Pratiche sessuali, apostoli e Gesù nel vangelo di Giovanni

Esoterismo segreto

di Claudio Simeoni

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Dice Gesù: "Sono io il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno;" Giov. 6, 51

La sessualità predicata da Gesù nel vangelo di Giovanni

 

Il pane del cielo nel vangelo di Giovanni è uno dei testi esoterici più conosciuti e più usati sia dagli occultisti che dai cattolici. Poi, dal momento che crea scandalo nella società civile, specialmente nella società civile la cui pratica sarebbe configurabile, oggi, come "rito contrario la morale pubblica" i cristiani, e i cattolici in particolare, mediante la disciplina dell'interpretazione teologica, cercano di edulcorarne il significato mantenendo le pratiche nelle segrete dei seminari. Poi succede che a Vienna si scoprono tali pratiche e allora la chiesa cattolica tenta di limitare i danni d'immagine.

IL DIRETTORE E IL VICE DELL' ISTITUTO SI SONO DIMESSI. SEI ANNI FA IL PRIMATE DI VIENNA COSTRETTO A LASCIARE PER UNA VICENDA DI ABUSI

Scandalo pedofilia in seminario, choc in Austria

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO - In apparenza è un seminario. Anzi, il più tradizionalista e ultraconservatore dei seminari cattolici in Austria, luogo di religiosa purezza, preghiera e pio magistero alla cura delle anime, dove volentieri l'anziano arcivescovo Kurt Krenn predicava, bollando con parole di fuoco i rei contro natura. In realtà, quello della diocesi di Sankt Pölten, ottanta chilometri a Ovest di Vienna, è stato in questi anni un antro di orchi pedofili, teatro di perversioni peccaminose, una Sodoma asburgica dove preposti e seminaristi indulgevano spesso e volentieri in orge omosessuali, giochi erotici e notti scandite da alcol e sesso, al posto delle orazioni.

Tratto dal Corriere della Sera 13 luglio 2004

Si tratta del pane della vita, il pane del cielo di cui si saziavano gli apostoli e col quale gli apostoli sazieranno i circoli cristiani.

Scrive il vangelo di Giovanni:

1) Il giorno dopo, la gente rimasta di là del mare osservò che non c'era che una barca, e Gesù non era entrato in essa con i suoi discepoli, ma che i discepoli soli erano partiti. Giunsero intanto altre barche da Tiberiade, presso il luogo dove avevano mangiato quel pane, dopo che il Signore ebbe reso le grazie. La gente, adunque, visto che lì non c'era più né Gesù né i suoi discepoli salì anch'essa nelle barche e andò a Cafarnao in cerca di Gesù. Trovatolo di là del mare, gli domandarono: "Maestro, quando sei venuto qua?". Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico: voi cercate me, non per i miracoli che avete veduto ma perché avete mangiato di quei pani e ve ne siete saziati. Cercate di procurarvi non il cibo che perisce, ma il cibo che dura per la vita eterna, quello che il figlio dell'uomo vi darà; perché è lui che il Padre, Dio, ha segnato con il suo sigillo". Gli dissero: "Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?". Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato.". Gli domandarono: "Che miracolo fai tu, affinché lo vediamo e crediamo in te? Che opera fai? I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come sta scritto "Diede loro a mangiare pane venuto dal cielo"". Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi diede il pane del cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane del cielo, poiché il pane di Dio è quello che discende dal cielo e dà la vita al mondo". Gli dissero allora: "Signore, dacci sempre di questo pane". Gesù dichiarò loro: "Io sono il pane di vita: chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Ma io ve l'ho detto: voi mi vedete, ma non credete. Tutto ciò che il padre mi dà, verrà a me: e chi viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma quella di colui che mi ha mandato. Or, la volontà di colui che mi ha mandato è questa: che io non perda niente di quanto egli mi ha dato, ma che lo resusciti nell'ultimo giorno. Poiché la volontà del Padre mio è che chiunque conosce il figlio e crede in lui abbia la vita eterna: ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno".

