Il Potere di Essere e il Potere di Avere

Il sentiero di Conoscenza della stregoneria
e le contraddizioni sociali.

di Claudio Simeoni

Vivere da Stregone

Il potere manifestato nella vita

Ci sono sbarre che ingabbiano il corpo, ma liberano lo spirito.

Ci sono sbarre che bloccano lo spirito illudendo il corpo di essere libero.

Come può esistere un sentiero di conoscenza se si crede nell'esistenza di un dio creatore? Come è possibile sviluppare la propria conoscenza mediante l'accumulo della propria esperienza se si pensa che una provvidenza porti dei doni all'uomo?

Non è mai esistito un solo Stregone che abbia pensato di cambiare il mondo in cui vive, né di impossessarsi dello stesso. Non è mai esistito uno Stregone che, pensando di dominare il mondo o gli elementi, si sia impossessato di "demoni" o "spiriti" per ergersi a padrone degli uomini. Lo Stregone è colui che modifica sé stesso, la propria percezione, il proprio "stare nel mondo" per vivere gli aspetti del mondo che la ragione nega e che, per le persone abituate a confidare nella provvidenza di un dio mediante la sottomissione ad una morale, sono sconosciuti o inesistenti. Lo Stregone modifica sé stesso rispetto al mondo e non modifica il mondo per adattarlo a sé stesso.

Modificare sé stessi per essere nel mondo è proprio della Religione Pagana Politeista che riconosce gli aspetti divini del mondo con i quali costruire le relazioni.

Modificare il mondo, per adattarlo a sé stessi, è proprio delle religioni monoteiste che attribuiscono all'individuo, creato ad immagine e somiglianza del loro dio immaginario, l'aspetto divino e lo negano agli oggetti del mondo che ritengono muti e a loro disposizione (per volontà del loro dio).

Alcune considerazione sul modo di essere.

Quando un individuo percorre un sentiero che ha come fine lo sviluppo di sé stesso e l’arricchimento della sua esperienza, il sentiero che percorre per la sua esistenza, si impadronisce di lui. La soggettivazione, la fagocitazione, del risultato di un’esperienza modifica l’individuo e impedisce ad altri dati di possibili esperienze analoghe di accedere, in quello spazio di tempo e in quelle condizioni, alla sua coscienza. Davanti ad ogni esperienza si presentono al singolo individuo varie scelte. Ogni scelta che viene fatta dal singolo individuo è un mattone del suo sentiero. Il sentiero non è tracciato aprioristicamente, ma è costruito dal singolo individuo mediante le scelte che fa nelle condizioni oggettive in cui fa quelle scelte. Il sentiero che un individuo percorre dalla propria nascita alla propria morte è il sentiero che l’individuo costruisce.

Quando noi parliamo di un sentiero di Conoscenza parliamo di una trasformazione delle persone che va nella direzione in cui, data un’esperienza, a quell’esperienza viene sommata un’altra esperienza che fa da base ad una esperienza successiva. L’individuo si modifica, sia fisicamente che psicologicamente ad ogni esperienza. Ad ogni esperienza, la conoscenza dell’individuo si destruttura e si ristruttura fagocitando la nuova esperienza. Un passaggio fra l'inconsapevole e il consapevole dove al consapevole, come divenuto in questo presente, si aggiunge un'ulteriore consapevolezza come aggiunta alla consapevolezza precedente quale risultato di nuove esperienze. Il nuovo si somma, si sedimenta, si integra, si amalgama, generando nell'individuo la consapevolezza di essere in possesso di un nuovo grado di conoscenza. Un nuovo grado di conoscenza che la ragione non è in grado di distinguere dalla conoscenza che precedette il suo adattamento per comprendere la nuova esperienza. Spesso le persone dimenticano le trasformazioni che le hanno portate a sviluppare l'attuale grado di consapevolezza e di conoscenza. Dimenticando come sono giunti a ciò non si organizzano in vista di nuovi e possibili traguardi finendo per fissarsi su quello che hanno raggiunto. In altre parole, non corrono verso la morte del corpo fisico, ma si siedono e aspettano che la morte, come un destino inevitabile, giunga fino a loro.

Se io non ricordo gli sforzi che ho fatto per giungere alla conoscenza che ho ora, non metto in atto altri sforzi per raggiungere nuove conoscenze e modificarmi ulteriormente. Nell'educazione che noi abbiamo subito, gli sforzi dovevano avere un obbiettivo predeterminato. Perché fai questo? Faccio delle cose per degli obbiettivi, ma la conoscenza non è un obbiettivo perché non ha nulla di oggettivo. La conoscenza è solo una trasformazione soggettiva, data dall'esperienza, dell'individuo nella propria vita. Io non posso organizzare il mio sentiero. Il sentiero, al contrario, organizza me spingendomi, anche quando vorrei non fare nuove esperienze per paura di possibili dolori, a nuove sfide e a nuove trasformazioni.

Il sentiero che ho costruito con le mie scelte non mi induce solo a proseguire nella qualità delle scelte, ma mi stimola a scegliere ancora e ancora.

E' il sentiero che guida l'individuo, non l'individuo che organizza il proprio sentiero. Però, data un'esigenza e uno stimolo, l'individuo si organizza per veicolarlo nel mondo. Si organizza per rispondere ai fenomeni del mondo. Il sentiero che ha costruito lo costringe a confrontarsi con i fenomeni del mondo. Ogni volta che affrontava le contraddizioni della sua vita, affinava la sua percezione e la sua coscienza. Il sentiero che ha costruito lo ha costretto a forgiare gli strumenti con cui affrontare i nuovi fenomeni. Così il sentiero spinge l'individuo, ma l'individuo, su quel sentiero, sceglie come costruirlo. Sceglie la sfida nell’esistenza o la risposta alle sfide che l’esistenza gli impone. Sceglie come organizzarsi per affrontare le sfide. Dalle sue scelte "produrrà la qualità del proprio sentiero” preparandosi alle sfide successive.

Quando ci si sta rilassando, il sentiero ti butta in pasto ai "rompicoglioni".

Don Juan li chiamava pichitos tiranitos. Non esiste, nella lingua italiana, altro termine per definirli che quello di "rompicoglioni". Personaggi il cui unico scopo consiste esclusivamente nel danneggiare la vita delle persone per il piacere di danneggiare la vita delle persone. Danneggiare una società per il piacere di costringere quella società alla miseria, all’indigenza per poter beneficiare del piacere che dona loro produrre sofferenza sociale. Che cos’è negare il diritto alle donne di abortire se non un modo per procurarsi piacere derivato dalle donne che vivono la sofferenza per una vita negata dal dovere di accudire un figlio non voluto? Far del male alle persone gravando sugli individui il peso di doveri e di condizioni morali coercitive sfruttando le proprie cariche all'interno del comando sociale, è l’aspetto psico-emotivo con cui si presenta, nel singolo “funzionario”, l’esercizio del dominio sul singolo individuo nella vita sociale.

 

 

La vita si vive per sfida. O come Contesa Furente e Amicizia, o come Armonia e Peitò. Per questo motivo i rompicoglioni non sono tali come soggetti in sé, ma lo sono come soggetti in relazione al nostro essere soggetti nel mondo in cui viviamo. I rompicoglioni ci rubano la quotidianità. Ci rubano la vita mediate la violenza impositiva.

Da tempo la nostra specie ha cessato il processo di divenire nella Natura. Da tempo, per troppe persone, la specie umana si è separata dalla Natura e dall'insieme delle contraddizioni proprie della Natura per confinarsi nel sistema sociale. In ogni specifico sistema sociale.

Spesso gli uomini delle società hanno finito per credere che le regole proprie del sistema sociale fossero diverse dalle regole della Natura. L’uomo ha da tempo confuso la veicolazione specifica delle proprie pulsioni con le pulsioni stesse che, a differenza delle loro veicolazioni, si sono formate durante lo sviluppo dell’Essere Umano in quanto specie della Natura.

Così le sfide non sono più fra noi e specie diverse, ma fra noi e altri Esseri della nostra stessa specie che, per loro scelta, pretendono di impossessarsi di altri Esseri della loro specie. Quando questo tipo di contraddizioni si manifesta, le pulsioni che entrano in gioco sono quelle che la nostra specie ha forgiato come specie della Natura, compreso il bisogno di Libertà, ma la veicolazione delle pulsioni appartiene al divenuto sociale e alle regole specifiche, determinate da leggi e dogmi, in cui veicoliamo le pulsioni. Ciò che è legittimo e ciò che è illegittimo non appartiene a delle regole oggettive, ma ai rapporti di forza con cui i singoli individui riescono a far diventare legittima la loro veicolazione rispetto alle necessità emotive di veicolazioni diverse.

Il "piccolo tiranno" non è mai un soggetto legittimo in nessun contesto sociale, ma è solo un soggetto che, mediante la violenza e i rapporti di forza, impone come legittime le sue pretese.

Così, il "rompicoglioni" è tale perché pretende una legittimazione del proprio violare leggi e norme sociali e pretende, che tale violazione, sia accettata come un suo diritto e trasformata, a sua volta, in regola e legge sociale.

