolica, di fatto ne esprimono i reali intendimenti.

I laici, cattolici per educazione e convinzioni religiose, sono fra i maggiori sostenitori dell'integralismo fanatico cattolico. Spesso gli interessi politici del dissolvimento della Jugoslavia fa passare in second'ordine i mezzi che vengono usati per aggredire l'unità dello Stato Jugoslavo. L'uso del fanatismo cattolico è sempre stato un mezzo di destabilizzazione sociale specialmente nei confronti di quei cittadini che, particolarmente sensibili ai bisogni sociali, potrebbero reagire alla distruzione della società.

Il "gioco dei bussolotti", inteso come rappresentazione teatrale di una gerarchia cattolica che non deve essere coinvolta e della necessità della gerarchia cattolica di distruggere la Jugoslavia per interesse religioso, è ben rappresentato in un articolo del giornale La Repubblica del 04 gennaio 1991:

La Repubblica - Venerdì, 4 gennaio 1991 - pagina 21

Di SILVIA GIACOMONI

Le "apparizioni" della Madonna non sono eventi soprannaturali

IL MIRACOLO DI MEDJUGORJE SCONFESSATO DALLA CHIESA

Ma i fedeli accorrono a migliaia Il documento dei vescovi jugoslavi, redatto il 28 novembre, era stato tenuto segreto per non turbare i credenti. Il business dei viaggi nel piccolo paese dell'Erzegovina ha "scavalcato", però, anche le ferree disposizioni emanate in questo periodo dal Vaticano

MILANO - L'agenzia Pellegrinaggi nuovi ieri è stata tempestata di richieste di prenotazione per i prossimi viaggi a Medjugorje. L' aumento della curiosità per le apparizioni della Vergine nello sperduto villaggio dell'Erzegovina pare dunque il primo risultato della pubblicazione di un testo tenuto segreto dal Vaticano. Un testo redatto il 28 novembre scorso dall' assemblea dei vescovi jugoslavi e reso noto da un'agenzia romana di stampa in cui si legge: Sulla base delle ricerche finora condotte, non si può affermare che si tratti di apparizioni soprannaturali oppure di rivelazioni. La Madonna di Medjugorje è un falso? I sei pastorelli che da dieci anni le parlano ogni sera sono degli impostori? E il presidente Bush che si è intrattenuto con uno di loro per ben venti minuti è stato imbrogliato? Il diplomaticissimo documento non dice questo e il grande marianologo René Laurentin, che alle verità di Medjugorje ha dedicato molti ponderosi volumi, lo interpreta a modo suo dicendo: Attenzione! Il carattere sovrannaturale delle apparizioni non è accertato ma non è nemmeno escluso. Quindi passa ad elencare i meriti di Medjugorje: Questo è il luogo al mondo dove avviene il maggior numero di confessioni: ci vogliono fino a 15O confessori al giorno. E' il luogo dove c' è la più forte proporzione di confessioni, conversioni che rigenerano vite materialiste o pervertite, fanno rivivere coppie separate, inspirano iniziative umane e spirituali fruttuose. I vescovi jugoslavi e gli uomini del Vaticano le sanno, queste cose che dice Laurentin. Sanno che i pellegrini accorrono a milioni a Medjugorje perché in tutta buona fede credono al miracolo e, credendoci, sono pronti ad aprire il cuore a un'esperienza di fede straordinaria. Ma sanno anche che c' è chi gioca spudoratamente sulla buona fede dei pellegrini. Sanno che Medjugorje è meta anche di curiosi felici di trovarci pure un bordello. I vescovi sono convinti, soprattutto, che i messaggi della Vergine ai pastori, anche se sono autentici, non aggiungono nulla di nuovo alla rivelazione. Cosa raccomanda la Madonna tramite i pastori? Di pregare per la pace, di amare il prossimo. Tutte cose che un buon cristiano dovrebbe già sapere. Il documento dei vescovi jugoslavi è stato tenuto segreto proprio perché le gerarchie ecclesiastiche sanno che tantissimi cattolici la pensano come il marianologo Laurentin. E non volevano deluderli brutalmente. Non volevano creare sfiducia e magari ribellione nei confronti dei vescovi che, dopo avere affermato la natura non sovrannaturale delle apparizioni, si sono posti anche il problema di come gestire la spinosissima faccenda. E hanno stabilito di aiutare il vescovo di Mostar, nella cui diocesi si trova Medjugorje, perché i pellegrini possano essere accolti con spirito cristiano, perché il soggiorno in quello sperduto paese dell'Erzegovina possa comunque rappresentare un momento di autentica preghiera. Il Vaticano non osa proibire i pellegrinaggi a Medjugorje. Ha tenuto segreto il documento per preparare l'animo dei fedeli ad accogliere la triste verità sui miracoli di Medjugorje senza troppi traumi. Il Vaticano vorrebbe insomma cambiare il carattere ai pellegrinaggi che, a tanti anni dal fatidico 24 giugno 1981 in cui la Vergine comparve sulla collina di Podbrdo, seguitano a essere assai avventurosi. Il signor Eliseo Rusconi, titolare di un'agenzia di viaggi a Lecco, ricorda il suo primo viaggio a Medjugorje nel 1983: Allora c' era solo la chiesa, quattro gatti di abitanti e se uno aveva bisogno dei servizi doveva andare in mezzo al prato. L' albergo più vicino era a venti chilometri: una topaia. Ma io ho vissuto lì un'esperienza tale che ho deciso di dedicare la mia professione all' organizzazione di pellegrinaggi a Medjugorje. Era una cosa da matti, ma l'ho spuntata. Hanno capito che si dovevano adeguare alle esigenze dei pellegrini. Poi hanno cominciato a rientrare gli emigrati che hanno ingrandito le case, installato i bagni, costruito le pensioncine. E' stato un crescendo di persone e nel 1990 ce ne ho portate diecimila. Ma non è un gran business, mi creda. Un pellegrinaggio di cinque giorni in pullman lo vendo a trecentosessantamila lire; uno di quattro, in aereo, lo vendo a cinquecentoventi. I pellegrini arrivano al villaggio e si trovano confusi in folle da spiaggia romagnola. Le messe, le confessioni, i colloqui coi veggenti, le preghiere si svolgono in un'atmosfera che è molto difficile definire religiosa. Nel 1990 Medjugorje è stata la meta di un milione di pellegrini da tutto il mondo. Per quello che riguarda l'Italia la stima è difficile da fare perché i tour leader che organizzano i grandi pellegrinaggi sono proprietà di questa o quella diocesi e hanno ricevuto dai loro vescovi la proibizione di organizzarne a Medjugorje. Qualcuna bara inserendo Medjugorje nei viaggi di vacanza estiva in Jugoslavia. Ma resta un grande vuoto che è colmato dalla Jugo Tour, l'agenzia turistica jugoslava, da Pellegrinaggi nuovi, dalla Rusconi, da Radio Maria e poi da certi parroci indifferenti agli inviti vaticani alla prudenza e soprattutto dai tantissimi Comitati Medjugorje, organizzazioni in cui si espongono fondamentalmente i laici che poi si portano appresso il prete come assistente spirituale. I parroci che di fronte a Medjugorje si trovano sulla stessa lunghezza d' onda dei loro parrocchiani, sfidano il Vaticano e i vescovi anche quando dicono la messa e ci inseriscono delle preghiere alla Vergine di quello sperduto paesino. Nel contrasto su Medjugorje si manifestano le due anime della Chiesa di Roma. Molti sono convinti che il papa stesso, tanto devoto alla Madonna nera di Czestochowa, sarebbe favorevole anche alla Vergine di Medjugorje. Pronti a credere alla verità soprannaturale delle apparizioni sono i cattolici tradizionalisti o che fanno capo a movimenti come quello dei carismatici o tipo Comunione e Liberazione. Il marianologo Laurentin che difende Medjugorje a spada tratta ha la stessa storia del cardinal Ratzinger: in gioventù è stato progressista, ma poi si è convertito alle ragioni della tradizione. Tutte queste persone hanno trovato straordinario, al principio, il fatto che la Madonna apparisse in un paese dell'Est, forse per sgretolare il comunismo. Oggi che il comunismo non fa più paura, continuano a difenderla perché amano la religione che, legata al magico del soprannaturale, crea il consenso sociale.

