Inno a Dioniso

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire profumo di storace a Dioniso

 

Dice l'Inno Orfico a Dioniso:

Invoco Dioniso dagli alti clamori, che grida evoé,
Protogono, dalla duplice natura,
generato tre volte, signore Bacchico,
selvaggio, indicibile, arcano, con due corna, due forme,
coperto di edera, dall'aspetto di toro, marziale, Evio, santo,
che mangia carne cruda, Trieterico,
che produce grappoli, dal manto di germogli.
Eubuleo, dai molti consigli, generato dalle unioni indicibili
di Zeus e Persefone, demone immortale;
ascolta, beato, la voce, spira dolce e irreprensibile
con cuore benigno, insieme alle nutrici dalla bella cintura.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

L'Inno è un'invocazione che l'invocante fa a sé stesso per allineare le proprie azioni e le proprie tensioni ai fini che Dioniso indica. Soggettiva Dioniso evocando il Dioniso dentro sé stesso. In questo Inno si avverte come l'estensore stia parlando di sé stesso e dei fini della propria esistenza.

Parlare di Dioniso significa parlare di sé stessi.

Dei propri fini dei propri progetti; del senso della propria esistenza. Dioniso appartiene a quel gruppo di religioni misteriche che dal IV° secolo a.c. al IV° secolo d.c. appaiono sulla scena della storia. Queste religioni misteriche, resistono al significato filosofico-sociale che i filosofi attribuiscono loro subordinandole ad un dio padrone. Ad un Logos padrone.

Se prima dell'avvento delle religioni misteriche era la società nel suo insieme che riconosceva i principi che oggi chiamiamo religiosi come parte dell'insieme della propria esistenza (indistinto), con l'avvento delle religioni misteriche la religiosità del soggetto si separa dal contesto sociale difendendosi dalla rozzezza della filosofia sofista e platonica.

Il culto misterico un percorso individuale e spesso una scelta prioritaria della propria esistenza. Se farsi Dioniso era parte della vita sociale, con le religioni misteriche l'individuo che tenta di farsi Dioniso si separa dal contesto sociale per fare un proprio percorso individuale, personale, spesso intimo di relazione col mondo manifestando il Dioniso dentro sé stesso, separandosi da un contesto sociale che ha nel padrone, nella filosofia platonica e stoica, la negazione del divenire dell'uomo.

L'uomo e la donna che si fanno Dioniso manifestano il Dioniso nella vita sociale. Questa separazione della rappresentazione divina dalla quotidianità delle argomentazioni filosofiche che delirano di un demiurgo padrone della vita, aprirà le porte al dominio di un'altra religione "misterica", il cristianesimo che, avendo al centro della propria rivelazione la necessità di sottomettere Esseri Umani per costringerli a desiderare la realizzazione della promessa della resurrezione della carne (ritorno all'utero dopo il fallimento esistenziale dell'uomo sottomesso), andrà a distruggere ogni altra relazione col divino usando la filosofia del dio padrone in contrapposizione all'essere Dioniso di ogni uomo. Tutte le religioni misteriche hanno al loro centro la rinascita, il dio che rinasce e l'imitazione del dio per rinascere.

L'imitazione del dio e dei suoi insegnamenti, la qualità (tempi e modi) della rinascita e le relazioni col mondo che necessarie per giungere alla rinascita, qualificano le religioni misteriche diversificandole dalle idee religiose più antiche che comunemente chiamiamo religione precristiane o pre filosofiche.

Perché è un'invocazione a sé stessi?

Dioniso si esprime nell'uomo e nella donna che agiscono nel mondo costruendo sé stessi come un dio.

Perché ogni Essere Umano si fa Dioniso per trasformarsi in un dio. Ogni Essere Umano (e ogni figlio di ERA) deve percorrere le tre rinascite per diventare un dio e bussare alle porte dell'Olimpo. Nasce nella pancia della madre; nasce nell'Essere Natura respirando Zeus; nasce come un dio dopo che i Titani (le forze che compongono ciò che siamo) ci hanno disgregati. Chi ricompone il tutto? Il potere di Apollo, il potere di Artemide: il potere che noi abbiamo costruito dentro di noi attraverso le sfide della nostra vita. Il vivere per sfida che ci ha trasformati in un dio pronti a bussare alle porte dell'Olimpo e tendere l'arco contro gli stessi DEI!

