Inno a Temi

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire incenso a Temi

 

Dice l'Inno Orfico a Temi:

La figlia santa di Cielo invoco, Temi di padre illustre,
il germoglio di Terra, fresca fanciulla dal volto di corolla,
che per prima mostrò ai mortali il santo oracolo
nell'antro delfico dando responsi agli Dèi
nella terra pitica, dove regna Pitone;
che anche a Febo signore insegnò gli oracoli;
da tutti onorata, dalle splendide forme, venerabile, che ti aggiri di notte:
per prima hai rivelato ai mortali i santi riti,
festeggiando il signore nelle notti bacchiche;
da te infatti provengono gli onori dei beati e i santi misteri.
Ma, beata, vieni gioiosa con volontà benevola
ai tuoi sacri riti iniziatici, fanciulla.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Spesso, gli studiosi che interpretano la mitologia, parlano di Temi come della giustizia universale. Cosa significa parlare di giustizia nel cosmo fuori dalle concezioni etico-morali degli Esseri Umani? Qual è il parametro di riferimento per cui diciamo che questo è giusto e questo è ingiusto? Ho sentito dei commentatori di documentari sugli Esseri Animali che parlano della "crudeltà del Lupo mentre caccia le sue prede", non ho mai sentito parlare della crudeltà dell'Essere Umano nel mangiarsi un cespo d'insalata.

Per parlare di una giustizia universale è necessario un riferimento e nel Paganesimo Politeista i riferimenti sono all'interno degli oggetti, all'interno dell'esistente. Per parlare della Divinità Temi dobbiamo parlare della qualità delle azioni universali che messe in atto dagli Esseri di tutto il cosmo trasformano questi Esseri in Dèi portandoli a contribuire a costruire la Coscienza di Sé Universo.

Per comprendere Temi dobbiamo parlare della sacralità della possibilità di ogni Essere di mettere in atto i propri "adattamenti soggettivi alle variabili oggettive" che incontra nella sua esistenza. Da questo movimento, alla base dell'intero cosmo, ogni ordine di Esseri e ogni Specie di ogni Natura su ogni pianeta, fa derivare il significato della propria Dike come manifestazione nella propria esistenza della Temi universale. Traduce nella propria esistenza l'aspetto specifico di Temi che calandosi in quella specie e in quegli Esseri manifestano le loro regole di giustizia per costruire il loro futuro in relazione al mondo e all'universo in cui vivono: la loro Dike.

Temi è la relazione che intercorre fra un soggetto e l'intero insieme di soggetti (ed ognuno di loro) del mondo in cui vive. Solo che Temi non è una verità da applicare, un comportamento cui attendere. Temi è manifestazione di Intento nelle relazioni fra i soggetti dove, gli adattamenti messi in essere dai soggetti, sono in relazione alla Giustizia Temi quando la direzione in cui vanno le soluzioni delle contraddizioni è nella costruzione di Intento universale. Considerando che Intento è lo scioglimento dei legamenti e delle costrizioni che inchiodano i soggetti alla forma nel mondo per come viene percepito; si manifesta Temi quando questi legamenti vengono sciolti e il soggetto amplia sé stesso nel mondo in cui esiste: cresce.

L'attenzione che ha il soggetto nell'agire per favorire le proprie condizioni di crescita tenendo presente le condizioni di crescita del mondo in cui vive, fa di Temi l'Oracolo per eccellenza.

Il senso dell'oracolare nel mondo antico non era tanto conoscere il futuro (c'era anche questa forma, ma apparteneva alla superstizione fatta propria dal cristianesimo), ma conoscere l'impatto delle nostre azioni nell'insieme in cui quelle azioni venivano fatte. Come il mondo, la società, lo sconosciuto che mi circonda avrebbe reagito qualora io avessi posto in essere la mia intenzione. Come avrebbe reagito lo sconosciuto che mi circonda se io decido di muovere guerra al nemico o di non mettere in atto risposte ai fenomeni?

Come avrebbe reagito il bosco qualora io decidessi di tagliare delle piante?

Comunque io muovo guerra al nemico, comunque io taglio delle piante, comunque io non reagisco ai fenomeni. Però voglio che le mie decisioni sino favorevoli ai miei progetti. Voglio che lo sconosciuto, gli Dèi, mi assistano nel mio proposito. Io voglio sì muovere guerra al nemico, voglio sì tagliare le piante del bosco, voglio sì scegliere se e come rispondere ai fenomeni del mondo, ma non è mia intenzione saccheggiare e annientare per il piacere di annientare. Il mio scopo è risolvere la contraddizione che sto vivendo: un nemico che non posso affrontare in maniera diversa; un campo da allargare sradicando una parte del bosco. Ho degli intenti e dei propositi da raggiungere, raggiunti i quali la mia azione si ferma o prende un'altra direzione. Mi chiedo: che cosa della mia azione mi ritornerà come processo di adattamento delle coscienze del mondo? Mi si ritorcerà contro? Cosa, dello sconosciuto, si presenterà a me creandomi degli ostacoli?