E' lo stesso ed identico modo di usare il "don Ciotti" che finge di opporsi alla mafia per proteggere i giochi delle gerarchie vaticane che, da un lato usano la mafia (vedi tutte le iconografie dei santi e della madonna trovate nei covi dei mafiosi fino alla bibbia di Provenzano) e dall'altro lato sono la mafia attraverso gli interessi dello IOR e gli interessi del controllo politico del territorio (vedi Calvi, Marcinkus, ecc.). Il don Ciotti è il fanatico che impedisce ai cittadini di vedere la realtà politica e ideologica della mafia rinchiudendo la loro reazione all'interno di un campo di concentramento che non sia pericoloso per la mafia o per il Vaticano. La stessa operazione di don Ciotti la faceva il marianologo René Laurentin. "Le gerarchie dicono delle cose, fanno delle cose, ma noi facciamo queste cose!" si fa in modo che le gerarchie non siano messe in discussione e il don Ciotti si guarda bene dal mettere in discussione le gerarchie o l'ideologia di mafia che caratterizza la chiesa cattolica e il suo controllo sulla società civile. Un controllo militare sui fedeli e sulla loro capacità critica. Un aspetto che viene ben evidenziato da un articolo del quotidiano La Repubblica del 04 gennaio 1991:

La Repubblica - Venerdì, 4 gennaio 1991 - pagina 21

M C

Lecco, "Per noi resta un atto di fede"

GLI IRRIDUCIBILI DI "RADIO MARIA"

MILANO - La voce registrata di don Mario Galbiati legge l'ultimo messaggio attribuito alla Madonna da Medjugorje, quello del giorno di Natale. La segreteria telefonica, che ripete in continuazione le parole riferite dai veggenti jugoslavi, è in funzione come ogni giorno, e nessuno si è sognato di aggiungere, in coda al commento del parroco, anche una sola frase sul documento dei vescovi che dubita della natura miracolosa delle apparizioni tra i monti dell'Erzegovina. Nella sede di Radio Maria ad Arcellasco, una frazione di Lecco, i volontari che mandano avanti da sette anni l'emittente fondata da don Mario, e che ogni mese trasmette in anteprima i messaggi mariani dalla Jugoslavia, non si dicono scossi da quanto hanno pubblicato i giornali. E' una questione di fede, capisce spiega uno di loro e gli avvenimenti esterni non possono deviare un cammino interiore. Anzi, don Mario si mostra soddisfatto: La Chiesa non avrebbe potuto avere altro che un atteggiamento prudenziale. E' positivo invece che i vescovi si siano mostrati disposti ad aiutare il regolare svolgimento della vita liturgica e l'afflusso dei pellegrini. Il telefono della radio squilla di continuo: è l'ora di Pomeriggio con Roberta, una trasmissione aperta al pubblico che comincia alle due meno un quarto. Auguri, saluti e dediche da tutta Italia. Ma nessuno accenna al documento. Solo dopo mezz' ora, un ascoltatore da Roma dice: Vorrei parlare di Medjugorje, perché ho letto sul giornale.... La voce pacata di Roberta gli risponde subito: Telefona in ufficio, così possiamo continuare con il nostro programma. La maggioranza delle persone che ci seguono dice un altro volontario sono semplici, vivono nel loro cuore il rapporto di fede e leggono poco i quotidiani. Ma anche quelli che lo fanno, non hanno certo l'ansia di trovare lì la verità. Il rapporto con il paesino delle visioni non è che un angolino di Radio Maria, precisa Don Mario. Ma il legame è molto sentito. In questi giorni don Livio, direttore responsabile della radio che, con i suoi 520 ripetitori, diffonde in tutta Italia preghiere, rosari, canzoni religiose, è in vacanza proprio a Medjugorije. E non solo lui. Un gruppo di circa cento pellegrini, che si appoggiano alla comunità di Radio Maria, è tornato mercoledì a Erba in pullman dalla Jugoslavia, e un'altra cinquantina di persone sono invece rientrate ieri a tarda sera. Saranno loro, nei prossimi giorni, a parlare agli altri credenti che seguono abitualmente i programmi: Testimonianze di fede dicono alla radio non prove di eventi soprannaturali.

Ormai l'operazione del Vaticano sta andando a buon fine. La Jugoslavia ha iniziato a dissolversi e la Croazia, appoggiata dal Vaticano, con i suoi servizi segreti, è finalmente riuscita a staccarsi dalla Jugoslavia.

Da un lato il Vaticano vorrebbe chiudere la questione Medjugorije, dall'altro lato i fanatici cattolici intendono, con l'aiuto delle agenzie di viaggio, continuare ad alimentare il fanatismo. Radio Maria è espressione di questo fanatismo. Mantiene i rapporti con la massa dei cattolici semianalfabeti e pronti a considerarsi immagine e somiglianza del dio padrone e vedono, nelle apparizioni della madonna una conferma che la loro non è ignoranza, ma sapienza che "gli altri non capiscono".

In quest'ottica va letto l'articolo di La Repubblica del 6 gennaio 1991 in cui a preti cattolici, frati francescani, fanatici cattolici, albergatori, sono assolutamente indifferenti nei confronti dei progetti di dominio del mondo del Vaticano. Mentre il Vaticano ha bisogno di fermare il fanatismo cattolico senza entrare in conflittualità con esso (va bene per altre operazioni militari), i convertiti dall'euforia religiosa alimentano il fanatismo stesso:

La Repubblica - Domenica, 6 gennaio 1991 - pagina 21

SILVIA GIACOMONI

I veggenti dopo la "sconfessione" della Chiesa jugoslava

"PARLINO PURE I VESCOVI QUI A MEDJUGORJE IL MIRACOLO CONTINUA..."

Marjana la mistica: "Anche attorno a Gesù c' era tanta gente che diffidava". La "bocciatura" non scompone gli albergatori: "I pellegrini non mancano, guadagneremo ancora"