Quanto viene invocato nell'Inno altro non sono che definizioni attraverso le quali porsi davanti all'esistenza. L'Inno ricorda elementi che ci permettono di trasformarci in un dio. Ciò che attribuiamo a Dioniso è ciò che è necessario che facciamo per alimentare il Dioniso che cresce dentro di noi.

Cosa appare delle azioni dell'individuo che si fa Dioniso?

Avere la gioia e l'impegno per la vita: Dioniso dagli alti clamori!

Che lancia i richiami al mondo invitandolo a camminargli a fianco: che grida evoé (è il grido tipico delle Baccanti!)!

Che si lega all'Essere Natura: selvaggio!

Che affronta la vita con un impegno oltre quello che gli individui riescono a descrivere: indicibile!

Che ricorda l'antico e il mitico, nascosto nel mistero: arcano!

Legato al cielo: con due corna!

Assume forme diverse, giudizi diversi, agisce in mondi diversi: due forme!

Capace di alterare la percezione, anche per guardare il tempo che gli viene incontro: coperto di edera!

Legato alla vita della sua specie: dall'aspetto di toro marziale!

Che prende le cose per quello che sono: che mangia carne cruda!

Tutti questi comportamenti costruiscono il dio dentro gli Esseri Umani; costruiscono il Dioniso che, chi recita l'Inno Orfico, vuole evocare dentro sé stesso. E' necessario praticare una vita di sfide per affrontare la distruzione della forma che portano i Titani dentro di noi al momento della morte del corpo fisico. Dentro di noi, tutti i Titani sono rappresentati, nelle nostre azioni, nella nostra materia, nelle nostre tensioni, nei nostri bisogni. Alla morte del corpo fisico ogni Titano si riprende la propria parte. Il suo contributo che versò affinché noi riconoscessimo noi stessi diversi dal circostante iniziando a costruire la nostra Coscienza e la nostra Consapevolezza. Ma noi ci siamo fatti Dioniso in ogni attimo della nostra vita. Ci siamo fatti Apollo, che abbiamo costruito plasmando la nostra energia, la nostra psiche e le nostre emozioni. E l'Apollo nel mondo al momento della morte del corpo fisico viene in soccorso trasformando la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

Quest'Inno è un'invocazione che viene fatta per manifestare il proprio intento, per raccogliere le proprie energie e finalizzarle ad alimentare il proprio Intento.

L'Inno chiama Dioniso, Protogono.

Ricordate Protogono?

Protogono è l'Intento che attraversa l'intero universo. Farsi Dioniso significa calare Protogono dentro di noi, significa usare la nostra energia per rispondere alle trasformazioni del mondo. NOI SEGUIAMO LE FORZE DELL'ESISTENTE CON LE QUALI COSTRUIAMO UN'ALLEANZA. Questo è il significato di chiamare Dioniso, Protogono.

In questo modo riusciamo a comprendere l'Inno a Dioniso.

Nota: negli Inni Orfici Dioniso è figlio di Zeus e Persefone, mentre in Esiodo è figlio di Semele e Zeus. Non si tratta di un dettaglio, si tratta di una diversa percezione di Dioniso, di una diversa collocazione nell'attività di Stregoneria di chi si fa Dioniso! Con Semele Dioniso è l'Essere della Natura che si trasforma in un dio. Con Persefone è la crescita del dio dentro gli Esseri Umani attraverso le varie nascite. Ogni Coscienza che noi chiamiamo dio può essere letta in molti modi a seconda di come noi ci collochiamo nel mondo. Non cambia la natura del dio, cambia la nostra relazione col dio che alimenta i nostri Intenti.

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.