2) I Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo", e dicevano: "Non è costui Gesù, figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai ora dice: "Sono disceso dal cielo"?". Gesù rispose loro: "Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato, ed io lo resusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "Saranno tutti istruiti da Dio". Chiunque, pertanto, ha udito il Padre e accoglie il suo insegnamento, viene a me. Non già che qualcuno abbia visto il Padre, eccetto colui che viene da Dio: questi ha visto il Padre. In verità in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.

3) "Io sono il pane di vita. I padri vostri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane disceso dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. Sono io il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".

4) Discutevano perciò fra di loro i Giudei dicendo: "Come può darci a mangiare la sua carne?". Gesù disse loro: "In verità in verità vi dico: se non mangerete la carne del figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo resusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è veramente cibo, e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui. Come il Padre vivente ha mandato me ed io vivo per il Padre, così chi mangia me vivrà anch'egli per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non come quello che mangiarono i padri e morirono: chi mangia questo pane vivrà in eterno". Queste cose disse Gesù, insegnando nella Sinagoga di Cafarnao.

Dal Vangelo di Giovanni 6, 22 – 59

In questo capitolo è irrilevante la prima parte del primo paragrafo il cui fine è il tentativo di Giovanni di costruire meraviglia in chi legge per il fatto che le persone vanno a cercarlo. Vanno a cercarlo per conoscere quanto ha da dire. Quanto ha da dire, per Giovanni, è la cosa veramente importante. Infatti Giovanni è il portavoce di quel Gesù. Quanto Gesù chiede che venga fatto a sé stesso è quanto Giovanni chiede che venga creduto e fatto a sé stesso.

Quello che dice Gesù lo dice per sé stesso, per Giovanni che ne è il portavoce e per la chiesa cristiana che si appresta a mettere in atto strategie di sottomissione dell'umanità attraverso le quali distruggerne il futuro nell'infinito dei mutamenti.

La risposta di Gesù si riferisce alla moltiplicazione dei pani. Secondo Giovanni costoro sono andati a cercare Gesù perché lui ha moltiplicato i pani. Negli altri vangeli l'episodio della moltiplicazione dei pani serviva per dire ai suoi seguaci di non costruire il futuro, di non provvedere per il domani, tanto lui moltiplica i pani e i pesci. Questo sbocco morale ora non ha più senso, anche se in un secondo tempo verrà usato pesantemente dalla chiesa cattolica per distruggere il divenire degli Esseri Umani. Molte persone hanno venduto i loro averi e hanno consegnato i loro soldi agli apostoli che dicevano che sta per arrivare la fine del mondo e il giudizio universale e che era doveroso rinunciare alle ricchezze perché tanto non avrebbero potuto portarsele oltre la morte. Questo insegnamento è fallito al punto tale che i cristiani stanno abbandonando la dottrina per cercare altre cose. Giovanni deve dare uno sbocco diverso a quell'episodio perché le finalità devono essere rinnovate.

Giovanni non dice più: "Ma chi ve lo fa fare di costruire il futuro tanto io moltiplico i pani e i pasci!", ma dice: "Proprio perché io moltiplico i pani voi venite da me!"

Quando Giovanni si prepara ad ingannare le persone inventando panzane davanti alle quali vuole che gli Esseri Umani si mettano in ginocchio ripete ossessivo che è la verità. Una verità incommentabile. Una verità incriticabile. Una verità da accettare, davanti alla quale prostrarsi!

