Inno a Fortuna

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire incenso a Fortuna

 

Dice l'Inno Orfico a Fortuna

Qui, Fortuna: ti invoco con preghiere, buona regolatrice,
mite, protettrice delle strade, per i beni felici,
Artemide che guidi, di gran nome, nata
dal sangue di Eubuleo, che hai gloria imbattibile,
sepolcrale, sempre in movimento, cantata dagli uomini.
In te infatti la vita dei mortali è sempre varia:
perché agli uni prepari abbondanza molto ricca di beni,
agli altri cattiva povertà agitando collera nell'animo.
Ma, dea, ti supplico di venire benevola alla vita,
piena di ricchezze per i beni felici.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

In quest'Inno è interessante l'accostamento di Fortuna con Eubuleo (Dioniso). Secondo l'Inno, Fortuna nasce dal sangue di Dioniso Eubuleo. In effetti ricorda gli Inni appena precedenti delle Erinni che nascono dal sangue di Urano Stellato. Dioniso è colui che nasce tre volte: per rinascere dall'avversa sorte deve vivere strategicamente e, nel farlo, chiama Fortuna al suo fianco riuscendo nell'impresa della rinascita. Inoltre, nel collocare fra gli Dèi Fortuna, dobbiamo tener conto anche dell'accostamento con Artemide, il principio femminile della vita! Colei che non permette che il principio femminile della vita sia sottoposto a costrizioni, vessazioni e sottomissioni. Colei che scioglie, nel principio femminile, i legamenti della sottomissione. Chi riesce a sciogliere i legamenti della sottomissione si può considerare Fortunato o "baciato da Fortuna".

Fortuna deve essere interpretata all'interno di queste condizioni esistenziali. Esistono altre tradizioni che ne danno diverse percezioni e interpretazioni, ma questa appartiene agli Inni Orfici, ad un percorso di Stregoneria che proprio perché è una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza gli Dèi sono individuati dagli atti divini che portano a percorrere la via alla conoscenza e alla consapevolezza propria degli Orfici.

Fortuna, come divinità, collocata in questo modo, in questo Inno, riprende l'antico concetto di Fortuna proprio di Roma Antica anche se collocato in un contesto religioso misterico. A Roma era collocata in un contesto religioso giuridico.

Fortuna è la capacità dell'individuo di attrezzare sé stesso davanti allo sconosciuto della propria vita. Avere Fortuna nell'antica Roma, equivale ad avere Potere Personale. Un Potere Personale che può essere favorito dalle circostanze o dal circostante, ma che sta all'individuo costruire con impeccabilità, attenzione, impegno e volontà. In questa attività soggettiva, dove si manifesta Fortuna? Nel presentarsi dell'occasione in cui le scelte soggettive hanno permesso di esserci attrezzati al meglio per affrontare l'imponderabile, quello per cui altri non erano attrezzati per affrontare. Un asteroide dette inizio all'era degli Esseri Dinosauri: quegli Esseri erano pronti per sfruttare la situazione che si presentava! Un asteroide mise fine all'era degli Esseri Dinosauri: quegli Esseri non erano attrezzati per sfruttare la nuova situazione. Ho conosciuto una volta una persona grassa che aveva un amico vegetariano. Ci fu il colpo di stato dei colonnelli in Grecia e queste persone, greche, fuggirono in barca dalla Grecia per venire in Italia. Era una barca a remi, la persona grassa arrivò in Italia magra, il vegetariano era in fin di vita! Le nostre azioni ci modificano. Le nostre azioni e le nostre scelte ci cambiano giorno dopo giorno. Davanti all'imponderabile noi agiamo con quanto abbiamo costruito: se siamo stati IMPECCABILI abbiamo più possibilità di essere FortunaTI. Se noi ne siamo consapevoli in ogni istante scegliamo quanto, in base all'INTENTO, può costruire noi stessi. Se non siamo consapevoli possiamo solo sperare di non aver fatto troppi errori.

Ho fatto in modo che le mie braccia siano sufficientemente forti, che le mie gambe fossero efficienti, ho coltivato il sapere, la conoscenza, l'abilità delle mie mani. Non ho mai rinunciato ad affrontare problemi o condizioni. Mi sono esposto e mi sono sottratto quando ritenevo opportuno farlo. Oggi sono ciò che sono! Lo sconosciuto in qualsiasi momento può presentarsi. Se è uno sconosciuto che mi può danneggiare: non so se sono sufficientemente attrezzato per farvi fronte, ma ho comunque fatto del mio meglio! Se è uno sconosciuto che mi potrebbe favorire: non so se sono sufficientemente attrezzato per afferrare questa opportunità, ma ho comunque fatto del mio meglio!

Questo è manifestare Fortuna!

In questo modo si chiamano gli enti del mondo a favorire la nostra trasformazione: quanto si è Fortunati, quando lo si è fatto.

Distruggere Fortuna negli Esseri Umani era un imperativo per i cristiani nel loro tentativo di distruggere gli Esseri Umani. Dovevano impedire agli Esseri Umani di essere pronti davanti all'imponderabile.

Proviamo a vedere quanto disprezzo ha per Fortuna il Gesù dei cristiani:

"Le terre di un ricco avevano dato abbondante raccolto. Ed egli ragionava fra sé: come farò che non ho posto dove ammassare i miei raccolti? Ecco disse, farò così: demolirò i miei granai, ne costruirò di più grandi, vi ammasserò tutta la mia raccolta e tutti i miei beni; poi dirò all'anima mia: "Anima mia hai una grande riserva di beni per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti." Ma dio gli disse: "Insensato! Questa notte stessa ti verrà chiesta la vita; e quello che hai preparato, e quello che hai preparato, per chi sarà?""

