Il primo ostacolo alla pratica
della Stregoneria

di Claudio Simeoni

Vivere da Stregone

La stregoneria è cambiamento, modificazione, trasformazione

Cosa ostacola nelle persone la comprensione della Stregoneria?

E' un meccanismo che si fissa nella ragione e nel loro modo di pensare. Per queste persone, le cose che fanno e che dicono sono irrilevanti. Spesso dicono delle cose che servono solo per bloccare il loro interlocutore, per giustificar delle azioni, per nascondersi. Quello che dicono non esprime un intento di vita, ma una difesa, una giustificazione, della loro incapacità a cogliere il "trascendente" di quello che fanno o dicono.

Che cosa significa fare un'affermazione?

Di quale contenuto effettivo è portatrice quell'affermazione?

L'interlocutore che ascolta quell'affermazione, in che ambito la inserisce?

Cosa comprende l'interlocutore di quell'affermazione?

Si tratta di un atteggiamento difensivo assunto dalla ragione dell'individuo. Questo atteggiamento non consente all'individuo di essere propositivo, di proiettarsi nel mondo, di fare delle scelte, ma si muove timoroso e pauroso nei confronti del giudizio che potrebbe subire dall'ambiente sociale per le sue affermazioni. Per contro, emette giudizi offensivi nei confronti di chi fa affermazioni propositive perché i giudizi che emette, spesso di scherno, di derisione o di sufficienza, proteggono il suo "diritto" a non esporsi, a non uscire dall'omologazione concettuale che incontra l'approvazione sociale.

Questo atteggiamento è una costante nella società che impone alle persone l'adesione al ruolo. Un ruolo che non viene definito per legge, ma imposto per "tradizione" mediante comportamenti spesso violenti dell'insieme sociale in cui l'individuo vive.

Normalmente queste persone hanno un atteggiamento negativo nei confronti della critica al presente. Per loro il presente, la sua organizzazione, la sua manifestazione, conferisce loro sicurezza. La critica al presente toglie loro quella sicurezza.

Un esempio abbastanza comune in questi anni è il discorso sulla pedofilia e la pederastia dei preti cattolici. Molto si è detto e molto si è scritto, ma quando si fa risalire la pedofilia dei preti cattolici agli insegnamenti dei Vangeli di Gesù, c'è una levata di scudi. Se le persone, alcune persone, sono sensibili al problema che la pratica della pedofilia implica nella società civile, non sono in grado di percepire la dottrina scritta con le azioni. Non sanno mettere in relazione la dottrina imposta ai bambini con la veicolazione che quei bambini, una volta adulti, fanno della loro libido. Per loro l'uomo è creato da un dio padrone, non è un divenuto come soggetto sociale per adattamento soggettivo alle variabili che la società ha imposto loro. Imporre ai bambini la sottomissione al crocifisso significa imporre loro l'accettazione della sottomissione della loro libido al possesso. Possedere ed essere posseduti diventa l'apriori, una volta adulti, in cui veicolare le proprie pulsioni sessuali. Tanto più è debole l'oggetto posseduto in cui veicolare la pulsione sessuale e tanto maggiore è il soddisfacimento sessuale raggiunto nella relazione di possesso. Da qui la pederastia e la pedofilia come pratica sessuale. Nella loro testa le informazioni girano per compartimenti stagni. I vangeli sono una cosa, la pratica della pedofilia dei preti cattolici, un'altra cosa. E' più o meno la così detta teoria del Caos (vedi la dichiarazione nel film) in cui una farfalla batte la ali a Roma e a Pechino scoppia un uragano. Solo che in questo caso non si tratta di comprendere la relazione fra la farfalle e l'uragano da una parte all'altra del globo terrestre, si tratta di comprendere la relazione fra individui selezionati all'interno di una dottrina e la manifestazione di quella dottrina, nel comportamento della pedofilia, nella loro attività quotidiana una volta adulti. Un aspetto estremamente semplice ed immediato se le affermazioni fatte dalle persone venissero giustificate in relazione agli effetti che tali affermazioni comportano. Il pedofilo e il pederasta non si ricordano come è venuta a formarsi quel desiderio in loro. Per loro è naturale, una pulsione che non sanno spiegare perché non sanno mettere in relazione eventi e adattamenti soggettivi nella prima infanzia.

Facciamo un esempio.

Se io prendo un vaso di fiori e lo getto dal balcone e questo vaso di fiori va a colpire un passante; che cosa ho fatto?

Ho solo gettato un vaso di fiori oppure ho colpito il passante?

Che colpa ne ho se il passante era là quando io ho gettato il vaso di fiori?

In fondo io ho solo gettato un vaso di fiori, poi la teoria del caos ha fatto il suo corso facendo si che quel passante fosse là. E' come dire, che colpa ne ha l'avvoltoio degli agnelli se quel filosofo è morto mentre lui tentava di rompere il guscio della tartaruga lanciandola sulle rocce?

