Inno a Zeus Lampeggiante

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire grani d'incenso a Zeus Lampeggiante

 

Dice l'Inno Orfico a Zeus Lampeggiante:

O tu che hai l'eccelsa forza per sempre indistruttibile di Zeus,
Invoco il grande, santo, dal forte fragore, da ogni parte visibile,
d'aria, scintillante, dalla corsa di fuoco, che splendi nell'aria,
che lampeggia la luce con la voce delle nuvole che corre strepitando,
raccapricciante, all'ira profonda, invincibile dio santo,
Zeus Lampeggiante, generatore di tutto, re grandissimo,
affinché porti benevolo un dolce compimento di vita.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

In quest'Inno Zeus non è colui che agisce, come nell'Inno a Zeus Folgoratore, ma è colui che appare. Colui che è.

Zeus è colui che ha fatto nascere la vita, ma la vita che nasce, ogni vita, è essa stessa Zeus. Nasce con fragore ed è visibile da ogni parte. Ogni vita, scintillando, alimenta il fuoco della sua conoscenza e della sua consapevolezza; come Zeus.

Quest'Inno è scritto al fine di ricordare ad ogni partecipante al rito che egli stesso è Zeus. Egli stesso, facendosi Zeus può chiamare Zeus a sorreggere i propri progetti. Quando Zeus interviene a sorreggere i progetti di ogni singola esistenza che lo invoca con azioni di fuoco capaci di cambiare il proprio presente è perché quella vita, quella coscienza, ha "lampeggiato con la voce delle nuvole correndo strepitando".

Ti riconosco, Zeus, sei grande, enorme, gigantesco, senza di te la vita non sarebbe, né sarebbero le contraddizioni dell'esistenza per cui: vedi di darmi una mano nelle sfide della mia vita. Nell'Inno non viene manifestata sottomissione, non viene manifestato un atteggiamento di dipendenza, ma viene manifestato l'atteggiamento che un Pagano Politeista ha con i suoi DEI. Io, come Pagano Politeista e Apprendista Stregone, affronto la vita; io combatto le mie battaglie; io trionfo o sono sconfitto. Io mi faccio Zeus. Zeus, tu che sei più grosso di me, vedi se ti è possibile darmi una mano. Se però una mano non me la dai, io faccio lo stesso. Continuo ad affrontare la mia vita; continuo ad attrezzarmi per affrontare le mie contraddizioni; continuo ad arare il campo per provvedere per il domani.

Non è che, se tu non mi aiuti io non faccio nulla.

Non sono in attesa della tua provvidenza.

Io agisco!

Costruisco le mie strategie, tento di soddisfare il mio Intento. Io comunque do l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza. Tu, che sei più grosso, sii benevolo affinché io possa più facilmente portare a termine la mia vita e trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Sia chiaro, se tu non sei benevolo, io faccio lo stesso! Ciò non toglie che io continui ad ammirare le tue trasformazioni che ti hanno portato a diventare consapevolezza dell'oggettività nella quale io posso costruire le mie strategie di vita.

 

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.