Inno a Rea

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire aromi a Rea

 

Dice l'Inno Orfico a Rea:

O tu che hai l'eccelsa forza per sempre indistruttibile di Zeus,
Rea venerabile, figlia del multiforme Protogono,
che metti il carro dalle sacre ruote sugli uccisori di tori,
accompagnata dai timpani, che ami il delirio, fanciulla risonante di bronzi,
madre di Zeus egiogo signore dell'Olimpo,
da tutti onorata, dalle forme splendenti, beata compagna di Crono,
che ti diletti dei monti e degli spaventosi urli dei mortali,
Rea di tutto sovrana, che susciti il tumulto di guerra, dall'animo forte,
ingannatrice, salvatrice, liberatrice, origine prima,
madre degli dei e degli uomini mortali;
da te infatti derivano e la terra e l'ampio cielo in alto
e il mare e i venti; amante della corsa, aeriforme:
vieni, dea beata, salvatrice con benevolo consiglio
portando pace con ricchi beni,
mandando brutture e morti ai confini della terra.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Madre Rea!

Riconoscere a Rea il potere di trasformare suo presente. Riconoscere a Madre Rea la capacità di costruire condizioni affinché altri Esseri possano germinare: noi stessi come specie umana all'interno della Natura. Condensare la percezione di Madre Rea nella dimensione umana per riuscire a costruire delle relazioni con la sua parte umana. Riuscire a percepire in Madre Rea le stesse tensioni e le stesse forze che attraversano l'Essere Umano come se quelle forze e quelle tensioni siano dedicate solo a noi umani. Forze che hanno determinato il divenuto della nostra specie assieme a tutte le specie dell'Essere Natura.

E' l'essenza della Religione Pagana che coglie l'aspetto affine al veggente nell'immenso degli Dèi e dello stesso divino a cui il veggente assiste.

Madre Rea è Madre Terra. Per essere è Madre perché da Lei i figli dell'Essere Natura si generano. E' Madre perché esercita la sua volontà trasformando il suo presente. Modifica il presente in funzione di un futuro possibile. Quella volontà espressa in quelle trasformazioni la rendono figlia di Protogono, l'Intento, l'Eros, la qualità della materia capace di generare la Coscienza; la vita.

Tutto è potente in Madre Rea perché tutta la vita, di cui noi siamo i figli, si generano da madre Rea che persiste in un apparente tempo presente, in un'apparenza di stabilità che consente la formazione di un infinito numero di tempi soggettivi in un infinito numero di esseri che noi chiamiamo Natura. Il tempo delle trasformazioni e della vita di Rea comprende tutti i tempi delle trasformazioni e del divenire di ogni specie della Natura di cui noi siamo parte.

Questo tempo possente che Rea governa permette la nascita della vita. Quel carro dalle sacre ruote che viene trascinato dai Leoni simbolo dell'intelligenza e della volontà di Rea guardiana della vita e madre della Natura.

Rea, madre degli Dèi Olimpi e delle condizioni che fecero nascere noi, Esseri Umani. Padre Zeus, l'atmosfera; Padre Posidone, il mare fecondo; Padre Ade, l'utero, il seme e l'uovo, generatori; Madre Hera, l'Essere Natura; Madre Estia, la libertà che si fa verità nell'attimo presente; Madre Demetra, la libertà che non tollera imposizioni.

Dobbiamo onorare Rea non solo come Madre Terra, ma come un DIO, un'intelligenza progettuale manifesta da una Coscienza e una volontà che mette in atto le sue strategie di vita, il suo ingannare CRONO, il tempo come mondo (negli Inni viene usato il termine Aion che viene tradotto in vari modi, tempo come eternità, ma io lo leggo in "tempo come mondo o realtà oggettiva") e possiamo riconoscerla come madre dei mortali e degli DEI! Ed è corretto quanto di REA afferma l'Inno: "da te infatti derivano e la terra e l'ampio cielo in alto e il mare e i venti; amante della corsa, aeriforme!"

Madre Rea è Madre di tutto questo e a seconda di come il veggente la percepisce, Madre Rea assumerà molti nomi e molti ruoli nella vita. Ognuno di quegli epiteti indicherà l'oggettività della Dea percepita da una soggettività, il veggente, che attraverso i suoi bisogni, che lo inducono alla percezione, trasferisce l'immagine percepita alla cultura e alla società in cui vive. Il compito delle persone religiose Pagane non è solo quello di capire di che cosa parlano gli Antichi quando usano quel nome, ma di percepire, attraverso il proprio sentimento, il divino di Rea attraverso il divino che sta dentro ad ogni Essere Umano la cui attività è tesa verso il futuro.

Rea, l'Essere Terra, è figlia di Urano Stellato. Attraversata dall'Emozione mette in atto le sue strategie al fine di dilatarsi nel suo presente. Un presente fisico. Un corpo che tende ad espandersi e a conservarsi per costruire la propria Coscienza e la propria Consapevolezza. Il suo Intento, il suo Protogono, la spinge a costruire il proprio futuro. Il futuro di Madre Rea è l'ambiente che trasforma e che diventa la "sede dei beati" e dei "mortali".

Comprendiamo che noi esistiamo calpestando Rea e che Rea ha costruito le condizioni affinché tutti noi esistessimo e, quando guardiamo all'Essere Terra cominciamo a pensarlo come un DIO! Come un Essere che costruisce sé stesso e che respira, ha le sue passioni, ha le sue tensioni e i suoi bisogni!

Rea rimane! Come realtà divina che persiste e il veggente vede il suo cammino verso la sua eternità, trasformazione dopo trasformazione, come "accompagnata dai timpani, che ami il delirio, fanciulla risonante di bronzi, madre di Zeus egiogo signore dell'Olimpo, da tutti onorata, dalle forme splendenti, beata compagna di Crono..." E questa DEA chiama tutti coloro che prendono Coscienza di Sé sul suo suolo a percorrere un sentiero divino. Chiama i figli dell'Essere Natura a percorrere tratti di vita assieme. Proprio perché camminiamo assieme a Madre Terra che possiamo chiedergli di "...mandando brutture e morti ai confini della terra." Perché ognuno di noi è compreso nella Coscienza della Terra e noi di Essa possiamo comprendere solo ciò che concorre a formare il nostro divenire. Onoriamo l'Essere Terra, anche attraverso quest'inno, e prendiamo per mano gli DEI perché uguale è PROTOGONO nell'esprimersi in noi, nell'alimentare le nostre azioni, nell'allontanare i mali oltre i confini dell'universo!

 

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

Home Page

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Foto Altare Pagano

Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.