"Voi non siete venuti da me per i miracoli, ma perché avete mangiato di quei pani e ve ne siete saziati!" Le opere che avrebbero dovuto testimoniare il suo essere figlio del dio padrone e padrone lui stesso vengono messe in secondo piano. Cosa emerge in primo piano? Emergono i pani. Che cosa sono i pani? Non sono più il pane che viene moltiplicato e dei cui resti si riempiono le ceste, ma sono i frammenti di insegnamento che Gesù ha distribuito. Certo, dice Giovanni, i miracoli si possono anche inventare, di loro non si trova traccia, ma delle perle dell'insegnamento, questo sì attirava la gente. Io, dice Giovanni, queste perle vi distribuisco e voi dovete cercare queste perle perché con queste perle voi vi nutrite e vi saziate. Questo è il cibo che dura per la vita eterna. I pani sono gli insegnamenti di Gesù figlio del dio padrone e padrone lui stesso. Quanto egli impone è quanto deve essere cercato dagli Esseri Umani: il cibo che dura per la vita eterna. Qui non stiamo parlando della vita oltre la morte del corpo fisico; si sta parlando della vita fisica, quella promessa di immortalità attraverso la risurrezione che Giovanni deve spostare nel tempo, lontano da quella generazione e da quelle che l'hanno preceduta, per impedire che gli Esseri Umani abbandonino le comunità cristiane per cercare cose diverse. Chi darà il pane che dura per la vita eterna? Lui; il figlio del dio padrone attraverso la descrizione di Giovanni e attraverso la gestione dell'orrore che per duemila anni ha fatto la chiesa cristiana e quella cattolica in particolare.

Perché questo? Perché il dio padrone ha delegato loro a rappresentarlo, incapace di rappresentare sé stesso presso gli uomini. Incapace di pascolare il proprio bestiame umano ha dovuto trovare dei pastori violentatori affinché i miserabili del suo gregge soffrissero nel mangiare il pane che dura per la vita eterna. Lui, il figlio del dio padrone, è padrone egli stesso non solo perché è figlio del padrone, ma anche perché il padrone lo ha segnato col suo sigillo: lo ha marchiato per poterlo riconoscere mentre conduce il suo bestiame!

Ed ecco il bestiame terrorizzato. Egli ha mangiato il pane regalato dal figlio del padrone e padrone lui stesso. Quel bestiame non ha arato il campo; non ha seminato il grano; non ha curato la crescita del grano; non ha mietuto; non ha sarchiato; non ha lavorato al forno per fare il pane. Quel bestiame umano non ha operato per modificare sé stesso. Ha distrutto sé stesso nell'attesa che qualcuno gli desse il pane. Ha atteso la propria distruzione finché disperato non gli rimase altro da fare che tendere la mano avendo trasformato sé stesso in soggetto di carità. Ora ha bisogno di quel pane! Ora, disperato, deve sottomettersi. Ora deve attendere che una promessa si avveri. Una promessa che è fatta in verità e per la verità. Quella stessa verità che vedrà quello stesso bestiame sacrificato sull'altare della vita avendo rinunciato ad affrontare la vita stessa incapace di prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.

Che cosa dobbiamo fare per avere ancora quel pane? Supplicano.

Questa è l'opera del dio padrone! La vostra sottomissione, la vostra distruzione: la vostra dipendenza è la sua opera. Dovete completare la vostra distruzione: dovete credere in me! Sottomettervi a me! Dovete prendere il bisogno di dipendenza che il pane che vi ho dato ha generato in voi ed estendere il bisogno di dipendenza all'intera umanità: questo dovete fare; questo è il capolavoro del dio padrone di cui sono figlio e padrone io stesso. Questo dice Gesù ai presenti. Questo pretende Giovanni attraverso le sue descrizioni!

C'è un attimo di ribellione nei presenti. Giovanni vuole far credere che non è facile il gioco della sottomissione. Questi miserabili prima erano venuti per il cibo e, non contenti di credere in lui per il cibo, ora chiedono quali opere faccia Gesù affinché loro debbano credere che lui è il padrone figlio del dio padrone.

Però è solo un attimo! Si ricordano del proprio condizionamento educazionale: i loro padri hanno mangiato la manna del deserto piovuta dal cielo perché questo, che dice di essere il figlio del dio padrone e padrone lui stesso, non potrebbe fare altrettanto? Ed ecco Giovanni che istruisce le chiese cristiane sul come far fessi chi non si può difendere. Spostate il discorso su un'altra cosa. Non fermatevi dove i vostri schiavi vi possano chiedere conto del loro stato di dipendenza e di schiavitù. Dite loro che non devono guardare alle catene che hanno ai loro polsi per essersi sottomessi a voi. Dite loro che saranno beati perché attraverso la sottomissione essi mangiano il vero pane del cielo. Diteglielo, ripetendo ossessivamente, che è la verità, ma proprio la verità e nient'altro è vero al di fuori di questo. Dite loro che la sottomissione è quanto piace al dio padrone e che solo sottomettendosi alla chiesa cristiana si sottomettono al dio padrone, solo sottomettendosi a Giovanni si sottomettono al figlio del dio padrone e padrone anch'esso.

