Inno ai Cureti

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire profumo di incenso ai Cureti

 

Dice l'Inno Orfico ai Cureti:

Cureti saltatori, che muovete i passi in armi,
battete con i piedi, girate intorno, state sui monti, gridate evoé,
suonatori di lira, seguite il ritmo, camminate con passi leggeri,
portate le armi, custodi, ordinatori, dalla splendida fama,
compagni della Madre, amante dei monti, iniziatori dei misteri,
venite benevoli alle sante parole,
con animo sempre gioioso affabili verso il bovaro.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Chi sono i Cureti?

Sono degli Esseri divini che nascondono la sostanza con la forma, la rappresentazione. Con le loro danze, afferrano l'attenzione di chi cerca, indaga, e la deviano in un vortice di rappresentazioni distraendola dall'oggetto cercato. Sono legati al bronzo e i loro strumenti sono di bronzo, rumorosi come il battere del bronzo mentre danzano girando attorno. La loro danza è rappresentazione del Potere di Essere che manifestano. La loro danza occulta i germogli mentre crescono per impedire all'Essere Capra di mangiarseli. La loro danza è il potere degli DEI davanti alla quale anche Cronos si arrende ammirandola affascinato. La danza dei Cureti è una danza di guerra. Non affondano il loro bronzo nel sangue nemico, ma la loro è la danza degli Stregoni, quella che manipola l'attenzione di chi vi assiste. Frastuona le orecchie di chi l'ascolta. Crea ebrezza e trasformazione in chi la pratica.

E' a loro che l'Essere Terra, Rea, si rivolge per proteggere il futuro che sta crescendo contro la predatura di chi si sente in pericolo dalla nascita di quel futuro. Ai Cureti non interessa chi devono affrontare. Il padre degli Dèi Crono viene affascinato dalla loro danza. Non indaga se quella danza nasconde qualche cosa. Crono assiste al dispiegarsi del potere dei Cureti senza chiedersi in che cosa consiste quel potere, a chi è rivolto, quali fini persegue. Cronos è il tempo come azione in sé stessa e non si chiede del perché o degli effetti dell'azione. L'azione è. E' rappresentazione in sé stessa e per sé stessa. L'azione si spiega nel suo agire e questo permette ai Cureti di ingannare Cronos che nell'azione non coglie scopi o intenti diversi dall'azione in sé. I Cureti sono già il mondo di Zeus. Con la loro danza presentano a Cronos il potere di inganno che caratterizzerà la ragione che Zeus impone al tempo.

Così i Cureti proteggono Zeus. Così i Cureti proteggono gli Dèi Olimpi. Così i Cureti proteggono la costruzione del futuro. Così i Cureti iniziano ai misteri della vita. Hanno protetto un solo germoglio, Zeus, e da questo germoglio si è dispiegato il futuro degli Esseri della Natura. Quella battaglia è stata la ragione della loro esistenza. Quante battaglie i Cureti hanno combattuto. C'è sempre un futuro da proteggere mentre sta crescendo lentamente. C'è sempre un germoglio capace di variare il presente. E i Cureti sono là. Con i loro strumenti di bronzo pronti a danzare in tondo. Gridate Evoè (secondo una leggenda allevarono Dioniso), suonatori di lira, seguite il ritmo, camminate con passi leggeri; il futuro sta bussando alle vostre porte.

Questi Dèi afferrano l'attenzione di chi vorrebbe fermare la costruzione del futuro. I Cureti sono gli iniziatori ai misteri. Misteri come trasformazione del presente vissuto date le azioni che nel presente si manifestano. Gli iniziati sono coloro che hanno la capacità di guardare il tempo che viene loro incontro e hanno il potere di scegliere nel presente per favorire il futuro. Fra camminare al fianco di Crono e proteggere Zeus, loro hanno scelto! Hanno scelto il germoglio che costruisce un diverso futuro.

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.