Anche nella Natura le sfide avvenivano contro qualcuno che tentava di prevaricarci e ridurci a preda. Solo che nella Natura spesso era solo ed esclusivamente una lotta a morte che consisteva nel distruggere l'avversario (per mangiarselo o per relazioni sessuali). Questa pratica è continuata anche quando i gruppi di uomini hanno combattuto contro altri gruppi di uomini, ma un po' alla volta, pur proseguendo anche oggi, un nuovo tipo di guerra si è affacciato nelle società umane: la guerra che non è quella di annientamento o di conquista, ma è quella di trasformare le proprie pretese soggettive in diritto oggettivo al quale costringere la sottomissione di altri Esseri Umani. Il volere soggettivo viene oggettivato e si fa legge del dittatore con cui costringere gli uomini alla sottomissione e all’obbedienza. L’Essere Umano trasformato in un oggetto d’uso del soggetto che ha trasformato le sue pretese soggettive in legge.

Questi alcuni, al di là di come si presentano o di come si giustificano, sono i "piccoli tiranni". Sono sempre fuorilegge e spesso interpretano le stesse leggi per legittimare il loro essere dei fuorilegge. Come il dio degli ebrei e dei cristiani che eleva la propria soggettività a legge che usa gli eserciti per imporre sottomissione.

Il Potere di Essere getta l’uomo in ogni contraddizione che può incontrare nella vita. Il Potere di Essere vive solo se si trasforma e accumula nuove e diverse esperienze. Maggiore è il numero delle sfide esistenziali vissute e tanto più forte la pulsione psicologica che spinge l’individuo a gettarsi nella mischia della vita si fa sentire alla sua coscienza.

Il Potere di Essere è il potere con cui il singolo individuo, quale somma delle proprie esperienze, si presenta nella società. Il Potere di Essere trae forza dal singolo individuo, dalle sue esperienze, dalla sua capacità di organizzarsi nel corso della propria esistenza. Un individuo costruisce il proprio Potere di Essere vivendo le contraddizioni nella sua esistenza.

L'aver affrontato delle sfide nella propria vita e l'aver risolto dei problemi, porta l'individuo a pensare che tutti i problemi della vita si possono affrontare e, possibilmente, risolvere dando loro una direzione in funzione dello sviluppo della vita. Chi ha sviluppato il Potere di Essere tende a gettarsi nella mischia all'apparire di nuovi problemi. Al contrario, chi è stato educato alla sottomissione, tende a fuggire ogni volta che si presenta un problema esistenziale.

Al contrario, colui che vive praticando il possesso, il Potere di Avere, non risolve i problemi che la sua vita gli presenta, ma delega qualcuno a risolverli per lui. Quel giorno che sarà costretto a risolvere quei problemi da solo, tenderà a negare l'esistenza del problema stesso (un po' come la crisi economica e la negazione dell'evidenza manifestata da Tremonti e Berlusconi).

Ne consegue che, dal momento che esistono dei problemi e che colui che pratica il Potere di Essere tende a gettarsi per risolverli, chi pratica il Potere di Avere deve impossessarsi di chi pratica il Potere di Essere per poter gestire le soluzioni dei problemi che chi pratica il Potere di Essere è in grado di affrontare. Impossessarsi, per riaffermare il Potere di Avere all'interno della società.

Sorge una contraddizione: mentre chi pratica il Potere di Essere manifesta delle soluzioni ai problemi direttamente funzionali alla vita, chi pratica il Poter di Avere deve sì accettare delle soluzioni ai problemi, ma queste soluzioni devono essere tali da consentirgli di riaffermare il proprio Potere di Avere all'interno della società, altrimenti la soluzione proposta, qualora mettesse in discussione il suo Potere di Avere dovrebbe essere negata come inesistente, folle, utopistica, inappropriata.

Chi pratica il Potere di Avere non risolve i problemi della società in cui vive. Risolve il proprio problema di riaffermazione del proprio potere e del proprio dominio nella società attraverso delle proposte di soluzioni di conflitti che devono avere come priorità quella di riaffermare il proprio Potere di Avere all'interno della società.

Per questo motivo chi pratica il Potere di Avere deve fingere che i problemi sociali non esistono perché, la soluzione di tali problemi, minerebbe il suo potere di controllo e di dominio nella società che intende gestire e dominare. L'esempio di oggi è la crisi economica che Berlusconi esorcizza. Ci sono dei provvedimenti che si possono prendere e che avrebbero lo scopo di mettere in sicurezza l'intera società, ma quei provvedimenti minerebbero il potere di Berlusconi di controllare la società e minerebbero il suo diritto all'impunità. Piuttosto che prendere provvedimenti che limiterebbero il suo potere di dominio, Berlusconi preferisce usare la propaganda per affermare che la crisi non esiste; la crisi è di natura psicologica; la crisi è già superata. Rimanda nel tempo ogni provvedimento sperando che un qualche evento casuale cambi il corso dell'economia. Così lui può rivendicare quell'evento casuale come prodotto della sua attività; non deve rendere conto di provvedimenti che non ha adottato; il suo potere di controllo e di dominio sulla società rimane inalterato.

Ogni individuo intenzionato a percorrere un sentiero atto a condurlo alla dilatazione e trasformazione di sé stesso ottiene un traguardo non raggiungibile [in questa situazione sociale, economica, politica] dalla massa degli individui appartenenti al sistema sociale. In altre parole, il Potere di Essere, sviluppato nel percorrere un sentiero per lo sviluppo di Sé, trasforma un Essere umano in modo tale da opporlo alle esigenze di controllo del Comando Sociale e se questi non riesce a circoscriverlo, tende a distruggerlo.

Ci sono solo due modi per vivere la propria esistenza. O ci si libera dai legami, o si soggiace ai legami. O si modifica il presente in cui si è nati (anche come liberazione dai legami familiari) o lo si fissa accettandolo e, accettandone la sottomissione, lo si riproduce nei propri figli.

Questi due atteggiamenti, nella società in cui viviamo, vengono radicalizzati nei comportamenti umani. Il fitto intreccio di relazioni sociali ci chiedono, da un lato di non mettere in discussione il presente (e le relazioni sociali che si esprimo nel presente, per come si esprimono) e, dall'altro lato, di elaborare nuove forme di relazioni affinché le relazioni sociali nel presente si perpetuino inserendo delle "novità" apparenti con cui riprodurre il modello presente modificandone la forma.

Per contro, chi vive per sfida e ha sviluppato un certo grado di conoscenza tende a rimuovere i legami che gli impediscono di continuare a vivere per sfida, sia per sé stesso che per la società in cui vive. Un esempio classico è il ribellismo adolescenziale. Rompere i legami è la tendenza di ogni individuo nel suo processo di crescita. La crescita è un gesto di sfida alla vita che il neonato mette in atto nel suo presente e, sfida dopo sfida, modifica sé stesso in un processo continuo di trasformazione della sua consapevolezza, della sua coscienza e della sua conoscenza.

La tensione di modificazione del presente viene sfruttata anche dal Potere di Avere in modo che, al contrario del Potere di Essere, il singolo individuo non si liberi dei legami sociali (parentali o comunitari) ma interiorizzi i legami facendoli propri e riproducendoli nelle sue scelte di vita.

Un esempio lo abbiamo in questi giorni. Per garantire la sicurezza, il Potere di Avere ha aggredito gli immigrati, ha proibito l'alcool ai minorenni, ha aumentato le sanzioni per chi guida dopo aver bevuto, ha criminalizzato chi va alla ricerca di rapporti sessuali, ha criminalizzato i senzatetto, ha criminalizzato gli artisti di strada, ha istituito le ronde contro le persone povere. In pratica, con la scusa di una "sicurezza", il Potere di Avere ha trasformato la società in una galera imponendo "nuove" (rispetto all'attuale presente) e diverse relazioni su cui fissare l'attenzione delle persone. Tutti i provvedimenti che ha approvato non saranno mai applicati in maniera sistematica ed oggettiva. Serviranno a singole persone, che all'interno delle Istituzioni praticano il Potere di Avere, per applicarle soggettivamente a seconda delle soggettive esigenze repressive. Giustificazioni per attività vessatoria e repressiva della struttura emotiva delle persone al di là delle esigenze sociali.

E' la legittimazione delle attività dei "Piccoli Tiranni", i "rompicoglioni", che se in questo momento ricevono l'applauso di una massa inconsapevole che si identifica con chi mette in atto le attività repressive, domani, e non è un domani molto lontano, quei provvedimenti saranno usati contro la massa inconsapevole che li sta applaudendo.

Mentre il Potere di Essere libera la società dal bisogno di alcool, dalla povertà e dal suo uso, dall'accattonaggio e dalla sua necessità; il Potere di Avere, con il discorso sulla sicurezza, alimenta lo spaccio di eroina mediante il proibizionismo e l’uso della criminalità, aumenta gli accattoni in quanto costringe i cittadini all’indigenza, aumenta i disperati che si riempiono di alcol. La repressione è funzionale ad alimentare le azioni criminali che favoriscono l'attività di spaccio e a rendere violento l'accattonaggio.