Tratto dal vangelo di Luca, 12-16.

Ciò che è seminato e raccolto, sarà per gli uomini che continueranno a vivere dopo di me. Intanto io ho fatto del mio meglio e ho raccolto i frutti del mio vivere per passione. Quando io muoio gli uomini verranno e si prenderanno quanto ho ammassato. Non dovranno sentire i morsi della fame. Quello che ho fatto rimane, rimane per chi è ancora in grado di usarlo per costruire sé stesso: PER AVER TEMPO PER RIPOSARE E PER DIVERTIRSI! Lo so, in qualunque momento posso perdere il corpo fisico, ma io sono il risultato delle mie azioni e proprio perché ho messo in essere le mie azioni, io mi sono costruito; io SONO FortunaTO: posso trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

Si potrebbe obiettare che anziché beni materiali quest'uomo avrebbe potuto accumulare Sapere, Conoscenza, praticare il Vivere per sfida, arricchire il Sistema Sociale. E' vero, si avrebbe potuto obiettare in questo modo; ma questo non esiste nel pensiero cristiano. Il pensiero dei cristiani è materialista-meccanicista. Obbedisce alla contrapposizione nella quale si sceglie fra essere bestiame posseduto e sottomesso alla capricciosa provvidenza del dio padrone o essere bestiame che sottomette attraverso la violenza possedendo altri uomini e il loro tempo di vita. La capacità di costruire la conoscenza non esiste nel pensiero ideologico cristiano. La conoscenza e il sapere appartengono al dio padrone, non agli uomini, al loro divenuto né, tanto meno, come risultato di un processo di trasformazione soggettiva frutto delle scelte degli uomini. Chi accumula Sapere e Conoscenza commette reato (peccato) di superbia e per questo motivo deve essere annientato. Per il cristiano esiste solo chi possiede e chi è posseduto in una gerarchia infinita. Chi non possiede nulla può essere macellato in quanto è nulla (vedi come e perché i cristiani stuprano bambini oggi come ieri e come fino a poco tempo fa trafficavano in schiavi!). Il cristiano ha paura di chi possiede beni attraverso i quali contrattare i rapporti di forza all'interno del Sistema Sociale. Così terrorizza e colpevolizza col suo dio assassino.

"Non accumulate tesori sulla terra, dove la ruggine e la tignola consumano e dove i ladri sfondano e rubano; ma accumulatevi tesori nel cielo, dove né ruggine né tignole consumano e dove i ladri non sfondano né rubano."

Tratto dal vangelo di Matteo 6-19.

Date a me i beni, dice il Gesù dei cristiani, e così accumulerete tesori nel cielo mentre io costruisco il patrimonio con cui gestire la miseria degli Esseri Umani. Noi, come Pagani politeisti, sappiamo che ogni volta che accumuliamo conoscenza, sapere, abilità delle nostre mani, affrontiamo la vita con passione, percepiamo piacere risolvendo le contraddizioni che la vita esprime, accumuliamo un tesoro dentro di noi: costruiamo il corpo luminoso. Costruiamo quanto ci permette di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Ma noi, come Pagani Politeisti, non siamo dei fessi! Conosciamo i meccanismi della formazione del capitale e del potere sociale e come gli Esseri Umani vengono circoscritti nel gregge. Conosciamo cosa i cattolici hanno accumulato per consentire loro di alzare roghi e bruciare le persone. Per questo noi, come Pagani Politeisti, esprimiamo Fortuna. Noi esprimiamo Fortuna perché il Potere di Essere che abbiamo accumulato ci consente di individuare il dio dei cristiani e prenderlo a calci prima che distrugga il nostro Sistema Sociale, alzi il reticolato dei campi di sterminio e riapra i rubinetti delle camere a gas.

Chi ha messo in atto la distruzione di Fortuna? Il dio dei cristiani che voleva trasformare gli Esseri Umani in miserabili da condurre al macello della vita.

Così, anche noi, che vogliamo il benessere nel Sistema Sociale in cui viviamo, possiamo evocare questa divinità affinché ci elargisca Potere di Essere e ci affianchi nei nostri sforzi di affrontare la nostra esistenza! Anche se noi, come Pagani Politeisti, non preghiamo mai. Noi evochiamo i Poteri di Essere del mondo col nome degli Dèi. Noi evochiamo gli DEI vivendo strategicamente e il nostro grido dice: "O tu cammini al mio fianco, o togliti dalle palle". Nessun dio della Religione Pagana, nessun Potere di Essere nel mondo si è mai rifiutato di camminare al fianco di un dio che costruisce sé stesso aiutandolo nelle scelte della vita. Ogni DIO ci tiene a costruire il proprio Potere di Essere. Il Potere di Essere si costruisce SOLO vivendo per sfida e Fortuna è la sua rappresentazione nel mondo.

E' in questo senso religioso che anche noi possiamo evocare Fortuna:

Qui, Fortuna: ti invoco con preghiere, buona regolatrice,
mite, protettrice delle strade, per i beni felici,
Artemide che guidi, di gran nome, nata
dal sangue di Eubuleo, che hai gloria imbattibile,
[...]

Marghera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.