Inno a Zeus

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire storace a Zeus

 

Dice l'Inno Orfico a Zeus:

O tu che hai l'eccelsa forza per sempre indistruttibile di Zeus,
Zeus molto onorato, grande Zeus indistruttibile, a te noi offriamo
questa testimonianza liberatrice e questa preghiera.
O re, attraverso il tuo capo apparvero queste cose divine,
la dea madre terra e le erte cime dei monti
e il mare e tutto quanto il cielo dentro racchiude.
Zeus Cronio, con lo scettro, Kataibates, dall'animo forte,
di tutto generatore, principio di tutto e di tutto fine,
che scuoti la terra, che accresci, che purifichi, che tutto scuoti,
Lampeggiante, Tonante, Folgoratore, Zeus che fai germogliare;
dalle forme svariate, ascoltami, concedi salute perfetta
e la dea Pace e fama irreprensibile di ricchezza.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Questo Inno a Zeus appare svuotato del contenuto religioso. Sembra quasi che sia un Inno fatto in risposta al dio cristiano.

Non c'è il suo attributo di essere il cielo generatore, ma una specie di padrone del mondo. La Terra, il cielo e quanto il mare racchiude, è opera di Zeus. Non c'è uno Zeus che partecipa alla vita, ma uno Zeus da cui la vita dipende e dalla quale è separato.

Anche l'invocazione alla Dea Pace è anomala come è anomala la "fama irreprensibile di ricchezza".

Se un cristiano scrivesse un Inno a Zeus, lo scriverebbe, più o meno, in questo modo.

Leggendo il commento della Ricciardelli, questa studiosa non solo fa risalire l'Inno ad una storia diversa da quelle del mondo classico sulla formazione del mondo, ad una diversa e (per me) strana tradizione molto recente di Zeus. L'autrice della traduzione cita altri studiosi dicendo: "A hermann lo stile di quest'Inno appare differente rispetto a quello dei precedenti; secondo Tiedemann vi sono tracce di epoca più recente". Sono convinto che abbiano ragione. L'Inno manca di carica emotiva attraverso la quale il Veggente riconosce sé stesso nella propria visione.

Il Veggente che assiste a qualcosa nella veste di uno spettatore, è un veggente prostrato; un veggente Pagano proietta sé stesso nella sua visione e questa prende vita dalle sue tensioni e dalle sue emozioni che si congiungono con le tensioni e con le emozioni nell'oggettività. Così l'appellativo Kataibates che starebbe ad identificare, più o meno, colui che discende come la folgore, non viene vissuto dal veggente come il suo trasporto nel cavalcare la folgore percorrendo le cime dei monti e attraversando la Terra, ma come la manifestazione di potenza del dio.

Questo Inno sembra la contesa fra due bambini: "Tu hai il tuo dio padrone onnipotente e io ho Zeus lampeggiante, tonante e folgoratore".

Non gioco a chi è più potente; mi interessa chi partecipa alla vita e alle trasformazioni del presente in funzione di un futuro desiderabile.

 

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.