E' all’interno di queste condizioni sociali che la Stregoneria afferma che c'è una massa di individui che non riusciranno a costruirsi il dio che cresce dentro di loro. Persone troppo impegnate a sopravvivere in una situazione sociale nella quale sono state private dei mezzi e degli strumenti culturali con cui affrontare la loro situazione. Questa massa è stata indotta ad essere "spettatori plaudenti", anziché "attori critici" della propria vita sociale. Questa massa, anziché correre appassionata verso la morte, preferisce attende la morte nell'inevitabilità di un destino che hanno soggettivato.

Anche se il soggetto, che coltiva la costruzione di sé, ha in progetto di sottrarsi all'attività persecutoria, il comando sociale svilupperà il massimo dello scontro, nei suoi confronti, al fine di distruggerlo o di fagocitarlo.

In altre parole, il comando sociale attuerà ogni mezzo a sua disposizione al fine di costringerlo, spalle al muro, all'impotenza.

 

 

Ogni individuo che sviluppa il proprio Potere di Essere viene vessato dal comando sociale. Se oggi come oggi, in Italia, ad esempio, ma vale per tutti i paesi del mondo, abbiamo un articolo nella Costituzione in cui si impone che ogni individuo dia il meglio di sé stesso per favorire lo sviluppo della società; chi detiene il Potere di Avere nelle società, per il meglio, intende il proprio meglio, non il meglio sociale. Anche se abbiamo una Costituzione che parla del meglio per la società, il Potere di Avere interpreta tale articolo per il "meglio per sé stesso" perseguendo chiunque faccia del suo meglio per la società senza garantirgli il suo potere sulla società.

Ogni volta che la società risolve dei problemi al suo interno, tutta la società si riassesta e si ristruttura fagocitando la soluzione che ha risolto il problema. Pensiamo a cose recenti in Italia. Quando è stato modificato il reato di violenza sessuale passando da considerarlo un reato contro la morale (un reato contro il dio dei cristiani) a un reato contro la persona, l’intero sistema giuridico si è modificato anche se la testa di funzionari, poliziotti e molti magistrati è rimasta ancora nella convinzione che la violenza sessuale sia un reato minore in quanto rivolto contro la morale e non contro la persona. Lo stesso vale per l’approvazione della legge che istituisce le garanzie per le coppie non sposate. La società ha risolto un problema, si sta ristrutturando in modo da comprendere quella soluzione anche se la testa di molte persone pensa ancora con le condizioni precedenti all’approvazione di quella legge.

Dal momento che la soluzione dei vari problemi che la società incontra consiste in salti di qualità nelle relazioni sociali con un aumento di libertà dei suoi membri, specialmente dei livelli più bassi della gerarchia, ne consegue che il Potere di Avere delle persone che detengono il comando sociale (inteso come controllo delle istituzioni) viene visibilmente menomato e la società riceve, come risposta da questi individui "Istituzionalizzati", una grande aggressione. Pensiamo ad esempio alle azioni criminali messe in atto dalla chiesa cattolica contro il diritto delle donne di abortire.

Nessuno, nella società dominata dal Potere di Avere può costruire la libertà sociale che consiste nella libertà d’azione delle persone, che non hanno possesso o poteri sociali, in funzione dei loro bisogni e delle loro necessità. L'azione del Potere di Essere, per il Comando Sociale controllato dal Potere di Avere, deve essere soltanto formale, apparente. Deve costruire un'illusione di libertà o un'illusione di critica. Illusioni che devono essere assolutamente funzionali al Potere di Avere che, in caso contrario, si troverebbe assolutamente disarmato ed impotente in quanto il Potere di Avere non è in grado di discutere o di proporre soluzioni sociali, ma è solo in grado di usare poliziotti picchiatori e torturatori.

Dal momento che il Potere di Essere non è in grado di esimersi dall'affrontare le sfide che la società prospetta, ne consegue che, fra Potere di Essere e Potere di Avere, non può esserci nessuna relazione se non come negazione del Potere di Essere (trasformato in mera apparenza), da parte del Potere di Avere; o un Potere di Avere ridotto al ruolo, dal Potere di Essere dei cittadini, che gli impone il dettato Costituzionale: sottomesso alle norme dei diritti dei cittadini e puro strumento di gestione sociale senza un ruolo di potere di possesso nella società.

Ciò che fa paura del Potere di Essere al comando sociale non sarà ciò che fa, o ciò che vuole chi lo sviluppa, ma ciò che potrebbe fare o potrebbe volere quell’individuo se quel Potere di Essere fosse stato sviluppato dal Comando Sociale. Il Comando Sociale immagina che cosa lui farebbe se avesse quel Potere di Essere che quell’individuo manifesta. Ma il Potere di Essere di quell’individuo, o di quel gruppo sociale, si è sviluppato all’interno delle tensioni e dei bisogni di quell’individuo o di quel gruppo sociale dal quale il Comando Sociale è estraneo. Il singolo individuo o il gruppo sociale fa paura al comando sociale non per ciò che fa, ma per ciò che è [o è diventato] e per come quel Comando Sociale pensa che lui agirebbe se manifestasse le istanze di quell’individuo o di quel gruppo.

Il comando sociale deve distruggere quel Potere di Essere mettendo quegli individui nell’impossibilità di agire socialmente. Deve svilire il Potere che hanno conquistato. Deve poterli ricattare quando non riesce a metterli al suo servizio. Il Potere di Avere deve dimostrare che il Potere di Essere non vale niente e non serve a niente. Il Potere di Avere deve dimostrare che il vero potere nasce dal possesso e dal controllo degli uomini.

Nella società in cui viviamo la contraddizione fra il Potere di Essere e il Potere di Avere si risolve SOLTANTO all'interno delle norme Costituzionali a meno che il Potere di Avere non riesca a fare un colpo di Stato con cui assicura a sé stesso i "diritti Costituzionali" sottraendoli ai cittadini (impedendo cioè che i diritti Costituzionali dei cittadini costituiscano i suoi doveri) che vengono trasformati in oggetti che lui possiede e di cui si serve.

Il Colpo di Stato non sottrae i diritti ai cittadini, ma è la sottrazione dei diritti ai cittadini che è un Colpo di Stato.

Ed è in questa situazione che si muove il Potere di Essere. Fra un Potere di Avere che deve impedire ai cittadini di sviluppare il loro senso critico nei confronti del presente e la sua necessità di avere una massa plaudente dalla quale trarre la legittimazione con cui privare i cittadini delle loro possibilità. Il Potere di Avere, quando controlla le Istituzioni, gioca con le interpretazioni, supportate dalla sua violenza impositiva, al fine di annientare chiunque, nella società, manifesti attività di critica nei suoi confronti per costringerlo a rispettare le regole che la società stessa gli ha imposto.

Chi pratica il Potere di Essere dovrebbe tener conto di questa situazione. Solo che il Potere di Essere, come il Potere di Avere, sono delle espressioni emotive in cui ogni barriera, razionale e formale, viene spazzata via per raggiungere un'espressione, sia nell'ambito verbale come nelle scelte con cui gli individui esprimono questi poteri, assoluta quando la società non ha la forza di mediare ancorandosi alla propria Costituzione. Come il Potere di Essere manifesta un desiderio di libertà nella società che porta spesso chi pratica il Potere di Essere a sacrificarsi per la libertà della società, così il Potere di Avere, quando non viene sottomesso alle norme, arriva a legittimare il genocidio e a costruire i campi di sterminio per riaffermare il proprio dominio sugli uomini e sulle società.

Il Potere di Avere possiede le persone; il Potere di Essere spezza i legami di possesso, i legami attraverso i quali le persone vengono possedute. Il Potere di Avere costruirà una filosofia assoluta che legittima il possesso dell’uomo sull’uomo: Platone, Socrate, gli ebrei con il loro dio, il Gesù di Nazareth, Maometto, Buddha ecc. Il Potere di Essere costruirà delle filosofie relative che nei vari momenti storici rimuoveranno gli aspetti che maggiormente stridono e rendono intollerante la situazione dell’uomo posseduto. La libertà dall’oppressione come necessità proclamata da Giordano Bruno è relativa al suo tempo e alla sua condizione culturale. La filosofia della repressione e del possesso (cristianesimo, ebraismo, platonismo, ecc.) erano prima di Giordano Bruno, hanno forgiato le condizioni di sofferenza vissute da Bruno, e hanno continuato dopo a costruire altre forme di sofferenza per rinnovare il loro controllo e il loro dominio dell’uomo sull’uomo.

Per un individuo che agisce per costruire la sua coscienza di Sé, ad ogni modificazione che produce in sé stesso, non esiste più un ritorno allo stato precedente; a ciò che era all'inizio in cui decise di percorrere quella via. [non ebbe scelta allora, non ha scelta oggi]

Come direbbe Castaneda; non c'è ritorno ad Ixlan. Chiunque ha affrontato il potere di essere trova sbarrate le porte che lo possono portare allo stato di inconsapevolezza precedente. Il Potere di Essere getta l'individuo, che percorre tale sentiero, in uno stato di sospensione del proprio stato fisico-psichico-emotivo attraverso il quale egli modifica sé stesso imparando la pazienza e la volontà, ma, soprattutto, imparando ad affinare quelle che sono le armi dello scontro.