MEDJUGORJE La conferenza episcopale jugoslava ha dichiarato che le presunte apparizioni della Madonna a Medjugorje non hanno alcun carattere soprannaturale. Ha detto anche che sulla base delle ricerche sinora condotte non si può affermare che si tratti di apparizioni soprannaturali oppure di rivelazioni. Teologi e biblisti variamente commentano. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Sono offesi, i veggenti che da più di nove anni si intrattengono in colloquio con la Vergine? Si indignano, i francescani che hanno mantenuto la fede cristiana in questa terra sperduta anche nei secoli duri dell'occupazione turca? Sono mortificati, i pellegrini che, accorrendo a milioni, hanno scavato sentieri negli ispidi colli che, come quinte, difendono la piana dai venti e sono ormai tutti punteggiati di croci? E cosa dicono i proprietari degli alberghetti, i tassisti, le donne che vendono filze di fichi secchi? Molti pensano che siano loro, soprattutto, i miracolati: perché finalmente si guadagnano un povero pane come tutti i concittadini che vivono nei luoghi turistici. C' è poca gente, in questo periodo, a Medjugorje: fa freddo, molti hotel sono chiusi e anche i veggenti ne approfittano per andare a visitare amici e parenti. Ieri solo la diciannovenne Marjana era in casa e quando ha sentito la novità dei vescovi non si è scomposta: La Madonna dice di pregare per tutti quindi anche per i vescovi, ha detto. Poi ha soggiunto con un sorriso dolcissimo: Anche Gesù ha fatto tanti miracoli e c' era gente che non gli credeva. Un pellegrino toscano è un po' più aggressivo: Erano proprio i sacerdoti a non credere che Cristo fosse figlio di Dio! Credono di sapere tutto, loro. Quanto a padre Leonardo, il parroco, nasconde il disappunto dietro un sorriso cordiale: I giornali danno le notizie a modo loro. I vescovi non possono aver detto che le apparizioni sono false dice Leonardo avranno scritto non constat de supernaturalitate, cioé che il livello delle conoscenze attuali non permette di dire se sono soprannaturali o no. Piccoli e grandi affari Di certo non lo possono escludere conclude il parroco e sa cosa succederà? Tutto continuerà come prima, né ci sarà alcuna ribellione contro i vescovi. I pellegrini penseranno: poveretti loro che sono privi di quest'esperienza! Anche il proprietario dell'Hotel Tre Emme (Maria Madre di Medjugorje) è tranquillo: Se i vescovi dicevano che le apparizioni sono soprannaturali avremmo avuto i grandi pellegrinaggi ufficiali. Poiché non l hanno detto, continueremo così con i piccoli gruppi e i piccoli guadagni. Un solo uomo ha tuonato contro le false notizie che vengono dall' Italia: ed è padre Jozo. Anche lui è francescano, ed era il parroco di Medjugorje quando la Vergine cominciò ad apparire. Dapprima incredulo, poi fermamente convinto della miracolosità dei fatti, ha pagato con otto mesi di carcere e l'allontanamento dalla parrocchia la sua fede testarda che lo ha opposto alle autorità civili e allo scettico vescovo di Mostar, Pavao Zanic. Esiliato a Tihalina, a quaranta chilometri da qui, seguita la sua battaglia celebrando ogni giorno una funzione di cinque ore in italiano con recita del rosario, messa, benedizioni personali e interpretazione dei fatti di Medjugorje. Bastano poche ore di soggiorno in questa piana di sterpi e di vigna (da quando appare la Vergine la coltura del tabacco è stata abbandonata e ormai è rimasta una sola mucca) per entrare in un mondo arcaico e fiabesco, dove di Jozo si favoleggia come del paladino Orlando e di Pavao Zanic come del feroce Saladino. Aleggia anche lo spirito buono del vescovo di Spalato che ieri ha diffuso la sua interpretazione della dichiarazione fatta con gli altri diciannove colleghi: i vescovi non hanno accertato ma neppure hanno escluso la natura soprannaturale delle apparizioni: quindi continuiamo a pregare! Quanto al papa, è visto come il buon re Carlo Magno che prima o poi metterà a tacere i cattivi. Dice padre Leonardo: Penso che il papa creda alla Madonna di Medjugorje anche se non crederà a tutto quello che si dice di lei: la gente ha tanta fantasia! Nel piccolo villaggio miracolato si personalizzano i contrasti sulle apparizioni. Le persone con cui abbiamo parlato ci hanno tutte ricordato che tra il vescovo di Mostar e padre Jozo c' era della ruggine già prima delle apparizioni per via di certe parrocchie che i francescani consideravano proprie e che il vescovo voleva per sé. Padre Jozo accusa il rivale di avere fatto dietrofront, su Medjugorje, cedendo alle pressioni dei comunisti. Abbiamo cercato di incontrare un membro del partito ma non siamo riusciti: nessuno di qui, a memoria di uomo, è mai stato iscritto al partito. Tutti troppo religiosi, o tutti tagliati fuori dalla vita civile: gli uomini a fare i muratori in Germania, le donne a curare la vigna e i figli. Storia di un ingegnere Edward Fisher di Louisville nel Kentucky a 35 anni ha lasciato l'ingegneria nucleare per entrare come seminarista all' Università gregoriana di Roma. Spinto dalla curiosità dello scienziato, è venuto a Medjugorje la prima volta nel marzo dell'88 e racconta: La cosa che più mi ha colpito, allora, è stata la semplicità della fede di chi vive nel villaggio, la capacità di accogliere i pellegrini e la devozione di questi nel ricevere i sacramenti. Intorno a me non vedevo isteria ma fervore. Non trovavo distacco dalla realtà bensì pratiche religiose radicate nella tradizione e ormai abbandonate in Europa e in America: confessioni, recita del rosario, digiuni. Non ero però convinto del tutto della natura miracolosa delle apparizioni. Poi, dopo una settimana, sono tornato negli Usa e nella cucinetta della Caritas di Memphis ho incontrato un'amica che mi aveva chiesto di pregare per lei a Medjugorje. Mi ha visto e le sono venute le lacrime agli occhi; ha preso di tasca il rosario e me l'ha mostrato: la catena d' argento era diventata d' oro. La sua vita era altrettanto mutata: dalla depressione era passata alla gioia. Allora mi sono convinto, sono tornato altre volte e sono stato testimone di un altro miracolo: tre miei compagni hanno fissato a lungo il sole, cosa che normalmente non si può fare senza guastarsi la vista. Lo fissavano come innamorati e dicevano quel che vedevano: era segnato da una croce, aveva colori stupendi. L' abbiamo raccontato al vescovo di Mostar che ha reagito dicendo: allucinazioni! Due coniugi sulla cinquantina, italiani, raccontano il miracolo della guarigione della figlia durante la messa in croato e spiegano: Forse qui non contano tanto i veggenti e i messaggi della Madonna. Qui conta il fatto che milioni di persone creano, pregando, una zona di elevata positività che smuove il sistema emotivo. Venire qui è come guardarsi allo specchio e domandarsi: che rapporto ho io con Dio e con l'umanità? Da questo interrogarsi nascono molte cose. Ci eravamo allontanati dalla religione e Dio ci ha toccati. Occorre anche questo per fare rinascere la fede: bisogna toccare con mano.

Il fanatismo dell'ingegnere del Kentucky, Edward Fisher, alimenta l'isteria. La voce è passata di bocca in bocca e delle notizie della bocciatura del Vaticano delle apparizioni della madonna non frega nulla a nessuno. Gli affari continuano. E l'isteria si diffonde. Il bisogno patologico che l'oggetto da cui si dipende psicologicamente non sia soltanto un'illusione, ma un oggetto reale, diventa sempre più impellente. Così, nonostante Marjana sia bollata dal Vaticano come una truffatrice, nessun magistrato interviene e si accoglie l'isteria collettiva come una "testimonianza di fede".

Isteria collettiva indotta alimentando una patologia da dipendenza. Questioni da trattare a livello psichiatrico perché le persone che ne sono affette non solo chiudono il proprio futuro fissando la loro attenzione sull'oggetto della loro dipendenza, ma agiscono nella società sabotando, aggredendo e criminalizzando chiunque disprezzi l'oggetto della loro dipendenza: la società civile!

