Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.
Dice l'Inno Orfico ai Titani:
Titani, splendidi figli di Terra e Cielo, progenitori dei nostri padri, che sotto terra nelle case tartaree nella profondità ctonia dimorate, principi e fonti di tutti i mortali dai molti affanni, degli animali marini e dei volatili e di quelli che abitano la terra; da voi infatti deriva ogni stirpe nel mondo. Vi invoco affinché allontaniate l'aspra ira se uno dei progenitori ctoni si é accostato alle case.
Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli
Per quanto riguarda l’Inno ai Titani, vorrei far notare come nell'inno si scosta e si separa chi invoca i Titani da un Tartaro dimora degli stessi.
Questa concezione é molto relativa e appartiene all'ultimo periodo del Paganesimo Antico che fonde le religioni misteriche con la percezione Sciamanica dell'esistente. In realtà Gli Dei Titani sono quanto costruisce ciò che gli Esseri della Natura sono! Noi siamo un Crogiolo di TITANI. Il ribollire di Titani ha costruito noi stessi e noi, attraverso la passione, l'intento, il vivere per sfida, separiamo noi stessi da quel crogiolo.
La nostra vita può essere considerata una lotta che noi combattiamo al fine di separare il nostro cammino per diventare un dio e accedere all’Olimpo dal cammino degli Déi Titani che hanno permesso la nostra esistenza. Una sfida per separare noi stessi dall'insieme che permise la nostra germinazione: una Titanomachia!
La nostra Titanomachia si combatte nell'arena della nostra quotidianità. Una battaglia fatta nel mondo quotidiano i cui risultati sono conseguiti dentro noi stessi. Ogni volta che noi affrontiamo una sfida, una prova, una contraddizione nella società umana, sul lavoro, nella famiglia, nella natura manifestando questo o quell'aspetto divino dentro di noi, non facciamo altro che aggiungere Potere di Essere a noi stessi separando il nostro essere dio, figli dell’Essere Natura, dagli Déi Titani che ci hanno consentito il nostro venir in essere.
Gli Dei Titani formano il nostro stesso esistere, la nostra intelligenza, le nostre tensioni, le nostre passioni, la nostra carne e la nostra rappresentazione nel mondo. Tutto questo é manifestazione di un Titano.
Il Tartaro, di cui si parla nell’Inno, é l'oscuro dentro di noi. Quella parte che la ragione non é in grado di descrivere perché fuori dal suo controllo. Evocando i Titani (o qualunque nome si dia al divino) si chiamano i TITANI fuori di noi affinché sorreggano la rappresentazione del Titano che NOI manifestiamo.
Nel manifestare quel Titano, noi chiamiamo i Titani ad esprimersi attraverso le nostre azioni e a nutrirle di energia. Quando li manifestiamo li chiamiamo; anche i Titani dal nostro Tartaro tentano di chiamare i Titani dentro di noi affinché si esprimano e li nutrano di energia.
Zeus ha chiuso i Titani nel Tartaro, ma non li ha eliminati perché eliminando i Titani avrebbe eliminato la vita stessa. Ha separato la ragione e il divenire della ragione dall’azione, dal tempo. Zeus si é riservato il diritto di costruire la sua stirpe partendo dalla vita che i Titani hanno costruito. Si é riservato il diritto di costruire la sua stirpe di Déi, ma non può prescindere dai Titani perché questi sono la base della nostra esistenza e di quella di Zeus stesso.
Lo Stregone che vuole evocare il potere nella sua vita evoca i TITANI che vuole manifestare, li fa esprimere attraverso le sue azioni, li alimenta con la sua energia in modo tale che i TITANI siano costretti a rispondere e gli Déi Olimpi siano obbligati a riconoscerne la presenza. Così gli Déi Olimpi alimentano le azioni dell'Essere Umano mentre esprime i TITANI in quanto gli riconoscono il percorso divino che attraverso quelle manifestazioni sta costruendo: sta trasformandosi in un nuovo dio.
Riflettete su questo e sull'importanza divina delle nostre azioni, del nostro sentire, del nostro intuire e tentiamo sempre di riconoscere gli Déi dentro di noi perché solo in quel modo possiamo alimentare gli Déi I e chiamarli al nostro servizio: solo manifestando Venere, Venere accorre; solo manifestando Meti, Meti accorre; solo manifestando Ercole, Ercole accorre; solo manifestando Hera, Hera accorre ecc.
Nel loro accorrere sentiamo la forza divina che scorre dentro di noi e allora ci ergiamo a guardare il mondo e nessun macellaio di Sodoma e Gomorra sarà mai più in grado di rimetterci in ginocchio. Può essere che un Tifone ci tagli i tendini, ma il nostro spirito divino tenterà sempre di manifestarsi indomito. E anche se crolleremo nello scontro lo faremo da Déi. Anche se scapperemo davanti ad un nemico più forte, lo faremo da Déi. Anche se piangeremo, lo faremo da Déi. Déi pronti a ricominciare ad esprimere i Titani dentro di noi! Questo atteggiamento separa il Paganesimo Politeista, la sua filosofia di vita, dalle religioni monoteiste!
Per questo invochiamo e onoriamo i Titani.
Gli Inni Orfici |
|
Home Page |
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Foto Altare Pagano |
Gli Inni Orfici erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandsi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.