Fra Potere di Essere e Potere di Avere non esiste una mediazione. L'uno e l'altro convivono in forza della mediazione giuridica che avviene nella società, ma lo scontro è continuo e senza possibilità di mediazioni. Chi pratica il Potere di Avere non può vivere senza il possesso delle persone; chi pratica il Potere di Essere, al di là di come lo veicola nella società, non può vivere come oggetto di possesso di qualcuno. Per contro, la società impone alle persone di costruire delle relazioni. Chi pratica il Potere di Avere è costretto a veicolare il suo possesso di individui in modo tale da non far apparire il suo possesso (o di esercitarlo all'interno delle leggi o delle possibilità consentite dalla società). Lo esercita in modo da poterlo giustificare con varie motivazioni sia pur formali. Chi pratica il Potere di Essere usa la critica come mediazione fra ciò che vorrebbe e ciò che può nella società in cui vive.

Esistono delle mediazioni. Mediazioni che non sono relativa al Potere di Essere o al Potere di Avere, ma alla veicolazione degli stessi attraverso gli individui che li esprimono nella società in cui vivono.

Non esiste un individuo che pratica il Potere di Essere che passi a praticare il Potere di Avere, come non esiste un individuo che vive praticando il Potere di Avere e che, ad un certo punto, inizia a praticare il Potere di Essere. Esistono delle forme apparenti, delle recitazioni teatrali in cui un attore recita un ruolo non suo. A volte quell'attore è tanto bravo da far credere agli spettatori che egli è davvero ciò che sta recitando. Ma si tratta sempre di inganno. L'individuo che pratica il Potere di Avere e che manifesta dei trasporti emotivi rispetto a chi possiede. O l'individuo che pratica il Potere di Essere che assume delle cariche all'interno del Comando Sociale. Non si tratta del passaggio di un individuo dal Potere di Essere al potere di Avere, o viceversa, si tratta di veicolazioni, di mediazioni, che la società richiede e alle quali molte persone, per conservare il presente o per conservare le possibilità di sviluppo future, mettono in essere.

Chi inizia un percorso di Potere di Essere, può solo andare avanti. Chi pratica il Potere di Avere può solo radicalizzare il proprio Potere di Avere per conservarlo nelle contraddizioni che si sviluppano nella società. Andare avanti, nel Potere di Essere, significa sommare sfida a sfida, al di là dei mezzi con i quali si conducono le sfide. Chi pratica il Potere di Essere può, in un determinato momento della sua esistenza, fermarsi. Vivrà il resto della sua vita rimpiangendo le possibilità alle quali ha rinunciato. Chi pratica il Potere di Avere può fermarsi nella radicalizzazione della propria volontà di possesso, ma solo se la società gli garantisce il possesso che ha raggiunto. Capita, come spesso succede, quando qualcuno viene abbandonato dal compagno o dalla compagna sulla quale pensava di esercitare una sorte di possesso o di controllo, l'accoltelli o la uccida.

I rompiccoglioni sono, in realtà, molto deboli.

La loro forza consiste, essenzialmente, nel gettare le persone in un labirinto, sia di natura fisica, psichica, ideologica, giudiziaria, ecc., e lasciarveli ad agitarsi contro muri di gomma costringendole alla ricerca disperata di un'uscita che loro gestiscono. Essi sanno che in questo modo possono gettare nella disperazione gli Esseri Umani, li piegano, li assoggettano al bisogno ed essi, controllando i mezzi per la soddisfazione del bisogno, ne condizionano scelte e azioni portandoli alla distruzione. O, peggio ancora, li costringono ad adeguarsi aderendo al loro modo di essere: si appropriano dell'apparato psichico delle persone.

Questo gioco, i rompicoglioni, lo fanno con tutti gli individui del Sistema Sociale. Quel comportamento diventa metodo d'azione nel quotidiano. Solo a volte, alcune persone, anziché semplicemente sottrarsi o, come in molti casi, soccombere, riescono a sviluppare dei meccanismi atti a modificare i rapporti di forza esistenti fra le singole persone e i rompicoglioni a favore delle persone del Sistema Sociale.

Il Potere di Avere trova la propria forza nella massa che controlla. Sia come controllo militare che come controllo morale o attraverso l'imposizione alle persone del "principio del dovere". Gli individui che usano il Potere di Avere si guardano bene dal non essere, a loro volta, sottomessi ai medesimi principi sociali.

Il Potere di Essere nasce dal divenuto esperienziale di ciascun individuo. Dalla specifica capacità di critica nei confronti dell'insieme sociale in cui vive.

Il Potere di Avere deve controllare le persone; il Potere di Essere deve fare esperienza nelle contraddizioni che la società, in cui si esprime, indica.

Il Potere di Avere usa la denigrazione, l'offesa e l'ingiuria, contro tutti coloro che manifestando il Potere di Essere e che possono costruire spazi di libertà nella società civile. Non esiste un Potere di Essere funzionale ad un Potere di Avere. Il Potere di Essere può essere funzionale alla Costituzione della Repubblica o alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, non al Potere di Avere che tenta di sostituirsi alla Costituzione della Repubblica per impedire alla società e ai cittadini di esercitare i loro diritti Costituzionali.

Il Potere di Avere deve perseguire tutti coloro che manifestano il loro Potere di Essere nella società perché sono, di fatto, la garanzia della sovranità della Costituzione contro tutti i tentativi di manomissione delle norme Costituzionali.

I rompicoglioni sono molto deboli. Presi uno a uno e senza una pistola in mano (vale come ricatto del poliziotto e della sua pistola, come dell'individuo che si fa Istituzione pretendendo una deferenza non dovuta da parte dei cittadini), non hanno argomenti salvo quella censura che la Corte di Cassazione ha già proclamato nei confronti di "Lei non sa chi sono io!".

Davanti ad organi Costituzionali consapevoli dei loro doveri nei confronti della Costituzione, chi pratica il Potere di Avere è costretto ad argomentare anziché ingiuriare. E' il caso delle domande che nell'estate del 2009 La Repubblica pose a Silvio Berlusconi che in base ai suoi doveri Istituzionali avrebbe dovuto rispondere. Invece ha ingiuriato, offeso, denigrato sistematicamente, proprio per la sua debolezza e per la mancanza di argomentazioni: era ben consapevole della volgarità e delle offese che il suo comportamento ha fatto nei confronti della società italiana. La forza di Berlusconi sta nell'arroganza, nella violenza e nella prepotenza dei suoi pretoriani, non ha nulla dentro di sé, sopravvive soltanto attraverso un delirio continuo di possesso.

E' all'interno di questa situazione sociale kafkiana che i cacciatori di conoscenza e consapevolezza sono costretti a combattere la loro battaglia per l'esistenza.

Se questa battaglia, apparentemente, ha un nemico socialmente identificabile, nella pratica, il fine della battaglia, è quello di modificare l'individuo che la combatte costringendolo a privarsi degli scudi di protezione psico-fisica-emotiva forniti al Comando Sociale attraverso il condizionamento educazionale, che in qualsiasi momento il Comando Sociale può far abbassare al singolo individuo per il proprio vantaggio, fornendosi di scudi di difesa psico-fisica-emotiva propri.

In questo frangente, l'individuo che percorre un sentiero per lo sviluppo della Coscienza di Sé, è fragile e indifeso. La sua percezione delle tensioni psico-emotive che si manifestano nella vita quotidiana è fortissima, la percezione dell'attività perversa del Comando Sociale è molto accentuata e, nello stesso tempo, questa persona non si è ancora fornita di scudi per proteggere la propria percezione, il proprio sentire e disciplinare le proprie reazioni. Questa persona, con le spalle al muro, vessata, non ha altra possibilità che “passare sopra l'esistenza” dei rompicoglioni.

Normalmente, le persone che praticano il Potere di essere sono molto sensibili ai problemi sociali e molto ingenue ritenendo che tutti possono capire quello che loro hanno capito. Le persone che praticano il Potere di avere si illudono per con-passione e in questo modo si espongono alle aggressioni di chi, al contrario, della loro percezione non frega nulla e deve soltanto mantenere il controllo sulle persone del proprio gregge. Chi pratica il Potere di Essere non dispone né di mezzi, né di Potere di Avere (non ha una funzione sociale che gli garantisca il potere, non ha avuto modo di sviluppare autodisciplina di difesa dalle Istituzioni) tali da opporre ai rompicoglioni.

Il Potere di Essere sorge nell'individuo come una necessità spesso prodotta da una sua particolare sensibilità nei confronti del mondo e, in particolare, della società. Questa sensibilità è un'apertura nei confronti del mondo al quale l'individuo espone la sua struttura emotiva. Quell'individuo è esposto e attento ai fenomeni del mondo. L'individuo, anziché essere gratificato nella sua sensibilità, viene offeso e deriso per la sua sensibilità da chi pratica il Potere di Avere. E' come se un individuo, in un'antica tribù della savana, gli si spezzassero le gambe solo perché sa correre velocemente. La sensibilità emotiva viene scambiata per fragilità caratteriale; la sua disponibilità, nei confronti del mondo, per debolezza e sottomissione.