Così, dice Giovanni, loro supplicheranno ancora sottomissione perché riterranno che maggiore è la sottomissione e maggiori sono le possibilità di eternità. E mentre loro supplicheranno maggiore sottomissione doneranno la loro vita. Sprecheranno la loro esistenza. In compenso faranno la gloria del padre padrone, di suo figlio padrone egli stesso, di Giovanni che ne racconta le gesta di sottomissione e della chiesa cristiana cattolica che quella sottomissione la espanderà attraverso i secoli attraverso l'uso sistematico del pane che dà la vita: i ferri roventi delle torture; il traffico di schiavi; la distruzione dei popoli e delle culture!

Gesù dice in pratica: voi non imparerete mai a coltivare il vostro campo; voi non imparerete mai a sviluppare il dio che cresce dentro di voi. Sarete solo dei disperati e sarete costretti a credere in me perché per voi non c'è altra possibilità alla vostra disperazione. Io sfamerò e disseterò la vostra disperazione. La sfamerò e la disseterò di illusioni. A queste illusioni voi darete corpo, fiato e forma. Nel far questo distruggerete definitivamente le vostre possibilità di eternità.

Giovanni è consapevole che solo i disperati possono accettare le illusioni. "Voi mi vedete, ma non credete!" si lamenta Gesù. Ed eccolo pronto a minacciare. "Anche se voi non mi credete non pensate di scappare: tutto ciò che il padre mi dà, verrà a me" dunque, anche se voi non volete sottomettervi a me perché desiderate percorrere una via virtuosa che costruisca il dio che cresce dentro di voi non potete fare a meno di ubbidire agli ordini del dio padrone mio padre! Anche se voi non avete voluto venire a me, ma vi ha costretti il potere del dio padrone io non vi caccerò via, perché vi ho mentito: io non ho possibilità di giudizio!

Io non sono in grado di giudicare e gli ordini del dio padrone mio padre non sono quelli che io giudichi, affinché voi mi onoriate, ma sono quelli: "che io non perda niente di quanto egli mi ha dato, ma che lo resusciti nell'ultimo giorno."

"Chiunque conosce il figlio e crede in lui..." Significa che chiunque si sottomette al figlio del dio padrone, padrone lui stesso, avrà la vita eterna. Chiunque distrugge sé stesso sottomettendosi avrà la ricompensa per la sua sottomissione: sarà resuscitato.

Questo è quanto Giovanni indica come operazione politica. Costruire sottomissione. Quando Giovanni scrive può solo minacciare chi non si sottomette ad egli che descrive i dettami del figlio del dio padrone, ma la chiesa cattolica non si limita ad inveire e a terrorizzare attraverso la parola. La chiesa cattolica userà la tortura e la distruzione delle condizioni di vita degli individui; unico mezzo affinché costoro supplichino di essere nutriti con il pane della vita che toglie la capacità dell'Essere Umano di costruire sé stesso.

Anche nel secondo paragrafo deve essere spostata l'attenzione dagli elementi in cui Giovanni vorrebbe inchiodarla. Giovanni concentra l'attenzione del lettore sulla critica dei Giudei per il fatto che il suo Gesù afferma di essere disceso dal cielo. In realtà l'attenzione va centrata sull'affermazione di essere pane. Il controllo sugli Esseri Umani non dipende dall'affermazione di essere disceso dal cielo, ma dal fatto di essere il necessario che gli Esseri Umani devono mangiare per costruire la loro eternità. Non è molto importante stabilire da dove viene, ma è fondamentale, in questo caso, stabilire l'intento della sua azione e il fine che si propone.