Questo è l'oracolo a cui Temi adempie, non la conoscenza del futuro, ma un'informazione dal luogo in cui la mia ragione non è in grado di accedere. Chiamiamola Temi, giustizia universale, ma da quando il cristianesimo ha imposto il concetto di verità rivelata in contrapposizione al concetto di libertà dai legamenti come tensione universale da perseguire, alle orecchie di Temi quell'appellativo suona quasi come un insulto. Fintanto che gli Esseri Umani si nutrono da Temi i cristiani non li possono trasformare in pecore del gregge da portare al macello. Alla sottomissione che i cristiani propongono prima e impongono poi, gli Esseri Umani oppongono le loro tensioni che spingono verso Intento di cui Temi è garante e guardiana delle relazioni fra gli Esseri.

E vediamo come i cristiani hanno tentato di allontanare gli Esseri Umani dal Potere di Essere di Temi.

Innanzi tutto viene ucciso l'Essere Umano che costruisce sé stesso. Lo si deve convincere che lui vale più dei passeri e dei gigli dei campi per il dio padrone e poi si distrugge Temi, che attraverso Dike spinge dentro di lui, al fine di predisporlo, nudo e disarmato di cultura e conoscenza, a confidare e credere nel truffatore che regala "certezze" alle sue paure e alla sua impotenza davanti al mondo. Così l'Essere Umano non determina più la sua vita manifestando Temi e Dike, ma è costretto a confidare, a sperare. Non verifica in chi confida perché gli viene impedito di verificare. In questo modo il truffatore inizia la sequenza del suo inganno:

"In verità, in verità vi dico: chi non entra nell'ovile per la porta, ma vi sale da altra parte, è ladro e assassino. Chi entra per la porta è pastore delle pecore, A lui apre il portinaio, le pecore ascoltano la sua voce ed egli chiama per nome le proprie pecore e le conduce fuori. E quando ha fatto uscire tutte le sue, cammina innanzi a loro: le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Non seguono invece un estraneo, ma fuggono da lui perché non conoscono la voce degli estranei!"

Vangelo di Giovanni 10, 1 e oltre.

Un mondo fatto da padroni-pastori e pecore possedute dal padrone pastore. Questo è il quadro sociale che il cristianesimo ha imposto agli Esseri Umani. Non c'è Temi in questo quadro, non c'è respiro di libertà per gli Esseri Umani. O sono padroni di pecore o pecore possedute dal padrone (o sono dio o sono mammona). Gli Esseri Umani non possono vivere per sé stessi: se combattono il loro padrone non è perché vogliono costruire la loro libertà, ma è sicuramente per seguire un diverso padrone.

Quale orrore.

"In verità, in verità vi dico: viene l'ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del figlio di dio, e chi l'ascolta vivrà. Perché come il padre h in sé la vita, così pure ha dato al figlio d'aver la vita in sé stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è figlio dell'uomo. Non vi meravigliate di questo, perché viene l'ora in cui tutti quelli che sono nei sepolcri udranno la sua voce, e quelli che hanno operato il bene ne usciranno per la resurrezione della vita; quelli che, invece, che fecero il male, per la resurrezione della condanna."

Vangelo di Giovanni 5, 25 e oltre.

Si distrugge nell'Essere Umano le manifestazioni degli Dèi, le manifestazione di sé stesso in quanto DIO che attraverso Temi opera le scelte della vita e lo si costringe, con l'unica novità di cui sono portatori i cristiani sulla scena della storia, in campi di sterminio sociali per sottomettere Esseri Umani al loro dio padrone (i genitori come "padroni" dei figli riprodurranno nella famiglia i rapporti sociali della sacra famiglia cristiana e del campo di sterminio), costringendoli a confidare nel padrone. Non devono confidare in sé stessi; non devono serrare denti e pugni per affrontare la loro esistenza; non devono armarsi di conoscenza, consapevolezza e sapere per affrontare la vita, devono tremare di paura davanti ad un Gesù, un imbroglione infingardo, e rinunciare a bussare alle porte dell'Olimpo per essere riconosciuti come degli Dèi.

In questo modo i cristiani hanno ucciso Temi dal cuore degli Esseri Umani e Dike nelle società. Ma Temi e Dike sono sempre presenti e spingo. Spingono affinché l'Essere Umano si prenda nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.

Ascoltiamolo il sussurro di Temi che attraverso DIKE sollecita gli Esseri Umani:

"Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività!"

Costituzione della Repubblica Italiana art. 20

"Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento."

Costituzione della Repubblica Italiano art. 24 comma 1 e 2.

Il sussurro degli DEI deve essere manifestato dalla determinazione degli Esseri Umani. I principii sono il frutto di chi manifestò nel passato la propria determinazione, ma i principi possono morire, in qualsiasi momento, se noi non manifestiamo la nostra volontà e la nostra passione.

Proprio per la determinazione con cui gli Dèi hanno saputo sussurrare nel cuore degli Esseri Umani affinché agissero per forgiare un presente che consentisse loro di uscire dall'orrore cristiano, anche noi ci uniamo agli Orfici ed evochiamo:

La figlia santa di Cielo invoco, Temi di padre illustre,
[...]

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.