La prima sfida, di chi pratica il Potere di Essere, è la sopravvivenza. La sensibilità emotiva si sviluppa nell'età adolescenziale. Quell'età in cui l'energia vitale dell'individuo subisce una vera e propria rivoluzione senza che nessuno, nella società, sia preparato ad aiutare il ragazzo. Molte persone sono pronte ad imporgli obblighi, doveri, regole morali, ma nessuna che lo accompagni a veicolare in maniera vantaggiosa la sua energia nel mondo in cui vive. Nessuno è in grado di fargli comprendere come la trasformazione che sta vivendo sia una trasformazione verso una diversa stabilità. Così l'adolescente è preda di preti moralisti, di spacciatori di droga, di mode giovanilistiche, di comportamenti violenti in quanto violenta è la rivoluzione della sua energia.

Questo è il primo ostacolo che la persona deve superare per imboccare il sentiero del Potere di Essere: dovrà controllare la sua sensibilità, armarla di intenti, sia pur contingenti, e iniziare ad organizzarsi. C'è una pratica che aiuta, ed è il pensiero astratto, ma poche persone aiutano i ragazzi ad armare di energia e di intento il loro pensiero; sono di più coloro che offrono cosce, seni, peni, deretani e vagine, alle loro tensioni emotive. Da un lato viene imposta una morale coercitiva e dall'altro si è costretti a delinquere per raggiungere un equilibrio energetico.

Se il ragazzo o la ragazza riescono a mediare fra pulsioni, soddisfazioni fisiche delle pulsioni e pensiero astratto, l'individuo ha imboccato il sentiero del proprio Potere di Essere.

La Costituzione della Repubblica salvaguarda le diversità culturali come patrimonio della società, ma il Potere di Avere aggredisce le diversità per sottometterle al suo dominio. In questa attività i ragazzi pagano il prezzo maggiore. Chi imbocca il sentiero del Potere di Essere è sempre solo davanti al mondo e chi lo potrebbe aiutare, della sua generazione, si è spesso perso fra oratori, droga e qualche volta galera.

Questa persona è disarmata davanti al Potere di Avere. Questa persona può allenare la pazienza, il tempo gioca a suo favore [prima o dopo, la morte si prende anche i rompicoglioni; e allora è giusto esultare!]. Tutta la sequenza degli avvenimenti che è costretto a vivere con pazienza, gioca a suo favore. Il Potere di Essere cresce dentro di lui. Chiede di uscire e di prorompere. Allenare la pazienza, nelle condizioni critiche che la vita propone attraverso l'attività dei rompicoglioni, aumenta la quantità di Energia Vitale interna dell'individuo.

Quali possibilità rimangono a questo individuo? Rimane la possibilità violenta ed accorta contro i rompicoglioni. Violenta, in quanto decisa; accorta, in quanto deve mettere i rompicoglioni nelle condizioni di non nuocere una volta per tutti. Non nuocere a sé, né, mai più, ad altri.

Per far ciò, questo individuo, deve affrontare i rompicoglioni sul loro stesso terreno.

Quanti sono i Don Chisciotte costretti a lottare, lancia in resta, contro i mulini a vento? Tutti cacciatori di Coscienza di Sé costretti dai mulini a vento a farsi affrontare con armi inadeguate. Quanto è debitore, a costoro, il Sistema Sociale? Forse, quasi tutta la libertà fino ad oggi raggiunta dagli Esseri Umani nei Sistemi Sociali è merito dei folli Don Chisciotte che nella loro follia, con armi inadeguate, dettero l'assalto ad immensi mulini a vento della costrizione umana.

Ci sono persone che rappresentano un patrimonio per la società nel suo insieme e che, invece, vengono emarginate dalla società perché, proprio perché sono preziosi per la società, possono criticare e mettere in discussione il dominio del Potere di Avere.

Per il Potere di Avere è importante fissare il proprio dominio sugli individui; le persone sensibili, nella società, costituiscono, per il Potere di Avere, un pericolo per il suo dominio assoluto. Le persone sensibili vengono aggredite fin dall'adolescenza e si impone loro di veicolare la loro sensibilità lungo direttrici autodistruttive. Difficilmente una persona sensibile sarà sufficientemente "cinica" da accumulare denaro danneggiando, mentendo e ingannando, la società civile. Una persona sensibile mette al centro della sua attività ciò che percepisce e l'emozione che quel percepire gli provoca. Una persona sensibile sarà ingannata, raggirata, truffata, da persone "ciniche" che giocheranno sulla sua sensibilità per distoglierla da ciò che la potrebbe rafforzare.

C'è un modo di porsi, lagnoso, lamentoso e supplicante, che viene praticato da coloro che chiedono l'elemosina, ma che hanno abbastanza forza sociale per agire nei confronti di chi dà loro qualche moneta. E' un modo di esporre, mediante lamentazione i loro problemi in modo da impietosire quell'unica persona che si è fermata per dare loro una moneta. Se questo modo di fare è chiaro e lampante quando fatto da persone povere o zingari, diventa, invece, insinuante, violento e aggressivo, quando è praticato dalla società civile e dal Potere di Avere per impedire che la persona sensibile metta in atto delle difese giuridiche del proprio essere nella società: "Ma che cosa vuoi mettere di mezzo i sindacati! Risolviamo fra noi; siamo una famiglia!" "Ma cosa vuoi che sia" dice il prete pedofilo al ragazzo "lo fanno tutti! Vuoi denunciare proprio me?".

Le persone sensibili, sono sempre oggetto di aggressione per costringerle a mantenere scoperta la loro sensibilità e impedire loro di armarsi per difendere la loro sensibilità.

E' la società cristiana che spacciando il dolore del suo criminale profeta crocifisso tende ad intrappolare la sensibilità degli adolescenti per usarla per scopi diversi dall'interesse sociale. Poi, quando gli adolescenti sono diventati adulti, è troppo tardi per dare una diversa veicolazione alle loro emozioni e anche chi fra loro potrebbe farlo è intrappolato in storie di oratori, droghe, e galera.

Le persone sensibili percepiscono la violenza della repressione contro i diritti Costituzionali in maniera più drammatica che non la superficialità con cui tale violazione viene spacciata da chi la fa nel tentativo di rendere le persone inconsapevoli della sua gravità.

"I politici pensavano che le farneticazioni della Lega a Pontida sulle ronde restassero confinate nel folclore; ora se le trovano approvate dalla legge!"[?]

Chi nella società ti insegna ad allenare la pazienza e a prepararti, mentre aspetti l'occasione, quando le emozioni ribollono, la rabbia monta e la forza di Dike ti spinge a spaccare tutto? Chi è in grado di tenerti per mano quando numerose forze, invece, ti vendono le loro ricette chiedendoti di portare la loro bandiera o di accorrere al suono della loro campana? E quando la persona sensibile non accorre al suono di una campana, sottomettendosi ad una bandiera, inevitabilmente è solo con sé stesso e tutto il mondo che vuole schiacciarlo.

La società perde le persone più sensibili perché non ha strumenti con cui proteggerne la fragilità della loro percezione e così rinuncia al proprio patrimonio sociale ed umano. Rinuncia a quell'empatia sociale che fa sentire i cittadini parte e referenti della società civile. Rinuncia alle persone sensibili per forgiare chi tenta di appropriarsi della società civile costruendo il proprio Potere di Avere che trova, nelle necessità di riprodurre il possesso nella società, una sponda favorevole nella quale affermarsi.

Ci sono dei momenti nella storia in cui le persone sensibili diventano socialmente preziose, ma non sempre le persone sensibili sono sopravvissute all'educazione nella società per essere disponibili nei momenti critici.

Eppure se la ragazza o il ragazzo riesce in quei momenti a sopravvivere, difendendo la propria sensibilità, armandola, anziché soffocarla dentro di sé, e a rendersi consapevole delle trasformazioni, inizia a sviluppare il proprio Potere di Essere.

Inizia ad affrontare il Potere di Avere sul suo stesso terreno!

E' un po' quello che avviene oggi per la "sinistra" italiana. Davanti al Potere di Avere di Berlusconi non ha strumenti con i quali opporsi. Berlusconi usa i miliardi e il possesso, il controllo delle televisioni e dell'informazione; l'opposizione cerca di scimmiottarlo, sia pur da una posizione "razionale", senza avere gli stessi mezzi o la stessa volontà di possesso delle persone. Per contro, quella stessa "sinistra" ha aiutato i Berlusconi a distruggere chiunque manifesti il proprio Potere di Essere. Le uniche persone che, per la loro caratura morale e per la loro capacità di usare "parole alate" (parlare al cuore delle persone) potrebbero opporsi a Berlusconi. Così Veltroni, Rutelli, Franceschini, sono più dei vice-Berlusconi che non degli oppositori.

Il Potere di Essere ha al suo centro gli ideali e agisce in funzione degli ideali; il Potere di Avere usa gli ideali per mascherare interessi diversi. Mentre il Potere di Essere afferma che non si deve risolvere nessuna contesa mediante la guerra, il Potere di Avere, che pratica la guerra, afferma di uccidere e aggredire in nome della pace. Chi pratica il Potere di Essere potrebbe rispondere, ribadire, anche in maniera efficace, ma a rispondere alle affermazioni sulla guerra del Potere di Avere sono rimasti altri, come D'Alema, Veltroni, Fassino, Franceschini che, in fondo, la guerra la approvano e non approvano la Costituzione della Repubblica.

Per contro, chi pratica il Potere di Essere, non potrebbe mai essere un servo di una campana o di una bandiera: può gettarsi come un folle contro il mulino a vento Berlusconi, ma non essere un servo come Veltroni, Rutelli o Franceschini. Chi pratica il Potere di Essere può essere servo di un ideale, di un'idea, di un'utopia, non di una persona o di un padrone.