In tutta la guerra che Giovanni descrive fra il suo Gesù e i Giudei l'oggetto del contendere non sono i Giudei, ma gli astanti che ascoltano da altre parti, da altre città, in altre popolazioni. E' Giovanni che parla dell'omaggio dei gentili. E' Giovanni che dice che in fondo molti capi lo seguivano anche se in segreto. E' Giovanni che parla di una morte dignitosa a differenza della disperazione espressa in altri vangeli.

L'operazione di Giovanni è quella di infangare i Giudei concentrando l'attenzione contro di loro e, nello stesso tempo, attraverso questo, nascondere il senso dell'operazione dottrinale che è la costruzione della sottomissione a quel pane senza il quale non si può placare la sete della disperazione. Dal momento che quel pane può placare la sete della disperazione mentre diventa indifferente per chi costruisce sé stesso appare evidente che il primo dovere del cristiano è costruire la disperazione attraverso l'educazione all'impotenza da parte di chi non è in grado di difendersi nell'affrontare la vita.

Il matto descritto da Giovanni afferma di essere disceso dal cielo! Tanti matti si sono spacciati per profeti mandati per una qualche missione divina. E' da chiedersi: a quale scopo? Allo scopo di rendervi dipendenti da me! Lo scopo è la distruzione degli individui attraverso l'impedimento di costruirsi la vita.

Lasciamo perdere la contrapposizione nella quale Giovanni vorrebbe inchiodarci e andiamo al senso reale del discorso che è il tentativo di costruzione della dipendenza nell'Essere Umano. Un tentativo che si completa nel "Saranno tutti istruiti da dio". Il dio padrone, padrone della conoscenza e del sapere, istruisce chi vuole per i suoi fini. Quali sono questi fini? La distruzione degli Esseri Umani! La loro trasformazione in bestiame da allevamento che viene condotto, da chi ha istruito, al macello della vita!

La personale guerra condotta da Giovanni contro i Giudei trova facile esca anche nel loro tempo data la diversità di usi culturali rispetto alla generalità degli altri popoli. I Giudei come deicidi. Questa è la loro colpa per i secoli a venire, mentre le loro attività culturali perverse (gli individui quali proprietà del dio padrone e con quanto culturalmente e socialmente ne consegue) vengono imposte militarmente a tutte le strutture sociali. Una condanna che sarà la maledizione a giustificazione di stragi, torture e distruzioni di tutti i popoli del pianeta. Noi dobbiamo spostare l'attenzione perché le perversioni personali appartengono a Giovanni, ma l'operazione di sottomissione è quanto Giovanni prima propone e poi impone all'intero Sistema Sociale umano.

Il secondo paragrafo conclude con l'esaltazione della sottomissione. Chi si sottomette a lui non è il disperato incapace di affrontare la vita che cerca una fonte alla quale alleviare la sofferenza della sua disperazione, ma è quello che ha udito il padre e che accoglie il suo insegnamento. L'insegnamento del padre è proprio la disperazione. E' proprio l'incapacità soggettiva degli Esseri Umani ad affrontare la vita attendendo una manna che risolva loro i problemi della vita. Ogni volta che gli Esseri Umani attendono una manna che risolva loro i problemi della vita uccidono una parte del dio che cresce dentro di loro. Ogni volta che confidano nel dio padrone sacrificano una parte di sé stessi di cui si nutre il dio padrone. Allora è chiara che cos'è la gloria del dio padrone: è la sua attività di cannibalismo e di distruzione degli Esseri Umani! Cosa promette in cambio della distruzione soggettiva per la gloria del figlio del dio padrone e padrone lui stesso? Promette la vita eterna. La vita eterna in contrapposizione alla morte. Accettare la sottomissione in lui significa accettare la propria distruzione rinunciando a costruire sé stessi. Nel far questo si costruisce la propria disperazione che viene alleviata nel dolore lungo il cammino della propria distruzione dall'attesa dell'attuazione di una promessa di eternità. Quando questa si doveva verificare? Ai tempi di Gesù. Dunque ha mentito! Allora Giovanni rinnova: questo è il tempo! Ha mentito! Allora la chiesa cristiana rinnova secolo dopo secolo usando il genocidio e la tortura per diffondere la disperazione.