E' il senso dell'articolo apparso sul quotidiano La Repubblica del 18 maggio 1991

La Repubblica - Sabato, 18 maggio 1991 - pagina 24

Di MARAI CRISTINA CARRATU'

Ressa a Firenze per ascoltare Viska, la ragazza di Medjugorje

"RACCONTACI LA MADONNA... MILLE FANS PER LA VISIONARIA

I fedeli: "Fatecela toccare, vogliamo parlare alla Vergine attraverso di lei". Chi si aspettava miracoli però è rimasto deluso

FIRENZE La Madonna comparirà anche a Firenze, la città del peccato, dalla fede scarsa e poco coltivata secondo il pontefice? Se lo domanda il migliaio di fedeli che ieri ha affollato il palazzetto dello sport, per la prima giornata del convegno sulle apparizioni di Medjugorje organizzata da un biologo fiorentino, Pasquino Paoli. Un esordio tranquillo, senza nessuna visione della Vergine col mantello grigio, i capelli neri e gli occhi azzurri, come la descrivono i giovani jugoslavi che esattamente dieci anni fa ebbero la prima visione. Gli organizzatori minimizzano, negano di attendersi cose del genere, anche se ai lavori parteciperà una dei sei ragazzi (ma oggi i veggenti veri e propri sono solo quattro): Viska Ivankovic, allora diciassettenne. Golf rosa e aria sorridente, ricorda in italiano un po' stentato quel meraviglioso 24 giugno 1981. I miei compagni mi chiamarono per una passeggiata, come tante racconta. All' improvviso gridarono: guarda Viska, c' è la Madonna. Io non vidi nulla. Ma poi i miei occhi, certamente per volere del Signore, si girarono e vidi anch' io. La gente applaude commossa. Viska ha la faccia convincente, non sembra una fanatica ma una ragazza qualsiasi. La gente la guarda con simpatia, vorrebbe vederla da vicino, stringerle la mano. E per timore che qualcuno possa assalirla gli organizzatori creano una specie di cordone sanitario. Il tavolo dei relatori è circondato da grandi piante, chi vuole può fare domande alla ragazza da un microfono, stando a debita distanza. Viska, che carattere hai? Sei mai stata cattiva da piccola? chiede una donna. Io sono un carattere semplice risponde lei arrossendo. Viska, cosa dice la Madonna sul digiuno? Che bisogna farlo almeno due volte alla settimana dice lei. Il mercoledì e il venerdì. Chi sta male può astenersi, ma chi sta bene sappia che a stare solo a pane e acqua non succede nulla. La gente è in piedi, fa ressa al microfono, ha mille cose da chiedere. Accanto a Viska Don Luigi Bianchi, che ha spiegato perché le tre madonne di Medjugorie, di Fatima e di Lourdes non si fanno concorrenza (il messaggio non è forse lo stesso? La Madonna non è forse una sola?). Calma calma ammonisce preoccupato Don Bianchi. Qualcuno ha raggiunto il tavolo, gli organizzatori lo allontanano a forza. Un uomo protesta: Voglio toccare la ragazza, voglio parlare alla Vergine attraverso di lei. Perché tante domande, che molti vorrebbero rivolgere a Viska, in realtà sono rivolte alla Madonna: e sono, naturalmente, domande di miracoli. Niente da fare, però. Viska non è qui per queste cose. Chi vuole può scrivere la sua domanda su un biglietto e depositarlo in un cesto che domenica, alla solenne funzione che concluderà i lavori, sarà offerto alla Vergine. E poi, con fede, dovrà mettersi ad aspettare. La Madonna di Medjugorie, del resto, ha già dato a Firenze un segno tangibile dei suoi poteri. C' è, qui, il tredicenne Niccolò da Ponte a Cappiano, paese vicino alla città, fino al 7 dicembre 1990 costretto in carrozzella da una distonia muscolare. Malato senza speranza, secondo i medici, come mostrano i certificati della Usl. Guarito, in piedi, anche se un po' zoppicante, come tutti possono vedere. La mamma del ragazzo racconta della fede del figlio, quella che lo ha salvato mentre lei era così scettica. Di quando, dopo averla vista in sogno, Niccolò chiese di andare a Medjugorje per vedere la Madonna, di come riconobbe il posto, di come, all' improvviso, si alzò da solo. Ma perché, Niccolò, proprio a te? chiede la gente. Lo ha fatto per darti la fede, o perché avevi fede? Ciò che Dio vuole si avvera, ciò che non vuole non si avvera risponde lui. Si racconta anche di un tossicodipendente toscano portato a Medjugorie a tradimento dai genitori e che là ha improvvisamente deciso di smettere. E parla della sua esperienza di fede nella Madonna jugoslava anche Marcello Marrocchi, paroliere di Mina, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, ora scrittore di canzoni sacre. Lassù a Medjugorie qualcosa succede di sicuro.

E nell'isteria collettiva i miracoli passano di bocca in bocca. Non è importante che vengano verificati. Non è importante la menzogna. Si racconta come "lui" col miracolo abbia vinto al superenalotto e come la possibilità ci sia per tutti se il loro numero viene estratto dalla madonna o da dio. In vita dell'affare tutti parlano dei miracoli di Medjugorje. Purché consenta di fare affari. Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Marcello Marrocchi, esaltano una madonna in vista degli affari.

I cattolici fanatici si sprecano. Ma cosa volete che siano quattro bugie? Mica fanno male!

Fanno molto male perché diffondono la menzogna e rubano alle persone il loro futuro. Un furto che massimo Ranieri e Gianni Morandi hanno fatto associando il loro nome e le loro canzonette per diffondere la menzogna e l'impoverimento della società civile. Così le persone anziché dire: "Guarda quanto è stupido Gianni Morandi, crede nella truffa della madonna di Medjugorje!", dicono "Anche Gianni Morandi ci crede nella madonna di Medjugorje!". E così la truffa corre di persona in persona predisponendo le persone ad altre e più feroci truffe.

Dal momento che i fanatici sono pronti a spendere denaro per l'oggetto del loro fanatismo, questo diventa fonte di affari per i media che, sfruttandolo, ne amplificano gli effetti criminali.

Si è portato in Italia il fanatismo costruito in Jugoslavia (e vedremo come in Italia il Vaticano tenterà di gestirlo e rinnovarlo con la madonna di Civitavecchia) e intanto gli effetti del fanatismo religioso del Vaticano ha portato al genocidio in un crescendo di provocazioni e contro provocazioni che risolveranno nei massacri la Jugoslavia.

Non voglio dilungarmi nella guerra Jugoslavia. Quello che è successo in conseguenza all'operazione Medjugorje è la ricerca di un diverso equilibrio sociale che nasce dalle stragi che il Vaticano, con Medjugorje, ha provocato. Riporto solo un articolo di La Repubblica che da la cronaca di un momento culminante del conflitto:

La Repubblica - Domenica, 22 settembre 1991 - pagina 3

Dal nostro inviato FABRIZIO RAVELLI

LA TRAGEDIA JUGOSLAVA La Dalmazia in ginocchio, bombardamenti anche a Spalato e Sebenico

