Inno a Sonno

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire papavero a Sonno

 

Dice l'Inno Orfico a Sonno:

Sonno, sovrano di tutti i beati e degli uomini mortali
e di tutti gli animali, quanti nutre l'ampia terra;
tu solo infatti regni su tutti e a tutti accosti
legando i corpi in ceppi non forgiati in bronzo,
sciogli gli affanni, dando dolce tregua alle fatiche
e operando sacro sollievo di ogni dolore;
e porti alla preparazione alla morte salvando le anime;
sei fratello, infatti, di Oblio e Morte.
Ma, beato, ti supplico di venire temperato, dolce,
preservando benevolo gli iniziati per le opere divine.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Sonno!

Sonno come manifestazione della triplicità dell'esistenza!

Sonno come ristoratore della quotidianità.

Sonno come sospensione del controllo della ragione sulla coscienza dell'individuo.

Sonno come fine della vita all'interno del corpo fisico.

Sonno sovrano di tutti i beati e degli uomini mortali.

E' un modo di essere. Chi lo nega? E' un modo per manifestare un DIO sovrano di tutti i beati e gli Esseri Umani. Chi lo può smentire? Nel sonno si sospende l'uomo e la donna che siamo, si sospende la forma e la descrizione del mondo e un aspetto emotivo prende forma nei sentimenti e nelle visioni. Nel sonno noi siamo altro dall'uomo e la donna che vivono nel quotidiano.

Sonno figlio di Notte. Notte, fucina di Dèi!

Gli antichi non ignoravano la funzione del sonno nel rigenerare gli Esseri dalla fatica di ogni quotidiano, ma sapevano anche che Sonno era una pratica sacra necessaria per ogni Essere che si trasformava in n DIO.

Sonno, figlio di Notte. Manifestando il quale l'Essere Umano rigenera le proprie forze per continuare a percorrere il sentiero degli Dèi.

In tutte le antiche religioni Sonno era un momento di rigenerazione, non solo per le forze fisiche, ma perché il risveglio era la rinascita a nuove sfide della propria esistenza quotidiana.

Sonno è un figlio di Nera Notte. Uno dei figli che agiscono per costruire il DIO che cresce dentro gli Esseri della Natura. Una pratica sacra dalla quale l'iniziato non può prescindere.

Sonno viene indicato fratello di Morte. La relazione consiste nel fatto che Sonno è una piccola morte, il momento in cui la coscienza si disgrega e la ragione perde il controllo sull'individuo. Nella Morte la disgregazione della coscienza avviene definitivamente, nel Sonno il disgregarsi della coscienza è la condizione per una nuova riaggregazione della stessa, al risveglio, nuova e diversa. Sotto certi aspetti, è come se al risveglio un nuovo noi stessi nascesse, per quanto minimamente modificato, a nuova vita.

Sonno è la morte della ragione. Sonno ferma la descrizione ossessiva e dominatrice della ragione e permette all'Essere Umano di far uscirà la propria psiche affinché affronti tutti i mondi della percezione che la ragione gli vieta. E' Sonno che permette il superamento della malattia e del dolore. Quando la ragione tace, le forze psichiche dell'autoguarigione si scatenano per mettere l'individuo nelle migliori condizioni per affrontare la sfida quotidiana.

"legando i corpi in ceppi non forgiati in bronzo,"

Sonno non costringe nessuno a sé stesso, ma le condizioni in cui gli Esseri, figli di Hera, vivono manifestano Sonno per necessità. Così Sonno lega i corpi, costringendoli a manifestarlo, ma non usa ceppi di bronzo. L'esistenza manifesta negli Esseri della Natura la necessità di praticare sonno. Nessuno è obbligato a dormire (come a bere o a mangiare), ma senza il dormire i soggetti della Natura, muoiono e non possono percorrere le loro vie di trasformazione verso l'infinito.

"e porti alla preparazione alla morte salvando le anime;

sei fratello, infatti, di Oblio e Morte."

Sonno e Morte sono simili in quanto, in ognuno di essi cessa (sia pur in maniera diversa), viene sospesa la ragione e il suo controllo ossessivo della coscienza dell'individuo. E' attraverso Sonno e Sogno che gli Esseri Umani costruiscono il terreno d'azione del loro corpo luminoso che hanno forgiato attraverso le mille sfide che la vita quotidiana gli ha costretti ad affrontare. Nel Sonno la ragione cessa e l'individuo pratica il Sognare. Nel sognare insorge l'intuizione (anche se la coscienza dell'intuizione può avvenire in tempi diversi) e forme diverse (emotive) di interpretazione della realtà vissuta. Attraverso la pratica del sognare il corpo luminoso si prepara ad agire indipendentemente dal corpo fisico: si prepara ad affrontare la morte del corpo fisico fondando la sua capacità autonoma d'azione. Questa è la "salvezza delle anime!". E' quanto l'Essere Umano ha costruito nel corso della propria vita, il suo plasmare e rendere attivo il proprio corpo luminoso che lo porta alla salvezza: lo porta a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

Sonno fratello di Oblio.

Nel Sonno cessa l'azione della memoria costruita dalla descrizione della ragione. Nel sognare la memoria della descrizione si manifesta in maniera assolutamente distorta, imprecisa, approssimativa. Serve per giustificare alla ragione i non-sense che emergono dal profondo e che non sono in sintonia con la descrizione della ragione. La distorsione delle immagini della ragione con cui vengono presentati gli impulsi emotivi nel sonno servono per rassicurare la ragione sulla "non pericolosità" delle situazioni vissute dal corpo luminoso. Situazioni che vengono circoscritte nell'Oblio al risveglio. Nel sonno sorge l'oblio della descrizione della ragione, al risveglio, la ragione, alimenta l'oblio di quanto avviene nel sonno. Nel corpo luminoso c'è la perdita di tutti i legami con la vita fisica dalla quale il corpo luminoso si è manifestato esattamente come nella vita fisica c'è la progressiva perdita di tutti i legami emozionali costruiti nella pancia della madre quando eravamo feti.

Dimentica e costruisci. Costruisci e dimentica. Sonno ripulisce la memoria e la prepara per nuove memorie consentendo di fagocitare l'esperienza.

Tutti gli iniziati evocano Sonno. Perché in Sonno manifestano sé stessi, la loro volontà d'esistenza e capitalizzano gli sforzi che hanno fatto in tutte le sfide della vita. Così l'iniziato attende Sonno per manifestarlo e, mentre manifesta Sonno, manifesta anche sé stesso preparandosi ad affrontare l'infinito.

Per questi motivi, anche noi possiamo unirci agli Orfici ed intonare quest'Inno:

Sonno, sovrano di tutti i beati e degli uomini mortali
e di tutti gli animali, quanti nutre l'ampia terra;
[...]

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.