Gesù di Nazareth: l'Infamia umana!

Il terzo e il quarto paragrafo di questo capitolo rappresenta una delle cose che maggiormente i cristiani hanno voluto occultare delle loro origini: la costruzione fisica della sottomissione. La sottomissione non si costruisce semplicemente chiedendo a qualcuno di sottomettersi, ma si costruisce agendo sui bisogni soggettivi degli individui. Gli uomini sono spirito quando i loro bisogni di Esseri della Natura sono soddisfatti. Sono spirito sottomesso quando la soddisfazione dei bisogni è l'arma di ricatto per ottenere la sottomissione nella mani di qualcuno.

Parliamo della società umana di quei tempi. Parliamo delle regole ebraiche tanto vituperate dai romani. (citazione tratta da "Eunuchi per il regno dei cieli" di Ranke-Heinemann) Affermava degli Ebrei Tacito:

"E poiché si riuniscono ostinatamente fra di loro e si aiutano vicendevolmente, imbevuti da un odio mortale verso tutti gli altri popoli, (...) questo popolo, benché abbia una natura molto sensuale, si astiene tuttavia dall'avere rapporti sessuali con una donna straniera, ma tra di loro tutto è lecito" e ancora "Essi hanno introdotto la circoncisione come segno di riconoscimento. I loro proseliti (coloro che si convertono a questa religione) si sottopongono alla stessa pratica e per prima cosa imparano a disprezzare gli déi, a rinnegare la loro patria e a non tener in nessun conto genitori, figli e fratelli. Tuttavia si preoccupano di moltiplicare il numero dei loro discendenti e considerano una colpa uccidere qualcuno dei figli nati dopo il primogenito. E considerano immortali le anime di coloro che sono morti in battaglia o giustiziati. Da quì nasce il desiderio di avere figli e la morte non è tenuta in alcun conto (...). Gli egiziani venerano molti animali e ne hanno fatto molte immagini, gli Ebrei rivolgono i loro pensieri ad un unico essere divino, ma solo col pensiero.

In una situazione sociale strutturata in modo tale per cui l'Essere Umano femminile è una fattrice di figli senza nessun diritto, nemmeno quello di uccidere il neonato, è ovvio che si verifichino nel Sistema Sociale tutta una serie di spinte sessuo-emotive per compensare quanto l'orrore della nascita di un figlio all'anno per ogni donna comporta. In ogni Sistema Sociale, di quel tempo, esistevano delle pratiche per far sì che le nascite fossero proporzionate alle capacità del Sistema Sociale di provvedere loro. Le persone che nascevano erano importanti se erano una ricchezza del Sistema Sociale, non se il loro carico volgeva a distruggere il Sistema Sociale. In un Sistema Sociale come quello imposto dai cristiani la mortalità infantile e la mortalità da parto era infinitamente maggiore di un Sistema Sociale dell'antica Roma dove la ginecologia era molto sviluppata. La stessa cosa non si può dire all'interno di un Sistema Sociale ebraico. I metodi correnti nei Sistemi Sociali dei "Gentili" erano la soppressione dei neonati, gli aborti, l'esposizione dei neonati mentre i ricchi usavano le schiave per non caricare di parti eccessivi le mogli. Le pratiche sessuali alternative erano normali in quanto permettevano di non lasciare strascichi. La pratica sessuale alternativa era invisa al Sistema Sociale e in particolare a quello ebraico. Il sesso serviva per fare figli ed aumentare il bestiame a disposizione del dio padrone. Sodoma e Gomorra insegnano: loro non volevano fare figli per il dio padrone e sono stati annientati. C'era un'altra possibilità per non avere figli e nello stesso tempo sfogare gli istinti sessuali e i cristiani si riunivano proprio per questa. Quali cristiani? Forse non tutti; probabilmente questa pratica era invisa da qualcuno, ma questa era l'Agape. Che cos'è l'Agape? Ufficialmente è una cena offerta agli orfani e alle vedove presieduta dal vescovo della città. Era un uso ebraico trasportato nel primo cristianesimo attraverso il quale si somministrava il "pane vivo disceso dal cielo!". Si svolgeva nelle case private durante i primi secoli fino a Costantino. Poi la pratica dell'eucarestia si scisse dalla pratica dell'Agape. Poi il rito divenne ufficiale. Il rito non poteva più essere segreto e nascosto o, almeno, la parte ufficiale doveva essere presentabile. Delle pratiche sessuali alternative ai dettami culturali ufficiali non ci sono dubbi. Un'intera bibbia urla contro quelle che vengono chiamate pratiche omosessuali o di dispersione del seme maschile. Cosa succede quando il seme maschile è: "il pane vivo disceso dal cielo"? Allora diventa una pratica sacra. Allora il maestro e l'officiante stanno praticando il dettame divino e attraverso il dettame divino costruiscono sottomissione. Sono solo apostoli uomini quelli che seguono il "pane vivo disceso dal cielo". La traduzione non dice se una persona mangia il questo pane, ma dice se "uno" mangia questo pane vivrà in eterno. Giovanni deve tenere uniti i cristiani che se ne stanno andando cercando altre cose. Il Sistema Sociale in cui vive gli vieta di uccidere i figli, li costringe a tenersi e mantenere tutti i figli nati: quale pratica sessuale alternativa alle imposizioni partorirà quel Sistema Sociale? La spermatofagia elevata a "pane vivo disceso dal cielo" dove chi partecipa alla comunione vivrà in eterno e il pane che in quelle pratiche divine verrà dato "è la mia carne per la vita nel mondo".