A ZARA SI COMBATTE NELLA NOTTE

ZARA - La Dalmazia meridionale è in ginocchio, straziata dalle bombe ed isolata dal mondo, mentre i tank di Belgrado marciano in colonna sulla strada che da Mostar porta alla costiera, centodieci chilometri a sud di Spalato. A Zara dalle dieci di ieri sera sono iniziati violenti combattimenti attorno alle caserme. Il silenzio cupo che ha dominato tutta la giornata è stato rotto dal rimbombo dei colpi dei fucili, dei mitragliatori, anche dei mortai. Si sparano i miliziani croati e i soldati serbi che difendono le caserme. L' oscuramento totale permette di vedere chiaramente i bagliori e il fumo che salgono da una di queste, quasi certamente in fiamme. Parecchie incursioni di Antonov hanno illuminato il cielo con il lancio di Bengala, probabilmente chiesto dai federali assediati. Si consuma in questa terra di straordinaria bellezza una tragedia immane. L' intera regione è senza energia elettrica da ieri, quando a mezzogiorno i cannoni federali hanno colpito la centrale di Konjsko, nei pressi di Spalato. Scarseggia l'acqua e i collegamenti telefonici sono tagliati. Riusciamo a trasmettere questo articolo con il telefono satellitare in dotazione ai militari italiani che lavorano con gli osservatori Cee. La Marina ha minato la zona delle isole davanti a Zara, che ora è quasi completamente isolata. Resta un solo varco di fuga aperto, via terra verso nord sull' isola di Pag. Si combatte duramente a Spalato, mentre Sebenico è massacrata dai cannoni e dalle incursioni dei Mig da lunedì senza requie. I federali avrebbero usato bombe chimiche. Trentacinque italiani che tornavano dal santuario di Medjugorje sono bloccati, probabilmente a sud di Spalato. Si tenta di farli partire con un traghetto dal porto di Bar. "Aiutateci, qui è il massacro", implora al telefono sotto le bombe l'arcivescovo Srecko Badurina. Radio Spalato ha lanciato un appello drammatico captato anche in Italia. "Spalato, Zara e Sebenico sono bombardate tutti i giorni dall' aeronautica e sono attaccate dal mare. Siamo senz'acqua e senza luce. fermate la guerra". Da Zara fino a Spalato, la gente della Dalmazia affronta nel buio totale l'attesa dell'assalto definitivo. L' energia elettrica non potrà essere ripristinata prima di qualche giorno. Sono migliaia le persone strette nei rifugi, vecchi e bambini. Scriviamo a mano alla luce di una lampadina tascabile, mentre le sirene annunciano l'ennesimo allarme aereo. L' atmosfera qui a Zara è piena di angoscia e di tensione. L' albergo dove ci troviamo è pieno di profughi. Si combatte ferocemente intorno alla caserma di Draevac, in piena Spalato, a due chilometri dal centro, dove seicento federali sono accerchiati dalla Guardia Nazionale. I croati sparano dalle colline sulla caserma. Nell' aeroporto sono in fiamme i serbatoi di carburante. Dalle acque del porto una motovedetta spara sul centro. I federali incontrano una resistenza durissima, e hanno anche loro qualche difficoltà. Un ufficiale di Marina, lasciato a terra perché diabetico, è stato catturato dai croati. Ha rivelato che sulle navi gli organici sono ridotti e c' è carenza di viveri, e che molti marinai hanno portato a bordo le famiglie. Ci sono molti feriti nelle fila della Guardia Nazionale, mentre sembra che non ci siano vittime tra i civili di Spalato, rintanati nei rifugi. Dai paesi dell'interno arrivano centinaia di profughi, povera gente carica di paura. A Sebenico gli scontri diretti fra croati e federali sono concentrati intorno al ponte. I cannoni ed i Mig stanno facendo strage di civili. "Ci sono continui allarmi aerei da lunedì" grida l'arcivescovo Srecko Badurina al telefono. Mentre parla si sentono i boati delle bombe che cadono vicino: hanno colpito l'ospedale, due alberghi, la cupola della cattedrale. I croati hanno abbattuto 8 aerei federali. A Sebenico la Guardia Nazionale ha ricevuto una fornitura di Stinger, i lanciamissili antiaerei che in Afghanistan misero in crisi l aviazione sovietica. In città i croati hanno catturato 14 cecchini: sembra che uno di loro sia stato linciato dalla folla. A Zara la Marina militare sta minando tutte le vie di fuga per mare, verso Sebenico e Spalato e verso le isole. Ora i profughi che da giorni cercavano rifugio sulle isole davanti a Zara rischieranno di saltare in aria. In città, non si registrano scontri militari, si combatte la guerra dell'acqua. I cetnici controllano la zona di Obrovac, dove c' è l'acquedotto che serve un terzo delle case. La situazione è molto precaria: in città, secondo il sindaco, ci sono 25mila profughi.

Sono i miracoli che vanno attribuiti alla madonna.

E' lo stupore che portava Gianni Baget Bozzo, il criminale, a dire: "Inoltre l'apparizione in un Paese comunista, che è abbastanza occidentalizzato, tollerante e sensibile al flusso della valuta e quindi a trarre profitto dall'evento costituisce un'altra dimensione di successo."

Quello che stava succedendo era l'epilogo degli effetti delle "apparizioni mariane" a Medjugorje. Quell'epilogo che tanto piaceva ai radicali di Emma Bonino che invocava la strage del popolo Serbo (solo perché era ortodosso).

In queste condizioni la Jugoslavia poteva soltanto dividersi. La drammaticità della divisione dipendeva dai gruppi di potere che intendevano appropriarsi dei vari pezzi della Jugoslavia. Dividersi per etnia e per religione con l'approvazione dell'Unione Europea che non ammetteva divisioni per etnia e per religione!

Quando i massacri sono iniziati la chiesa cattolica ebbe paura a chiudere con la questione Medjugorje. Chiudere troppo velocemente avrebbe significato associare i massacri all'attività della chiesa cattolica. Così, pur tentando di silenziare i fanatici, la chiesa cattolica incoraggia "iniziative laiche" che mantengano "viva la fede" senza coinvolgerla. E' il caso del film la cui notizia apprendiamo dal giornale la Repubblica del 22 giugno 1994:

La Repubblica - Mercoledì, 22 giugno 1994 - pagina 25

Gira un film su Medjugorje

MARTIN SHEEN IN BOSNIA

MEDJUGORJE (BOSNIA) - Hollywood arriva in Bosnia, ma non per raccontare gli orrori della guerra, ma la storia del miracolo di Medjugorje, in Erzegovina, villaggio dove nel 1981 sei ragazzi dissero di aver visto la Madonna, e da allora meta di milioni di pellegrini. Protagonista del film ' Gospa' (' Nostra Signora' ), in lavorazione a proprio a Medjugorje, è Martin Sheen, fervente cattolico, nel ruolo di padre Zovko, il francescano che finì nelle prigioni della Jugoslavia comunista per 18 mesi per aver protetto i giovani che raccontavano della loro visione. Nel cast anche Morgan Fairchild e Michael York. La Chiesa cattolica non ha ancora preso una decisione sulla vicenda. Il film racconta la vicenda personale di Zovko, che per le sue convinzioni affronta difficoltà e carcere. All' epoca, il governo accusò il religioso, un convinto nazionalista croato, di manipolare i ragazzi a fini politici.

I fanatici sono contenti dei massacri. I massacri hanno consentito di macellare i miscredenti. Al fervente cattolico Martin Sheen interessa propagandare una truffa e il film tratterà la vita di Joso Zovko, uno dei padri spirituali dei veggenti, che per la sua truffa e per il suo fanatismo fascista fu incarcerato, facendolo passare per un "martire della fede". Ottima propaganda, se non si leggesse in questi giorni (luglio 2009):

Isola di Badija – L'avevamo anticipato qualche mese fa, ora ne abbiamo avuto conferma: il mirino del Vaticano che dopo essere stato puntato su Tomislav Vlasic, ha provocato la riduzione allo stato laicale dell'ex Francescano, è ora rivolto verso il noto e discusso Padre Jozo Zovko, attuale "direttore spirituale" dei sedicenti "veggenti". In un comunicato diffuso lo scorso Febbraio da Vesna Cuzic per conto di Padre Jozo, veniva affermato che il Francescano si sarebbe allontanato spontaneamente dalla parrocchia di Siroki Brijeg e dalla guida di Medjugorje per motivi di salute e per l'inizio di lavori edili sull'isola di Badija. In via ufficiosa, però, circolava da tempo tra i fanatici di Medjugorje l'insistente voce che la decisione di Padre Jozo non sarebbe stata del tutto spontanea, ma frutto di una ormai crescente pressione del Vaticano sul "fenomeno Medjugorje" e relativi protagonisti. La situazione reale è venuta a galla ieri: Padre Jozo è stato allontanato e costretto all'isolamento come Tomislav Vlasic. A darne notizia è l'associazione "Apostoli della Regina della Pace", che ha pubblicato un comunicato inviato dalla Comunità internazionale di Preghiera della "Visitazione" – fondata dallo stesso Padre Jozo – firmato dal responsabile Matteo Rossi. (comunicato 15 luglio 2009)

Truffatore prima e truffatore ora: ciò che è cambiata è la Jugoslavia. Se non si blocca il truffatore, ora lo blocca la Croazia. Il Vaticano è costretto ad intervenire.

