Inno ad Ade

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire incenso a Ade

 

Dice l'Inno Orfico ad Ade:

O tu che hai l'eccelsa forza per sempre indistruttibile di Zeus,
O tu dall'animo forte, che abiti la dimora sotterranea,
il prato del Tartaro dall'ombra profonda e senza luce,
Zeus ctonio, con lo scettro, accogli di buon animo questi riti,
Plutone, che hai le chiavi di tutta la terra,
che arricchisci la stirpe mortale con i frutti dell'anno;
tu che ottenesti come la terza parte la terra del tutto sovrana,
sede degli immortali, possente sostegno dei mortali;
tu che hai stabilito il trono sotto il luogo tenebroso
lontano, instancabile, senza vita, indistinto Ade
e cupo Acheronte, che contiene le radici della terra;
tu che in grazia della morte domini i mortali, o Eubulo
molto esperto, che una volta la figlia di Demetra purificatrice
avendo presa in sposa strappata dal prato attraverso il mare
con la quadriga portasti in un antro dell'Attica
nel demo di Eleusi, dove sono le porte dell'Ade.
Tu solo sei giudice delle opere invisibili e visibili,
invasato, onnipotente, santissimo, splendidamente onorato,
che ti rallegri dei nobili sacerdoti e dei puri riti;
ti prego di venire benevolo compiaciuto degli iniziati.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Anche questo è un Inno tardo. La stessa figura citata, Plutone, rappresenta una figura composita di ADE, PLUTO e DIS PATER (romani). Dove non è chiaro il ruolo di Ade nell'esistenza. Il mondo sotterraneo è il mondo oscuro rispetto al mondo della ragione, ma il mondo della ragione è un mondo oscuro e asfissiante per certi mondi che la circondano. Ade è la ricchezza sia come tesori nascosti nella terra, sia come capacità degli Esseri della Natura di costruire il dio che cresce dentro di loro e dunque accumulare la ricchezza della conoscenza e della consapevolezza. I regni oltre la ragione sono molti e si sovrappongono costruendo un insieme concettuale di oscuro a cui riferirsi. La ragione li chiama mondi oscuri perché lei in quei mondi non è mai entrata né mai sarà in grado di reggerli. Da quei mondi la ragione subisce sollecitazioni che la costringono a modificarsi e adattarsi. La ragione teme quelle sollecitazioni perché ogni volta che le subisce è costretta a costruire nuove descrizioni dell'esistente da imporre all'individuo di cui pretende di averne il controllo.

Lo psicanalista James Hillman in un recente libro, "Il sogno e il mondo infero", parlando di Ade e del "mondo infero", osservava:

"Secondo Walter Freeman, tra i medici il suicidio è più frequente che in altre categorie professionali e in cima alla classifica dei medici che si suicidano, ci sono gli psichiatri, e tra questi ottantuno erano di età compresa fra i venti e i quaranta anni. La morte è la paura fondamentale della nostra professione e la sua potente metafora fondamentale. Il culto della crescita che è alla base delle odierne terapie ottimistiche, incentrate sulle peak experiences, sulla libertà, la guarigione e la creatività, è una difesa maniacale contro il terreno stesso della psicoterapia. Un acting out spacciato per terapia. Se si vuole essere psicoterapeuti e lavorare nel profondo, bisogna in un modo o nell'altro collaborare con Ade. Con l'intervento di Ade, il mondo è capovolto. Il punto di vista della vita cessa di valere. Ora i fenomeni sono visti non solo attraverso gli occhi di Eros, della vita umana e dell'amore, ma anche attraverso quelli di Tanatos le cui fredde ed immote profondità non hanno un legame con la vita. Capovolgendo in questo modo le cose partecipiamo al ratto perpetrato da Ade che, vale ricordare, non è semplicemente un gesto psicopatico, ma costituisce il mistero iniziatico centrale dei misteri Eleusini. Quel ratto minaccia l'integrità del sistema psicologico che deriva la sua forza dalla vita e si aggrappa ai rapporti umani e alle abitudini naturali della figlia di Demetra. E' il ratto a far compiere all'anima di Persefone il passaggio dallo statuto esistenziale di figlia di Demetra a quello di sposa di Ade, dall'esistenza naturale della germinazione, che è data a una figlia dalla vita in quanto materna, all'esistenza psichica del matrimonio con ciò che è estraneo, diverso e che non è dato. Qui l'esperienza del mondo infero è totalizzante e non ammette di non essere compiuta. L'esperienza del mondo infero, secondo questo stile è soverchiante, giunge come violazione e ci strappa alla vita trascinandoci nel regno che l'Inno Orfico a Plutone descrive come "vuoto del giorno". Perciò sui sarcofagi greci è spesso scritto che entrare nell'Ade è "lasciare la dolce luce del sole"." Ed. Adelphi 2003 p.65-66