Cosa abbiamo in questo passo? C'è il vero motivo per il quale si è costruita la prima comunità cristiana. Troppo feroci erano i costumi ebraici imposti. Era necessario cercare delle scappatoie per continuare a vivere e la scappatoia fu la riunione nell'Agape. Santificata dai cristiani in quella che loro chiamano: l'ultima cena!

Che questa pratica fosse frequente nelle Agape cristiane, più in antico mentre a mano a mano che il cristianesimo diventava la religione ufficiale veniva abbandonata, viene testimoniata anche da un vescovo, tale Epifanio nel suo Panarion nei primi secoli del cristianesimo parlando di cristiani suoi avversari i Fibioniti:

"venivano serviti pasti sontuosi con carni e vino anche se essi sono poveri. Quando mangiano assieme in tal modo e ricolmano per così dire le loro vene, volgono il sovrappiù di energie in eccitamento. L'uomo, lasciando sua moglie, dice alla sua stessa moglie: "alzati e fai l'amore con il fratello" ("celebra l'Agape con il fratello"). Quindi gli sciagurati si accoppiano fra loro e in verità sono pieno di vergogne nel dire le cose vergognose che fanno... Dopo essersi abbandonati alla fornicazione, innalzano al cielo le loro bestemmie. L'uomo e la donna prendono nelle loro mani il liquido eiaculato dall'uomo, si alzano in piedi e rivolti al cielo, le mani insozzate dall'impurità, dicono: "Ti offriamo questo dono, il corpo di Cristo", mangiano quindi la loro stessa ignominia, dicendo: "Questo è il corpo di Cristo e questa è la Pasqua per cui i nostri corpi soffrono e sono costretti a confessare la sofferenza di Cristo". Lo stesso avviene con la donna: quando accade che essa abbia il flusso di sangue, raccolgono il sangue mestruale della sua impurità e lo mangiano insieme dicendo: "Questo è il sangue di Cristo".".

E' mia impressione che quando il vescovo Epifanio di Salamina scrive questo, l'Agape cominciava ad essere in disuso e il vero scandalo che manifestava non era tanto per la pratica di spermatofagia, ma piuttosto per la partecipazione delle donne a delle pratiche in onore del "pane vivo disceso dal cielo". Infatti il "pane vivo disceso dal cielo" si circondava esclusivamente di uomini salvo la partecipazione di qualche figura di contorno sulle quali la propaganda cristiana nel corso dei secoli vi ha ricamato sopra una tonnellata di leggende per occultarne le pratiche. La pratica spematofagica altro non era che una soluzione attraverso la quale soddisfare i bisogni sessuali senza avere figli e la sua elevazione a pratica divina consentiva di imporre il segreto ai partecipanti. Tutto l'occultismo cristiano si riduce a questo. Questo permetteva di imporre sottomissione non solo per il tipo di pratica, ma anche per il mantenimento del segreto nella pratica stessa che comunque deviava dai costumi imposti dal Sistema Sociale ebraico.