Il Potere di Essere non permette nessuna ritirata.

Dal Potere di Essere, chi costruisce la Coscienza di Sé, ha assorbito energia; dal Potere di Essere si è assorbita Coscienza, consapevolezza e Sapere. Dal Potere di Essere si è appresa la percezione delle Linee di Tensione che attraversano l'universo e legano fra loro tutti gli Esseri in esso presenti. Dal Potere di Essere si è appresa la percezione [emotiva] della presenza di infinite Coscienze di Sé. Il Potere di Essere ha suscitato l'Intento che l'individuo persegue nella sua azione: intento dopo intento! E mentre tutto questo veniva appreso da chi segue quel sentiero, egli rimuove gli ostacoli che il Comando Sociale, attraverso il Condizionamento Educazionale, gli aveva imposto per impedirgli di percepire l'infinito, o parte di esso, dei fenomeni che lo circondano. La mente si è aperta al nuovo, il nuovo si è svelato attraverso una sequenza intuitiva che appare all'individuo come un'illuminazione continua. Le costrizioni educazionali del Comando Sociale cessano di essere ovvietà, accettate passivamente, della realtà del Sistema Sociale, per apparire per ciò che sono: adattamento soggettivo ad un gioco perverso di individui malati di noia e di morte.

Il Potere di Essere trasforma una persona. Non è il vivere per sfida vuoto e senza prospettive. Dopo una sfida c'è un'altra sfida. Per chi pratica il Potere di Essere ogni sfida è seguita da una sconfitta. In fondo, non ha nulla da conquistare che appartenga alla società in cui vive.

Dalla quantità emerge la qualità.

Quando la stanchezza prende le persone, l'universo si dispiega. Non possiamo sapere se sia l'intero universo a dispiegarsi o se sia soltanto un salto nella capacità di percezione dell'individuo. Non lo possiamo sapere, ma sappiamo che succede. La mente, sfida dopo sfida, si è fatta agile. Ha accumulato esperienza nella comunicazione emotiva, è diventata consapevole delle trasformazioni a cui l'uomo, come individuo e come specie, va incontro.

E' il premio per chi ha praticato il Potere di Essere: è immerso in un immenso infinito dal quale attinge. Questo non lo rende "invincibile" e nemmeno "un superuomo", gli dà la consapevolezza dell'immenso in cui è immerso e della fugacità del presente che sta vivendo: tutto cresce, declina e muore. Qualcuno cresce con onore, declina con passione e muore con gloria; qualcun altro è solo miseria che semina dolore.

Ormai la sua azione si spegne.

Chi ha praticato il Potere di Essere declina spegnendosi.

Non affronta più le sfide nella società in cui vive.

Ronzinante non cavalca più.

I mulini a vento continuano a svettare con altri nomi producendo altre angosce.

Qualcuno si è tolto la maschera di Arlecchino e l'ha appesa al muro della vita.

Chi ha praticato il Potere di Essere nella società è come colui che sta seduto sulla sponda di un fiume e, ogni tanto, vede passare qualche cadavere di coloro che vivevano del Potere di Avere. Cadaveri erano e cadaveri hanno continuato ad essere: le emozioni le hanno perse il giorno che fecero del possesso delle persone il fine della loro esistenza.

Le Linee di Tensione che attraversano gli Esseri dell'Universo altro non sono che gli Dèi dei quali, chi ha praticato il Potere di Essere, è diventato parte. Ma non c'è piacere in tutto questo, solo una profonda tristezza per la libertà che avrebbe potuto esserci e non c'è stata. Una profonda tristezza per le sfide che le generazioni future sono chiamate ad affrontare perché la nostra cavalcata fu tanto difficoltosa. Il piacere arriva dopo, ma questo è un altro discorso.

Hai voluto aprire la mente alla percezione dell'universo? Ma nella percezione dell'universo c'è pure questo! Anzi, sussurra il Potere di Essere nell'individuo, proprio il rapporto antagonista con questo è in grado di fornirti gli scudi attraverso i quali non essere più soltanto il Don Chisciotte che si getta a testa bassa contro i mulini a vento lancia in resta, ma diventare colui che pur lanciandosi contro i mulini a vento coltiva il proprio sapere e la propria conoscenza. Non una folle corsa per soddisfare emozioni inconsapevoli, ma sviluppo della consapevolezza con cui armare di intelligenza quella corsa.

Nella relazione fra l'individuo e le contraddizioni nel mondo sta la chiave dello sviluppo del Potere di Essere.

Chi sviluppa il Potere di Essere non vince mai quando distrugge "il suo nemico". La lotta del Potere di Essere contro i rompicoglioni non ha l'obbiettivo di appropriarsi del Potere di Avere. Il nemico, chi pratica il Potere di Avere, non ha una sostanza che può interessare chi pratica il Potere di Essere. Chi pratica il Potere di Avere trae forza solo dal terrore che riesce a produrre, dalla vigliaccheria con cui viola le regole sociali, dalle prigioni con cui si garantisce il diritto al dominio, dal suo esercito di zombi ammalati di noia e di morte.

E' il segreto del Potere di Essere.

Il Potere di Essere, alimentando illuminazione dopo illuminazione dentro la persona, crea, sfruttando le convinzioni imposte dall'educazione, la convinzione dell'emergere di una forza prodigiosa dentro all'individuo. L'individuo è indotto a partecipare alle sfide sociali in virtù della nuova conoscenza, del nuovo sapere, che ha interiorizzato. Ma quel nuovo sapere rende lucida la persona soltanto nei meccanismi attraverso i quali costruire la libertà sociale, non per appropriarsi, distruggere o conquistare. Il Potere di Essere è un potere emotivo che spezza i legamenti e le costrizioni, non è un potere militare che distrugge le persone o che conquista trincee.

Chi pratica il Potere di Essere combatte le battaglie, ma le combatte in funzione della libertà intesa come distruzione di legami e di catene con le quali è imprigionato il divenire umano: non costruisce altre catene, nemmeno per i nemici che combatte nella società.

Chi pratica il Potere di Essere è un "guerriero dello spirito" perché il suo potere si riferisce soltanto allo spirito e alla vita. Per la vita del singolo individuo che pratica il suo Potere di Essere, per l'insieme sociale in cui il singolo individuo pratica il suo Potere di Essere, per la nazione e il continente in cui il singolo individuo pratica il proprio Potere di Essere.

Il Potere di Essere può combattere per distruggere le catene, non per forgiarne di diverse. Questo “forgiare di nuove catene” avviene soltanto quando si fronteggiano Potere di Avere contro Potere di Avere.

Il Potere di Essere, altro non fa che trasformare l'individuo che lo pratica rendendolo immenso, ma non permette a nessuno di conquistare un dominio sociale. Perché, alla fine, c'è sempre la signora, la morte del corpo fisico, che determina le condizioni della vita: è la disperazione di Berlusconi (una disperazione che soffoca con la pratica del puttanismo per illudersi di aver bevuto alla fonte dell'eterna giovinezza).

Per chi pratica il Potere di Essere la vittoria consiste nella serie di atti attraverso i quali viene praticata la quotidianità, le scelte di vita, la strategia delle scelte soggettive, mentre il Comando Sociale, o un aspetto di esso, è intenzionato a distruggerlo. La vittoria consiste nel sottrarsi al Comando Sociale impedendogli di costringerci a diventare parte di esso.

La sconfitta, per i cacciatori di conoscenza, sempre più raramente consiste nella morte del cacciatore di Coscienza di Sé e sempre più spesso consiste nel costringere l'individuo ad aderire acriticamente agli scopi del Comando Sociale. O, peggio ancora, in critica costruttiva per lo stesso.

La sconfitta c'è quasi sempre all'inizio del sentiero. Il sentiero conduce chi sviluppa il proprio Potere di Essere, ma chi sviluppa il proprio Potere di Essere non è estraneo al sistema sociale. Ha interiorizzato la sua cultura e ha subito la sua educazione. La prima illuminazione, la prima intuizione che l'individuo percepisce, gli dà un senso di potenza. Così è facile preda delle illusioni. Noi viviamo in una società che dispensa illusioni a piene manie e chiede alle persone di considerare quelle illusioni come cose reali della loro esistenza.

Molto spesso, chi vive per sfida costruendo il proprio Potere di Essere, non viene più ammazzato, ma emarginato e costretto al silenzio sociale. Per il Potere di Avere è sufficiente chiudere attorno a questa persona il suo sentiero. E' importante che tale sentiero non diventi un patrimonio sociale. Quella persona raggiunga pure l'Universo e l'insieme che contiene purché non semini questa possibilità nella società.

Per il Potere di Avere non è importante se una persona diventa eterna o incontra gli Dèi. E' importante che la società civile non si metta in testa che sia possibile, costruendo la libertà in nome delle Istituzioni e della Costituzione della Repubblica, incontrare gli Dèi; costruire un cammino di libertà sociale; affrontare la crisi economica e, nello stesso tempo, diventare eterni attraverso un cammino virtuoso in cui le persone riconoscono la responsabilità delle loro scelte nel mondo sociale in cui viviamo.