Rimaniamo nel 1994, periodo in cui ancora Medjugorje impazza fra Comunione e Liberazione e mire dei prelati italiani che stanno studiando il modo di sfruttare l'effetto mediatico. Intanto le TV private hanno iniziato a battere i tamburi della propaganda Vaticana ed è Canale 5 (con la RAI) che alimentano il fenomeno Medjugorje.

Si fanno trasmissioni televisive in cui il presentatore parla con tono ieratico delle apparizioni e si fanno analogie con gli "avvenimenti miracolosi". Wojtyla afferma che la madonna ha fermato il proiettile. Anziché levare fragorose risate di scherno, si prendono le sue affermazioni come se avessero un fondamento di realtà. Mentre il Vaticano ha già bocciato ufficialmente la truffa Medjugorje, ufficiosamente continua a riproporla per indurre atti di devozione fra i suoi fedeli che hanno rinunciato ad ogni capacità di analisi della società in cui vivono.

E' un articolo del giornale La Repubblica del 18 ottobre 1994 che racconta delle tecniche della propaganda Vaticana messa in atto dai "laici" fanatici cattolici che venendo meno ad ogni senso critico spacciano le loro farneticazioni come atti di magia miracolistica:

La Repubblica - Martedì, 18 ottobre 1994 - pagina 39

CON 'MIRACOLI' DA FATIMA AD ALI AGCA

A FATIMA, all'inizio del secolo, tre pastorelli sono protagonisti di miracolose apparizioni mariane e ricevono in custodia dalla Madonna tre segreti per l'umanità. I primi due sono stati resi noti, mentre il terzo è avvolto nel mistero. Ad esso sono legate due eventi e due storie inspiegabili: una coinvolge addirittura Papa Giovanni Paolo II. A Miracoli. Storie verità e misteri, il programma di Gregorio Paolini (su Canale 5, alle 22.45 circa), viene proposta un'inchiesta esclusiva sui segreti che tengono il mondo col fiato sospeso. 13 maggio 1981, piazza San Pietro: il terrorista Turco Alì Agca spara contro la macchina del Papa, colpendolo all' addome. Qualche tempo dopo lo stesso Giovanni Paolo II afferma di essere stato protetto dalla mano della Vergine Maria. Ed è quello che affermano anche i veggenti di Medjugorje. Un filo misterioso sembra legare l'attentato al papa a due eventi straordinari: le apparizioni di Fatima, riconosciute ufficialmente dalla chiesa cattolica e gli eventi straordinari di Medjugorje, sui quali la Chiesa non si è ancora pronunciata.

Nella trasmissione di Canale 5 le truffe cattoliche con finalità naziste di Tomislav Vlasic e di Jozo Zovko, servono per avallare, in un solo colpo, la divinità di Wojtyla, la truffa di Fatima, la truffa di Medjugorje. E della sua attività, di truffatore Gregorio Paolini, nemmeno se ne vergogna. Della truffa che il fotografo tedesco Walter Furhoff ha denunciato fin dal 1985, fa finta di niente, come se la denuncia non esistesse.

Fra febbraio e l'inizio di marzo 1995 la truffa Medjugorje si trasferisce in Italia e diventa la truffa di Civitavecchia. Si apre un altro filone truffaldino in cui, una statuetta comperata a Medjugorje, comincia a piangere sangue. La truffa di Medjugorje che le persone vogliono, a tutti i costi, negare come tale, viene riproposta a Civitavecchia e il vescovo di Civitavecchia, tale mons. Grillo, diventa il garante della truffa con i relativi benefici finanziari.

Di questo parlerò in una pagina apposita.

Il fanatismo cattolico sta affrontando un "nuovo nemico", le religioni della Natura. Quei Wicca che hanno una Dea a fondamento della loro religione e che negli USA stanno facendo proseliti. Il fanatismo cattolico propone una soluzione ideologica al Vaticano: elevare la madonna al rango di divinità.

Di questo movimento ne prende atto il giornale La Repubblica quando il 18 agosto 1997 scrive:

La Repubblica - Lunedì, 18 agosto 1997 - pagina 14

Una petizione al Papa firmata da quarantamila fedeli per proclamare la Madonna "co-redentrice" dell'umanità.

Quarantamila firme per chiedere al Papa di promuovere la Vergine 'Co-redentrice' dell' umanità

IN USA UN MOVIMENTO PRO - MARIA

La singolare petizione è tutt' altro che un episodio isolato o un' offensiva femminista Un comitato di teologi ha consigliato a Wojtyla di non promuovere la Madonna

NEW YORK - Tra pochi giorni Giovanni Paolo II riceverà un grande pacco, spedito dalla California, che contiene fogli, documenti e soprattutto quarantamilatrecentottantatré firme di altrettanti cattolici che chiedono al Pontefice di 'promuovere' la Vergine Maria, proclamandola con il suo potere infallibile 'corredentrice' dell' umanità assieme a Gesù Cristo e aggiungendo così una figura femminile alla santissima Trinità. La petizione è tutt' altro che un episodio isolato o una offensiva femminista. Secondo quanto riferisce sul numero di oggi di Newsweek Kenneth Woodward, corrispondente religioso del settimanale americano e autore della 'Fabbrica dei santi' , un saggio sui meccanismi di santificazione, richieste analoghe sono state fatte negli ultimi anni da altri 4 milioni e trecentomila cattolici, tra cui Madre Teresa di Calcutta, cinquecento vescovi e quarantadue cardinali, compreso il newyorkese John O' Connor e il polacco Joseph Glemp. Il movimento pro-Maria viene anche alimentato dalle sempre più frequenti apparizioni della Vergine: oltre quattrocento nell' ultimo secolo, in ogni angolo del mondo, da Fatima in Portogallo (1917) a Beaurin in Belgio (1932), da Kibeho in Ruanda (1981) a Medjugorje in Bosnia (1991), oltre, naturalmente, alle ricorrenti lacrime di Civitavecchia. Che farà Sua Santità di fronte a tante firme e tante preghiere? Avallerà il dogma femminista? Approfitterà del nuovo millennio per definire Maria 'Corredentrice, Mediatrice di tutte le grazie e Avvocato del popolo di Dio' ? La tentazione è forte, anche se un comitato di teologi ha già studiato il problema e consigliato a papa Wojtyla di non promuovere la Madonna. "Per duemila anni" ricorda Ken Woodward "la Vergine è stata la figura femminile dominante nella cultura occidentale". Ma un nuovo dogma sul suo 'status' costringerebbe i cattolici ad accettare tre altre dottrine 'rivoluzionarie' : primo, che la Madonna partecipa alla Redenzione, cioè alla liberazione dell' uomo dal peccato originale ottenuta da Cristo con il suo sacrificio; secondo, che tutte le grazie scaturite dal dolore e dalla morte di Cristo sono possibili solo attraverso l' intercessione di Maria, che le porta all' attenzione di Gesù; terzo, che tutte le preghiere e le richieste di grazia dei fedeli passano attraverso Maria. "In pratica" scrive Woodward con una punta di ironia "la santissima Trinità si trasformerebbe in un santissimo Quartetto, con Maria nel ruolo multiplo di figlia del Padre, madre del Figlio e moglie dello Spirito Santo". Ma al di là delle complicazioni nel catechismo, un nuovo dogma mariano avrebbe conseguenze non solo all' interno della Chiesa cattolica ma nei rapporti con gli altri cristiani. Secondo William Franklin, teologo della chiesa episcopale (cioè la versione americana degli anglicani), "aggiungerebbe un altro chiodo alla bara dell' ecumenismo". Gli altri cristiani, infatti, non potrebbero accettare due punti del nuovo dogma: la valorizzazione di Maria a scapito di Cristo e l' enfasi sulla infallibilità del Papa. Ma Franklin, come molti altri protestanti, è anche convinto che al Vaticano si sia perso interesse per una convergenza dei cristiani e che in definitiva il Papa sia pronto a decidere autonomamente sulla promozione della Vergine. Anche perché, nota Newsweek, nel mondo cattolico il culto di Maria è in pieno revival. Fioriscono riviste specializzate e si moltiplicano le newsletter, mentre cresce il numero di miracoli.