Io, però, avrei dovuto sapere che lanciando il vaso di fiori avrei potuto colpire qualcuno!

Le probabilità di colpire qualcuno erano all'interno delle possibilità, mentre le probabilità dell'avvoltoio di non rompere il guscio della tartaruga perché avrebbe cozzato contro la testa di quel filosofo, erano fuori dalle probabilità.

Quando io ho lanciato il vaso non ho tenuto presente i possibili effetti (a meno che non volessi deliberatamente colpire quella e proprio quella persona).

Con un esempio materiale è facile comprendere come, mettendo in essere un'azione, si hanno degli effetti e delle conseguenze più o meno possibili. Ma quando si fanno delle affermazioni, quali sono le conseguenze? E perché si fanno quelle affermazioni?

Le risposte possibili a queste domande aprono alle persone delle vie alla Stregoneria oppure ergono grandi barriere perché, per loro, non sarà mai possibile seguire un percorso di Stregoneria.

Il primo ostacolo per percorrere un sentiero di Stregoneria non è dato da quello che diciamo, ma da cosa vogliamo rappresentare di noi stessi nel dire quelle cose.

Si tratta della differenza che esiste fra l'imbonitore di piazza e colui che usa parole alate. Il primo ha l'intento di ingannare mentre il secondo affronta delle situazioni fattive. Eppure, entrambi usano le parole con lo stesso significato letterale, ma con un diverso contenuto emotivo e un diverso intendimento.

Ciò che impedisce alle persone di percorrere un sentiero di Stregoneria è la loro incapacità (o impossibilità) di cogliere il significato emotivo e l'intendimento delle parole. Si fermano al senso letterale proiettando sulle parole ciò che loro immaginano sia l'intendimento e il significato emotivo. Le persone non vogliono cogliere cosa significa fare quell'affermazione e le possibili conseguenze di quell'azione. Non ne colgono il "trascendente", cioè significati e conseguenze, implicazioni e sottintesi.

L'ostacolo per seguire un percorso di Stregoneria sta nella ragione. Nelle paure che ha la ragione di superare i suoi limiti per cogliere significati diversi propri delle ragioni delle altre persone. Questo ostacolo blocca lo sviluppo della persona. Separa la persona dalle persone e dal mondo. Non potrà mai cogliere il "trascendente temporale" il mutamento, le trasformazioni, il divenire, del mondo che la circonda perché su quel divenire e su quelle trasformazioni proietterà i suoi desideri, le sue aspettative, le sue speranze, che spaccerà per razionali ed oggettive. E' proprio il "principio speranza" disarticolato dalla capacità razionale di penetrare le ragioni degli individui che ci circondano, che porta alla distruzione del divenire dell'uomo. Lo porta a sperare nella vincita alla lotteria più che ad organizzarsi nel quotidiano. Cos'ì non si tratta della vincita alla lotteria, quando una persona offende o deride chi propone qualche cosa, ma è il suo tentativo di "indovinare la posizione vincente" rispetto all'altro. "Indovinare una posizione vincente" che cade nello sconforto quando non incontra l'approvazione dell'insieme sociale. Si verifica un arretramento dell'aggressione con la chiusura psicologica dell'individuo su sé stesso. Ciò che egli derideva incontra motivo di discussione, ma egli non ha elementi con cui discutere perché il suo deridere nascondeva il vuoto psico-morale delle sue affermazioni. Questa persona ha gettato un vaso dalla finestra, ma non ha colto le possibili conseguenze. Né per sé stessa, né per il mondo in cui vive.

Se le persone non sono abituate a cogliere l'immediato nel mondo della ragione, come potranno modificare sé stessi per cogliere il significato delle trasformazioni nel tempo e nelle percezioni emotive? Probabilmente nemmeno sanno che è possibile cogliere le trasformazioni nel tempo e nelle manifestazioni emotive. Vivono una sorta di onnipotenza della loro rappresentazione nel presente: perfetti ed assoluti deridendo chiunque non imiti la loro assolutezza e la loro perfezione.

Questo è il primo ostacolo della Stregoneria.

Uscire da questo atteggiamento, in Stregoneria, si chiama: togliersi dal centro del mondo. Se ci si toglie dal centro del mondo, dall'assoluta presunzione della ragione, allora, e solo allora, è possibile un percorso di Stregoneria.

Marghera 26.11.2007

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La filosofia della Stregoneria

La Stregoneria è un cammino. Questo perché la Stregoneria è trasformazione del soggetto che percorre il sentiero. Il sentiero è mutamento dopo mutamento, trasformazione dopo trasformazione. La sequenza delle trasformazioni del soggetto, in ogni istante che si trasforma, forma il cammino dello Stregone. In ogni attimo lo Stregone, come ogni persona, presenta il proprio Potere di Essere che altro non è che quanto ha costruito mediante le sue trasformazioni.