La sconfitta, per chi pratica il Potere di Essere, nasce dall'interiorizzazione dell'illusione. Illusione che tutto sia uguale; illusione dell'inutilità dell'agire; illusione che nulla cambi. L'illusione che sottomette e che ci illude dell'inutilità del nostro agire per una libertà che l'illusione ci vuole far credere che sia più desiderata che non realtà in trasformazione.

"Esistono due tipi di "comando Sociale". Uno è quello giuridico e regola le relazioni fra le persone: buono o cattivo che sia è il prodotto dei rapporti sociali; l'altro è quello educazionale-emotivo che tenta di appropriarsi degli individui e sottometterli. Il secondo, quasi sempre, si sovrappone al primo, usando i mezzi del primo per appropriarsi e distruggere gli individui. A volte i due Comandi Sociali vengono in conflitto, ma il secondo tenta sempre di usare il primo per i suoi scopi.

Chi pratica il Potere di Essere distingue chi governa gli uomini nella società da chi, governando gli uomini nella società, tenta di impossessarsi del loro spirito e della loro anima. Si distingue fra chi governa e chi possiede.

E' uno degli scontri più importante che sta avvenendo in questo momento nella società civile. Lo scontro è fra le Istituzioni legate alla Costituzione e chi vorrebbe consegnare le Istituzioni democratiche alla monarchia assoluta imponendo alla società civile regole morali ed etiche estranee al dettato Costituzionale. E' lo scontro fra chi vorrebbe il controllo del corpo delle persone, affinché le persone obbediscano alla sua morale piegando ad essa i loro bisogni, e chi vuole la libertà delle persone di disporre del proprio corpo, delle proprie pulsioni e della propria libertà.

Allenare ed esercitare l'immobilità e la pazienza è un'attività che deve essere elevata ad arte. Davanti a quest'arte il Comando Sociale si arrende. Il Comando Sociale non può gestire chi è immobile, né chi non ha paura della morte. Quando viene messa in atto una qualche forma di attacco al Comando Sociale, questo può rimanere stordito per qualche tempo, ma poi si riadatta e riprende ad agire per condizionare le persone stesse.

L'immobilità è uno stato psichico che le persone apprendono solo dopo molta esperienza. L'immobilità è prodotta dalla sottrazione dell'attenzione soggettiva dall'attività del mondo. E' come se le persone dicessero al mondo: "Vai avanti, che io ho altro da fare!". Lo stato psichico di immobilità è una variazione soggettiva dell'indifferenza. Il mondo in cui viviamo fa in modo che le persone siano coinvolte nelle attività solo in funzione di desideri, bisogni e progetti, di chi le "educa". L'educazione ha il preciso scopo, nella società in cui viviamo, di addomesticare le persone in funzione di scopi e desideri non loro, ma di quelli dei loro "educatori".

Quando l'individuo si sottrae agli obblighi morali e ai desideri dei suoi educatori, inizia a partecipare alle sfide del mondo e della vita (una volta si parlava di ribellione giovanile). Subentra la seconda fase in cui il mondo tenta di coinvolgere il "ribelle sensibile" all'interno di "sfide di vita!" che lui determina e gestisce mediante l'informazione e la comunicazione. Mettere enfasi sulle notizie ha lo scopo di coinvolgere lo spettatore costringendolo a tifare per una parte anziché un'altra. E dopo aver messo enfasi, si invita lo spettatore ad esprimere la sua opinione. Opinioni che, prive del senso critico distrutto dall'enfasi, vengono espresse con grande veemenza, partecipazione ed enfasi emotiva. Fino, a volte, a spingere al linciaggio.

L'immobilità, di chi costruisce il Potere di Essere ha lo scopo di sottrarre la propria attenzione al coinvolgimento imposto. Il Potere di Avere ha i mezzi per coinvolgere, mediante l'informazione e la comunicazione, le persone; le persone, mediante il loro Potere di Essere possono soltanto sottrarsi al coinvolgimento imposto (appunto, immobilità) e scegliere là dove e come impegnarsi.

L'immobilità è una fase psicologica che viene manifestata da chi pratica il Potere di Essere dopo che ha accumulato esperienza nel suo coinvolgimento nelle sfide della vita e del mondo.

L'apprendimento dell'immobilità e il suo uso diventa necessario quando, una volta che ci si è impegnati nelle sfide della vita che ci appassionavano, il Potere di Avere, visto che non ci può controllare mediante l'imposizione della sottomissione, ci propone, mediante la comunicazione e l'informazione adeguatamente pilotata, sfide dopo sfide al fine di impedirci di scegliere noi qual è la sfida che vale la pena di affrontare e quali sono le sfide che non devono assolutamente essere combattute. Un po' come i missionari cattolici che inducono fame e miseria nel mondo usando la fame e la miseria nel mondo per costringere le persone ad essere psicologicamente coinvolte nel sostenerli mentre costruiscono ulteriore fame e miseria nel mondo. Se le persone non si sottraggono mediante l'immobilità, vengono coinvolte in sfide nelle quali aiuteranno i missionari cristiani a costruire ulteriore miseria nel mondo.

I cacciatori di Coscienza di Sé raramente si trovano a dover affrontare il Comando Sociale nel pieno delle loro forze e nel pieno del loro potere. Quasi sempre il confronto avviene quando il cacciatore di Coscienza di Sé non si è ancora impadronito degli scudi con cui proteggersi sul sentiero della Conoscenza di Sé. Le illusioni e le aspettative razionali lo avvolgono ancora, e il cacciatore di Conoscenza non sa ancora districarsi fra ciò che immagina e ciò che è, ciò che è, da ciò che non è! Costui si trova coinvolto contro il Comando Sociale senza aver armi con cui difendere la forza che cresce dentro di lui.

Chi sviluppa il proprio Potere di Essere lo fa sempre in relazione alla società in cui vive. Non esiste la possibilità di costruire il proprio Potere di Essere in modo separato dalla società in cui nasciamo e viviamo. Chi parla di eremitaggio, parla di non conoscenza; di una separazione fra sé e le proprie angosce che si sviluppano nella vita sociale. L'individuo è in fuga e giustifica questa fuga con una "ricerca di conoscenza", magari attraverso la ricerca del silenzio o pratiche di meditazione. Non esiste il silenzio se non come necessità di separarci dal mondo. Anche su una montagna o nel deserto, le infiniti voci emotive raggiungono chiunque sa ascoltare e chi sente, e ha paura di ascoltare e partecipare, fugge anche da questo nascondendosi. La stessa pratica della Meditazione, se non è funzionale a mettere ordine nella relazione fra ragione, come descrizione del mondo, e emozioni come manifestazione delle forze della vita, è solo una pratica di annientamento delle forze della vita che dentro di noi spingono per relazionarci col mondo.

All'inizio del percorso, con cui le persone costruiscono il loro percorso del Potere di Essere, si trovano a dover affrontare le contraddizioni che si esprimono nel sistema sociale in cui vivono. Le contraddizioni, nella nostra epoca, attualmente, sono sempre contraddizioni fra la necessità di apertura verso un futuro possibile, percepito dalle persone, e la conservazione del presente messo in atto da chi esercita il Potere di Avere nella società.

E' con lo scontro nella società che le persone costruiscono il loro Potere di Essere. Solo che anche il Potere di Avere si adatta agli scontri che il bisogno di libertà gli impone come variazione del suo metodo attraverso il quale alimenta il suo possesso delle persone. Il Potere di Avere ritiene del tutto normale possedere le persone, stuprarle, costringerle all'obbedienza. Il Potere di Avere considera legittima la sua attività e criminale ogni richiesta di legalità democratica che, per quel che gli riguarda, va repressa nel sangue. Per il Potere di Avere è legittimo picchiare i bambini per "educarli" (eufemismo che sta per sottometterli e costringerli all'obbedienza). Per il Potere di Avere è illegittima l'indignazione provocata dal suo diritto di picchiare i bambini. Per la Costituzione della Repubblica è illegittimo picchiare i bambini per "educarli" e legittimo è indignarsi con chi lo fa. Per chi costruisce il proprio Potere di Essere, nelle contraddizioni sociali, la domanda che si deve porre non è su cosa è giuridicamente legittimo, ma su che cosa, il Potere di Avere, vuole far passare come legittimo anche in offesa a ciò che oggettivamente e giuridicamente è legittimo.

All'inizio del sentiero per costruire il proprio Potere di Essere si organizzano delle sfide di vita partendo da illusioni. L'illusione che guardando o sentendo una cosa, tutte le persone intendano quella cosa. L'illusione che il proprio sentire sia il sentire di tutte le persone. L'illusione che i propri desideri siano i desideri di tutte le persone. Le proprie tensioni, le tensioni di tutto il mondo. Le illusioni, presto cadono. Le persone sono divise fra ciò che possono e ciò che vogliono; fra ciò che credono e ciò che sperimentano; ciò che desiderano e il ruolo che devono recitare.

Chi percorre il sentiero del Potere di Essere usa sempre parole alate in un mondo che usa parole ingannatrici e che, mediante la compassione e la recitazione delle emozioni, tenta di appropriarsi e di usare chi percorre il sentiero del Potere di Essere.