Il quarto paragrafo serve per allontanare l'attenzione del lettore non iniziato a quelle pratiche. I Giudei si chiedevano: come può darci da mangiare la sua carne e bere il suo sangue? In questo stupore c'è quasi un compiacimento da parte di Giovanni perché i suoi nemici ignorano la sostanza espressa. Se l'avessero scoperta l'avrebbero perseguitata, come hanno perseguitato la Sodomia e l'Onanismo. Questo compiacimento viene espresso dal Gesù con la sua ossessione che nasconde l'inganno: in verità, in verità!

Quando la pratica viene abbandonata? Quando la sottomissione viene imposta non più attraverso la manipolazione dei bisogni fisici degli individui, ma attraverso strutture di controllo sociale. Una struttura di controllo sociale è la distribuzione degli averi e di ricchezze in soprappiù, delle quali i poveri ne hanno necessità. Pur di avere il necessario i poveri accettano la sottomissione. Prima che venga a costruirsi questa forma di controllo, il gruppo dei cristiani, tenta di compattarsi attraverso la pratica dell'Agape e la soddisfazione di bisogni sessuali che il Sistema Sociale in cui vivono nega loro.

La centralità dell'insegnamento di Giovanni non è tanto la pratica spermatofagica, ma la necessità di trovare un sistema di compattazione interna ai cristiani attraverso il quale far fronte alle defezioni nei confronti degli gnostici e, nello stesso tempo, coltivare la sottomissione al gruppo e al suo presunto maestro.

La chiave di tutto è la sottomissione, non il mezzo attraverso il quale i cristiani la ottengono!

E' la sottomissione che viene premiata con la vita eterna, non la partecipazione alla pratica spermatofagica la quale, comunque attraverso l'Agape, diventa l'elemento di compattazione fra i primi cristiani e in special modo per quelli che fanno riferimento a questo vangelo.

"Questo è il pane disceso dal cielo; non come quello che mangiarono i padri e morirono: chi mangia questo pane vivrà in eterno!"

La sottomissione viene costruita attraverso delle tecniche che si modificano nel tempo a seconda dei mezzi che sono messi a disposizione. I mezzi determinano la qualità della sottomissione. I mezzi si possono variare a seconda dell'utilità economica che la variazione comporta al solo fine di aumentare e sviluppare la sottomissione.

Questo pezzo di Giovanni è chiarificatore su quali furono gli inizi e le tecniche della sottomissione! La necessità di usare un linguaggio appropriato è manifestata dallo stesso Giovanni. Egli dice agli Esseri Umani che lo ascoltano: "Gesù non poteva parlare più chiaramente di così, stava predicando alla sinagoga di Cafarnao, se avesse usato un linguaggio più esplicito lo avrebbero ammazzato subito!"

Tutto questo crea qualche problema a Giovanni ed è testimoniato nel capitolo seguente di cui non diamo lettura. Viste le pratiche di Giovanni sono in molti ad andarsene. Dice Giovanni: "Questo linguaggio è duro. Chi lo può ammettere?" Non del linguaggio si tratta, ma delle pratiche. Sono le pratiche del mangiare "il pane disceso dal cielo" che portano molte persone ad abbandonare le pratiche cristiane assieme al fallimento della fine del mondo, del giudizio universale e della venuta di un pazzo in mezzo alle nuvole.

Marghera 30 agosto 1999

 

(Revisione 01 dicembre 2014)

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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Il vangelo di Giovanni è la costruzione di una condizione militare con cui i cristiani hanno messo a punto la distruzione delle culture antiche e proseguono anche oggi distruggendo le culture moderne.