Mentre i fanatici cristiani credono effettivamente che esista la loro madonna e che appaia, il Vaticano sa perfettamente che le apparizioni della madonna sono una truffa. Una truffa per circuire i fedeli. Non solo perché la loro madonna non esiste, ma perché non esistono le divinità della loro fede. Dal momento che la scienza sociale sta guadagnando terreno, proporre oggi, ora come ora, delle nuove "verità di fede" significa misurare tali verità con la scienza. Meglio, per la chiesa cattolica, rimanere nell'ambito del dogma antico: allora non c'erano le conoscenze che abbiamo oggi e si possono giustificare le stupidaggini con gli atti di fede di "poveri ignoranti".

"poveri ignoranti" sono i telespettatori che si aspettano dalla televisione una parola sui fatti anziché alimentare il fanatismo della miracolistica. Come il super enalotto aumenta la febbre del giocatore a mano a mano che il possibile montepremi aumenta, così la televisione usa Madjugorje e padre Pio per aumentare l'audience e attori, truffatori incalliti, si prestano nell'operazione come la vicenda descritta in questo articolo dal quotidiano La Repubblica del 25 settembre 1997:

La Repubblica - Giovedì, 25 settembre 1997 - pagina 1

Gualtiero Peirce

Boom dell'audience per lo speciale di Rai2: sette milioni di 'pellegrini televisivi'

PADRE PIO, MIRACOLO IN TV

Auditel ha sfiorato il miracolo: 7 milioni di telepellegrini, viandanti della fede seduti in poltrona

LA TELEVISIONE è sempre di più un atto di fede. Il punto, ormai, non è credere o no a quel che passa il video. La pratica quotidiana ci ha reso tutti serenamente agnostici: la parola della tv non è più verità per nessuno. Adesso il fenomeno è ben oltre. Mai come in queste ultime settimane il teleschermo è diventato un altare, il tinello un sagrato. Su questa via, martedì sera, i dati Auditel hanno sfiorato il miracolo: sette milioni di spettatori hanno seguito lo speciale per Padre Pio. Sette milioni di "pellegrini televisivi", viandanti della fede seduti in poltrona. Numeri sorprendenti: più di un ascoltatore su tre sintonizzato sulla seconda rete, con una media di quasi sei milioni per più di due ore di tv. Padre Pio ha battuto pure l' Inter, in campo su Italia Uno. Un ascolto preannunciato dalla messa da San Giovanni Rotondo che alle sei del pomeriggio è stata seguita da due milioni di persone: centomila in più di quante ce n' erano domenica scorsa per il tradizionale appuntamento mattutino. SONO cifre che - certamente - ribadiscono la tenuta della popolarità e della devozione che circondano la figura del frate di Pietrelcina, ma sono risultati che mettono anche in luce una tendenza di quest' ultima tv, diventata il luogo dei funerali planetari di Lady Diana e Madre Teresa e ora la meta virtuale di milioni di pellegrini di Padre Pio. Lo speciale a cura di Danila Bonito era impaginato senza effetti speciali, ma con i prevedibili ingredienti che da anni i rotocalchi riservano alla vita di Padre Pio, che - notoriamente - proprio insieme a Diana e Madre Teresa è sempre stato un protagonista centrale nelle pagine dei settimanali popolari. C' erano sacerdoti e vaticanisti, documenti e testimoni. Con le parole degli scettici a fare da contrappunto ai miracolati. E qualche beniamino del teleschermo, posizionato in prima fila per parlare della sua illuminazione: Wilma Goich, Paola Saluzzi (senza trucco stavolta, come si conviene) e pure Alessandro Greco, spogliatosi per l'occasione del sacro 'Furore' che l' ha portato nei cieli del successo, qui seduto compostamente per raccontare di quando fu iniziato alla fede da Lino Banfi. E' soltanto attrazione per il mistero, per i confini della realtà oltre i quali si spinge la fede? Se così fosse, lo speciale di Padre Pio sarebbe dovuto restare dalle parti di 'Misteri': ma mai, neppure con Milingo, le serate di Lorenza Foschini hanno conquistato uno spettatore su tre. Ci vollero i miracoli delle madonne di Fatima e Medjugorje per arrivare, un paio d' anni fa, poco oltre i quattro milioni di telespettatori. Invece, paradossalmente, la tendenza a legittimare la tv come luogo di fede sembra un fenomeno inversamente proporzionale alla perdita di credibilità del video. A proposito del Papa, il critico tv del 'New York Times' (l'episodio lo ha ricordato il portavoce del Pontefice, Joaquin Navarro Vals) scrisse che Giovanni Paolo II buca il video per la sua "inconsapevolezza" perché non agisce in dipendenza della telecamera: la sua passa come verità proprio perché non ha alcuna considerazione del mezzo e il teleschermo, così, diventa una finestra affacciata sul pianeta anziché su San Pietro. Un' osservazione che, in un singolare contrasto, si abbina magnificamente al più classico degli aneddoti sulla nostra tv, raccontato da un vecchio operatore della Rai. Una volta stava filmando Paolo VI in mondovisione, quando il Pontefice fece per rialzarsi. "Santità, per favore, non abbiamo ancora finito: faccia ancora finta di pregare", disse - con il dovuto riguardo - il cameraman. Il Papa chinò di nuovo il capo sulle mani giunte e tutto il mondo continuò la preghiera. Fu fede autentica? Allora come oggi, la televisione è comunque il più vasto luogo collettivo, il più congeniale alla "comunione". E oggi che la televisione ha perso ogni autorevolezza, è come se si togliesse di mezzo, diventando sempre più adatta, perciò, a essere luogo di religione, di devozione senza mediazioni. Se il giorno di Diana è stato l'esempio più deflagrante, il pellegrinaggio sulla via dei miracoli di Padre Pio è stata una conferma inedita. Sempre ammesso - beninteso - che si abbia fede nell' Auditel.

Mentre la miracolistica fa' il boom dell'audience alimentando il fanatismo cattolico e la truffa delle gerarchie cattoliche, la stessa cosa succede nelle librerie cattoliche. Si vendono libri in cui le farneticazioni cattoliche su Medjugorje vengono rinnovate.

Tutto tramonta, lentamente. Le persone truffate dal fanatismo di Formigoni, di Comunione e Liberazione, di Baget Bozzo, si aggrappano alle loro illusioni. I macellati dall'operazione Medjugorje vengono attribuiti a scontri etnici quando in Jugoslavia, prima di Medjugorje, non vi erano scontri etnici o odi religiosi. Gli eroi della gospa in odore di santità, come Tomislav Vlasic e Jozo Zovko, non hanno i lasciti miliardari di padre Pio per costringere il Vaticano a riconoscerli come santi.

La Jugoslavia ridotta a desolazione.