Chi percorre il sentiero del Potere di Essere cade in numerosi inganni prodotti dalle sue illusioni. Soltanto dopo molta esperienza impara a distinguere il produttore di inganni e di illusioni da chi usa parole alate. E allora dovrà diventare spietato contro chi coltiva illusioni ingannando chi usa parole alate.

Questa spietatezza, chi percorre un sentiero di Potere di Essere, si concretizzerà nella IMMOBILITA' con cui, chi percorre un sentiero del Potere di Essere, dovrà deridere e disprezzare chi crea illusioni.

Quando la pazienza non è perfettamente allenata non è in grado di controllare gli effetti che ha sul suo sentire la percezione del circostante e, meno che meno, esercitare la follia controllata in stato di perenne tensione emotiva.

In una situazione normale, questo individuo disporrebbe di una pazienza eccezionale, saprebbe deviare il percepito del circostante e saprebbe anche esercitare la sua follia controllata allo scopo di non offendere, con i suoi atti e il suo sapere, il proprio interlocutore.

In una situazione eccezionale tali scudi tendono a disintegrarsi e deve impiegare nuove e diverse strategie per poterli ricostruire. Questi atti e queste strategie tendono a ricostruire la sua volontà. Questi atti sono quelli che permettono all'Essere Umano, che percorre un sentiero della Conoscenza di Sé, di ricompattarsi dopo ogni sfida per ricominciare da capo.

L'immobilità va di pari passo alla pazienza. L'immobilità è sottrazione soggettiva ai coinvolgimenti, la pazienza è l'attesa che si concluda ciò che si è messo in moto senza introdurre nuove variabili affinché ciò che si è messo in moto, giunga a concludersi in quel modo e solo in quel modo.

Per allenare la pazienza è necessario conoscere il fondamento emotivo di ogni espressione razionale che si manifesta nel presente.

L'impazienza e l'avventatezza ha la sua origine nella convinzione che tutto il presente abbia un fondamento razionale e che le trasformazioni in corso, in cui le persone agiscono, abbiano dei fini razionali e pensabili. Non è così. Il presente, in cui noi viviamo, è una manifestazione limitata di una serie di tensioni emotive che attraversano gli Esseri (umani nel nostro caso) e che costoro riversano nella loro quotidianità in base alla loro capacità di interpretazione e veicolazione delle loro esigenze emotive.

L'impazienza e l'avventatezza, nascono sempre da illusioni di conoscenza, mentre la pazienza nasce dalla conoscenza dei meccanismi emotivi e dal loro trasferimento nella quotidianità.

Non serve esercitarci nella pazienza, si ha pazienza quando si ha conoscenza. Si è avventati e impazienti quando si è avvolti dalle illusioni. Ma se una persona è avvolta dalle illusioni, non ha ragione di imporsi la pazienza perché soltanto l'esperienza, forgiata attraverso l'agire, gli consente di acquisire la Conoscenza che gli permette di imparare la pazienza.

Quando il Potere di Avere, mediante l'imposizione educativa, ci impone di diventare tifosi e poi, in base alle nostre tifoserie, agisce per gestire le nostre opinioni e le nostre scelte, è importante la tifoseria alla quale la nostra sensibilità ci ha portato ad aderire. Io ricordo, quand'ero bambino, i films di Cow Boy e di "indiani". Il film ci invitava a prendere posizione e gli spettatori si identificavano con il Cow Boy; alcuni con gli indiani. Era una questione di sensibilità emotiva, di identificazione psicologica fra le persone che sognavano una qualche forma di libertà e le persone che sognavano di dominare altre persone.

E' molto facile imboccare un sentiero che porta al Potere di Essere quando si ha la capacità di identificarsi, in base a dei bisogni di libertà, con altri che manifestano situazioni simili. Ma è anche estremamente pericoloso, dal punto di vista sociale, perché la sensibilità empatica che ci permette di identificarsi in persone che hanno le stesse tensioni è quella che rende, quelle stesse persone, fragili alle sollecitazioni del mondo in cui viviamo e prede di ogni produttore di illusioni che invia segnali emotivi elaborati artificiosamente.

C'è sempre quella differenza esistente fra l'individuo preadolescenziale, che assorbe i fenomeni dal mondo, si adatta rispondendo ai fenomeni senza una capacità critica, e l'individuo adulto che acquisisce la capacità critica nei confronti dei fenomeni del mondo. Questa differenza descrive molto bene il diverso modo che c'è nel percorrere il sentiero del Potere di Essere. Nel preadolescente e nell'adolescente, fino attorno al venticinquesimo anno (circa), il sentiero è vissuto come un'esperienza razionale; dopo, l'individuo, se sopravvive, inizia a penetrare la dimensione emotiva del mondo e della vita percorrendo il sentiero con "armi" proprie di quel sentiero.

E' in questo momento che nasce la pazienza. Una pazienza che sarà il frutto della conoscenza.

Per quanto tempo si sviluppa la trasformazione soggettiva? Per quanto tempo l'individuo deve affrontare i rompicoglioni? Continua fino a quando il Potere di Avere perde interesse per l'individuo che persegue (o per le cose per cui lo persegue), fino a quando i rompicoglioni sono attratti da altre necessità. Ed egli, povero Don Chisciotte, continua nella sua corsa all'assalto dei mulini a vento finché questi non cessano di roteare le loro pale.

Continuerà fintanto che il Potere di Essere, dentro di lui, non forgerà il suo ULTIMO INTENTO l'ultima sfida, prima di lasciare il corpo fisico!

Il Potere di Essere trasforma l'individuo gettandolo continuamente nella mischia della vita senza mai abbandonarlo. Tanto più sarà stanco e tanto più violentemente il Potere di Essere lo getterà nella mischia. Quando l'individuo sarà tentato di tornare indietro, si accorgerà che "l'indietro" non esiste. Non solo il Potere di Essere lo impedirà, ma anche il Potere di Avere non gli darà tregua. Avanti e indietro, la via è ugualmente lunga e ugualmente stretta (dice Per Gint). A questo individuo non resta altro che modificarsi giorno dopo giorno. Non gli resta che affrontare la sua sfida quotidiana.

Ogni granello di consapevolezza che costui riuscirà a gettare nel Sistema Sociale sarà un nuovo piolo alla scala della conoscenza sociale che altri cacciatori di Conoscenza di Sé potranno utilizzare, calpestandolo!

Per quanto tempo ci sarà la trasformazione emotiva dell'individuo che percorre il sentiero del Potere di Essere?

Continuerà fino al momento della morte del corpo fisico.

Il suo intervento nel Sistema Sociale continuerà fintanto che vivrà, ma si esprimerà per mezzi e intenti diversi a seconda della sua trasformazione soggettiva. Il Potere di Avere deve, innanzi tutto, conservare sé stesso. Il possesso si alimenta non solo nella guerra con chi pratica il Potere di Essere, ma con una guerra continua con vari Poteri di Avere che mettono in discussione il Potere di Avere imperante. I padroni devono guardarsi da altri padroni. Le banche da altre banche, non solo dai loro clienti. Per il Potere di Avere non sempre, chi pratica il Potere di Essere, è il nemico da fermare, altri Potere di Avere che devono affrontare altri Potere di Essere, sono in agguato per assicurarsi un consolidamento del loro Potere di Avere.

E' la complessità del sistema in cui viviamo. Tutte le persone educate all'obbedienza del dio padrone si identificano, esse stesse, nel dio padrone e pretendono che altri li riconoscano in quanto tali. Chi pratica il Potere di Essere deve riconoscere queste dinamiche sociali e, qualche volta, saperle sfruttare.

Non esiste un tornare indietro da un sentiero che conduce al Potere di Essere. Il sentiero è vivo ed è composto dalle Consapevolezze degli Dèi. Quando chi percorre un sentiero che porta al Potere di Essere tenta di sottrarsi al sentiero, il sentiero non glielo permette. La sensibilità che ha sviluppato nel percorrere il sentiero lo chiama, come un sussurro di vento, verso altre imprese. Ci si sottrae da un'impresa, da un comportamento, non dal sentiero!

Ogni granello di conoscenza che le persone, che percorrono un sentiero che sviluppi il loro Potere di Essere, sapranno sviluppare sarà un nuovo gradino che la società, in cui quella persona ha vissuto, userà per nuove trasformazioni.

 

Marghera, 18 agosto 2009

(ultima revisione, novembre 2017)

Riflessioni sul Potere di Essere e sul percorso di Stregoneria scritto il 16.10.1990 integrato il 18 agosto 2009

di Claudio Simeoni

Ho ritrovato, per caso, questo scritto del 1990. L'ho riletto e l'ho integrato con una serie di riflessioni e di considerazioni attuali. Ne è uscito un testo corposo capace di definire molti aspetti della relazione fra il Potere di Essere e il Potere di Avere.

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La filosofia della Stregoneria

La Stregoneria è un cammino. Questo perché la Stregoneria è trasformazione del soggetto che percorre il sentiero. Il sentiero è mutamento dopo mutamento, trasformazione dopo trasformazione. La sequenza delle trasformazioni del soggetto, in ogni istante che si trasforma, forma il cammino dello Stregone. In ogni attimo lo Stregone, come ogni persona, presenta il proprio Potere di Essere che altro non è che quanto ha costruito mediante le sue trasformazioni.