Tutte le idee comuni vanno capovolte. Gli stessi misteri Eleusini capovolgono l'idea comune di Ade e il senso del rapimento di Persefone. Ade non è il signore degli "inferi" come regno dei morti, ma Ade è il signore della vita. Mentre si interpreta l'Ade come una specie di "mondo dei morti", le Antiche Religioni vedevano in Ade il mondo da cui la vita si genera: l'uovo, l'utero e il seme. La spiga che veniva mostrata all'iniziato nei riti di Eleusi non era solo il simbolo dell'uno che genera molti, ma anche i nove mesi in cui l'utero, l'Ade, contiene il futuro bambino. Non l'Ade come luogo dei morti, ma l'Ade come generatore di vita. Solo in quest'ottica si comprende perché Ade rapisce Persefone: la crescita entra nell'utero.

Nel Tartaro vengono chiusi i Titani, non nell'Ade. Tartaro, Ade, Nero Erebo, nel mito spesso si confondono. I confini fra l'uno e l'altro non sono chiari. L'Ade è Ade e Ade è l'Ade. Tutto si sovrappone e si confonde come in un sogno dove elementi diversi si intersecano per formare immagini e situazioni sempre sfuggenti. Ogni volta che un autore tenta di mettere ordine e di spiegare altro non fa che aggiungere sovrapposizione a sovrapposizione di idee e di categorie che hanno il solo scopo di rendere la ragione irritata davanti ad una tale mancanza di ordine e di logica lineare.

Zeus è l'Atmosfera; l'Atmosfera è Zeus. Poseidone è il Mare; il Mare è Poseidone. Ade è l'Ade; l'Ade è Ade.

C'è un Ade dominato da ADE e PROSERPINA in cui la ragione non era e dal quale proveniamo: la pancia della nostra madre! In quell'Ade, PROSERPINA (o PERSEFONE) si manifestava come crescita del soggetto e il soggetto manifestava il potere di essere di Proserpina crescendo in quell'Ade. Solo una volta nato la ragione ha cominciato a costruirsi. Pertanto la ragione ignora ciò che c'era nell'individuo prima della sua fondazione anche se sa perfettamente che senza quella fondazione in quell'Ade Lei non sarebbe esistita. Poi c'è un Tartaro, quello che è rimasto dentro di noi e che la ragione tenta di impedirne l'accesso: l'intuizione, la percezione, la sensazione, la capacità di proiettare noi stessi sul mondo. Un Tartaro oscuro in cui Zeus ha racchiuso i Titani che la ragione teme perché ogni volta che gli elementi di questo Tartaro si esprimono la ragione deve ricostruire e rimodellare la sua descrizione. Poi c'è il Tartaro dell'immenso che ci circonda, una specie di Nero Erebo, e dal quale provengono le sollecitazioni che ci costringono a modificarci. Un immenso nel quale la ragione ha ritagliato la sua descrizione e che a fatica mantiene dovendola continuamente rinnovare.

Dove sta in questi "Tartari" il regno di Ade? Sono tutti espressi da Ade, sono i regni di Plutone che esprimono ricchezza per chiunque voglia accedervi, sono i regni di Persefone nei quali la crescita continua quale espressione dell'immensa Demetra.

Solo partendo da quest'ottica è possibile comprendere l'Inno e le affermazioni come: "...che contiene le radici della terra;". Dove il significato di RADICE non è altro che il presente che forgia il futuro; ogni presente che forgia e alimenta il futuro è una radice. Chi sa gestire le radici, pone le basi per costruire il futuro. Solo che il futuro è il presente attuale che è radice del futuro che ci viene incontro. Eccolo il Potere di Ade! Sta nel far vibrare ogni presente dal profondo del Tartaro affinché ogni Coscienza nel presente agisca quale radice che costruisce il futuro, l'uscita dalle tenebre per tendere alla luce!

Il potere di Ade deve necessariamente unirsi al potere di Demetra. Lo sa perfettamente ZEUS che favorisce l'unione di Ade con Persefone! In ogni presente che noi viviamo c'è una Persefone-Demetra che ci spingono a crescere e c'è un Ade che ci chiama e che ci sussurra e che ci mostra la ricchezza prodotta dal campo arato tre volte (Esiodo). Così l'Essere Umano risponde al richiamo di Ade ed ara sé stesso, si costruisce scelta dopo scelta, sfida dopo sfida e raccoglie Pluto che Demetra gli offre per accedere al Tartaro dell'immenso che lo circonda!

Leggetelo ora quest'Inno e capirete perché Ade "accogli di buon animo questi riti," quando ogni azione che noi facciamo in ogni nostro presente è un rito che ci trasforma al fine di giungere al TARTARO dell'IMMENSO!

 

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.