Riporto una parte dell'articolo di Paolo Rumiz del 18 maggio 1999 che descrive la desolazione al porto di Ancona con la sparizione dei pellegrini per Medjugorje:

La Repubblica - Martedì, 18 maggio 1999 - pagina 9

Di PAOLO RUMIZ

Lo scrittore Raffaele Nigro: "Non possiamo risolvere questo conflitto a Est con logiche occidentali. Quello è un mondo che non entra nella modernità come vorremmo noi" Un confronto che può separare due mondi

SUL MARE FRONTIERA D' ORIENTE LO SCONTRO FRA DUE IMPERI IN QUESTI GIORNI DI GUERRA è ORMAI VUOTO IL PORTO DI ANCONA . SONO CROLLATE LE PRENOTAZIONI PER LA DALMAZIA, SPARITI I TURISTI, SCOMPARSI PERSINO GLI SPERANZOSI PELLEGRINI DI MEDJUGORJE L' ADRIATICO è IL LUOGO DOVE L' "ALTRO" è PIù VICINO

BARI L' UOMO si passa una mano tra i capelli candidi, fiuta l' orizzonte come un lupo di mare. "L' Adriatico? Mai stato in pace. è un miracolo che sopravviva alle tensioni che lo circondano". La salsedine si arrampica in collina e la superficie color cobalto si spalanca nel vento, spazia a 180 gradi dalla Romagna all' Abruzzo. "Turchi, bizantini, veneziani, slavi, inglesi, francesi, austriaci; mancava solo la Nato. Tutti a farsi la guerra qui. è un mare inquieto: la pirateria è finita nel 1830. E fino a ieri le Tremiti erano una Tortuga". Nel suo "rifugio" sopra Senigallia, Sergio Anselmi raccoglie storie adriatiche da una vita. Quelle storie rivelano le guerre ma anche il miracolo: la straordinaria complessità di un mare capace di tutto. Persino di lasciare ai Turchi la loro base veneziana al tempo di Lepanto, la battaglia delle battaglie fra Occidente e Oriente. Come spiegarlo a Milosevic o al generale Clark? Come dire che qui le civiltà entrano in collisione, ma restano legate da un'incredibile rete di contatti? Oppure che queste coste in conflitto si somigliano e si cercano? Dopo la tempesta, dai colli dell'Anconitano vedi la Dalmazia. Dietro la costa, vedi ancor meglio il profilo delle Alpi Dinariche, spina dorsale dei Balcani. Otto anni fa, la guerra che chiude il millennio in Europa è cominciata lassù, in un posto chiamato Krajina, cioè "terra di confine". "Uno non ci pensa - osserva Anselmi - ma la parola Marche vuol dire la stessa cosa. Quella oltremare era frontiera armata degli Asburgo; questa, frontiera carolingia". Entrambe, margine Sud di un impero. Vallo a dire al soldato John che la costa italiana è piena d' Oriente. A cominciare dai santi: Nicola, Marco, Ciriaco, Teodoro. Tutti bizantini. Orientali anche i fregi antichi: pavoni, draghi, leoni e favolosi grifoni. E poi le immigrazioni, secolari, dal retroterra poverissimo dell'altra costa. E ancora le navi, che già nel Quattrocento formavano equipaggi misti: marinai di Pesaro e Zara, Fano e l'antica Ragusa. "Oggi questa complessità è in pericolo" taglia corto Anselmi. "Una guerra decisa altrove rischia di separarci dall' Est e di ridurre l'Adriatico a una barriera". * * * è vuoto il porto di Ancona sotto i cieli di guerra. Crollate le prenotazioni per la Dalmazia, spariti i turisti, spariti persino gli speranzosi pellegrini di Medjugorje. All' imbarcadero per Spalato, al posto del solito infernale casino multilingue, c' è il silenzio un po' triste di pochi camionisti e qualche operatore umanitario. Passi il Monte Conero, e impercettibilmente comincia un altro mondo. La pendice si fa più aspra, gli odori più densi. La costa, ossessivamente rettilinea, non offre protezioni da un mare abbacinante; i villaggi si arroccano sui crinali, come se temessero l'acqua. Sulla costa scompare la presenza veneta e bizantina: scompare, di conseguenza, anche la percezione del mare.

Resteranno i rottami dei fanatici della gospa. Il Vaticano tenterà di riprendere il controllo dei suoi fanatici per usarli in altre devastazioni.

E' troppo lontana la Cina per raggiungerla col fanatismo come il Vaticano ha fatto con la Jugoslavia.

Il Vaticano ha deciso di liquidare la questione dei veggenti di Medjugorje contro il volere della madonna che sarebbe apparsa loro migliaia di volte:

Con l'accusa di «aver diffuso l'eresia», «manipolato le coscienze» e di aver avuto rapporti immorali con una suora, fra Tomislav Vlasic, la guida spirituale dei sei veggenti ai quali la Madonna sarebbe apparsa costantemente da ben 28 anni a Medjugorje, nell'Erzegovina occidentale, è stato espulso dall'ordine francescano dal ministro generale dell' Ordine, José Rodrigues Carballo. Ne ha dato notizia il quotidiano di Sarajevo Dnevni avaz che pubblica il testo della lettera di espulsione.

Dal Corriere della Sera 30/31 luglio 2009

La domanda che rimane è l'attività dei servizi segreti con cui il Vaticano ha aggredito la Jugoslavia servendosi del fanatismo di chi sperava di vincere il superenalotto dei miracoli da Medjugorje. Rimane una Jugoslavia divisa in vari stati che sta faticosamente cercando un nuovo camino che, inevitabilmente, li ricondurrà alla riunificazione con tutta l'Europa pagando il prezzo altissimo della distruzione del loro presente.

E, allora, che cosa serve ricordare la storia di Medjugorje?

Serve a ricordare come il fanatismo religioso cattolico sia in realtà un'arma di distruzione di massa. Il Vaticano gioca sulla fine della memoria per aggredire ogni presente in cui deve portare l'esaltazione e la sottomissione al suo dio padrone. Se dimentichiamo quali sono gli effetti di Medjugorje non sapremmo cogliere la distruzione del prossimo presente che i servizi segreti del Vaticano stanno organizzando. Questo perché il Vaticano è in guerra con tutte le società civili, ma le società civili non sono attrezzate per affrontare la guerra contro il Vaticano e contro la manipolazione di massa che il Vaticano mette in atto.

Questa è la storia di Medjugorje. Una storia fatta di cadaveri, morti e stragi. Un genocidio voluto da chi si guardava la madonna e chi aveva interesse ad usare i fanatici sia per i viaggi, sia per le trasmissioni televisive. Una storia che vede i protagonisti responsabili di disprezzo per la società in cui vivevano; loro, malati di morte, volevano trasformare in morte e genocidio tutto quello che toccavano. I francescani, quest'orda di criminali che si sono macchiati di delitti contro l'umanità, continuano nella loro attività criminale.

Non chiedetevi contro chi sta complottando il servizio segreto del Vaticano, che Eric Frattini chiama l'Entità, ma difendete la Costituzione della Repubblica contro gli attacchi di chi vorrebbe privare i cittadini dei loro diritti civili.

Marghera, 31 luglio 2009

     

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I fondamenti dell'ideologia nazista e della distruzione dell'uomo

L'ideologia nazista è la stessa idologia ebrea e cristiana volta alla conquista del mondo. Per rintracciare i fondamenti dell'ideologia nazista dobbiamo leggere l'ideologia ebrea e cristiana. Non è importante se davanti a voi trovate le bandiere dei crociati di cristo, le bandiere a sei punte ebree o la svastica hitleriana. Hanno gli stessi propositi: il genocidio e la violenza per imporre il dio padrone e impedire alle persone di essere dei soggetti di diritto Costituzionale.