Inno ad Apollo.

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire profumo di incenso ad Apollo

 

Dice l'Inno Orfico ad Apollo:

Vieni, beato, Paian, uccisore di Tizio, Febo, Licoreo,
Menfita, splendidamente onorato, invocato col grido, datore di felicità,
Dalla lira d'oro, che proteggi la semina e l'aratro, Pizio, Titano,
Grinio, Sminteo, uccisore del Pitone, Delfico, indovino,
selvaggio, demone apportatore di luce, amabile, giovane glorioso,
guida delle Muse, istruttore del coro, che colpisci di lontano, saettatore,
Branchio e Didimeo, operante di lontano, Lossia, santo,
signore Delio, che hai l'occhio che tutto vede e da luce ai mortali,
dalla chioma d'oro, che sveli sincere profezie e oracoli;
ascolta con animo benevolo me che prego per gli uomini:
perché tu vedi tutto questo etere infinito
e la terra felice di lassù, e attraverso la penombra
nella quiete della notte sotto la tenebra dagli occhi di stelle
hai scorto sotto terra le radici, e possiedi i confini del cosmo
tutto; a te stanno a cuore il principio e la fine,
fai fiorire ogni cosa, tutta la sfera celeste tu accordi
con la cetra sonora, talora andando al limite della corda più corta,
talora invece della più lunga, talora secondo il modo Dorico
accordando tutta la sfera celeste distingui le specie viventi,
con l'armonia contemperando per gli uomini il destino universale,
mischiando ugual misura d'inverno e d'estate per gli uni e per gli altri,
distinguendo nelle corde più lunghe l'inverno, nelle più corte l'estate,
nel Dorico il fiore fresco della primavera molto amabile.
Da quì i mortali ti celebrano col nome di signore,
Pan, dio dalle due corna, che invii i sibili dei venti;
perché hai il sigillo che dà forma a tutto il cosmo.
Ascolta, beato, salvando gli iniziati dalla voce supplice.

Tratto da: Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

 

Apollo è il principio maschile della vita.

Prima di lui non c'erano i bisessuati. La vita era femminile in quanto i soggetti viventi partorivano sé stessi: scissione.

Nella mitologia ci sono nomi maschili e nomi femminili, ma questi sono relativi all'interpretazione che noi, come bisessuati, diamo ai soggetti nel mondo definendoli per categorie maschile e femminile.

Gli Dèi sono immortali. Nascono e diventano immortali.

Nell'Antica Mitologia, tutto il venir in essere del mondo è un germinare di sé stesso dalle condizioni che chi è cosciente ha modificato in funzione dei propri bisogni.

E' vero, nella mitologia si hanno nomi maschili e femminili. Abbiamo questo e quella da cui nascono figli e figlie. In realtà non è così! Due o più presenze costituiscono l'oggettività che permette a qualcuno di germinare. Il fatto di proiettare sugli DEI una sessualità è solo per rappresentarne quelle caratteristiche funzionali che noi proiettiamo sulla visione riconoscendo quelle caratteristiche negli Esseri Umani, in noi stessi, e spesso caratterizzate proprio dalla sessualità. Specialmente nel ruolo del generare.

Pertanto, se penso maschile Urano Stellato e femminile Gaia non è perché siano maschio o femmina, ma è perché all'uno e all'altra attribuisco, nel descrivere e comunicare la mia visione, dei ruoli che sono propri di maschio e femmina all'interno della specie o della cultura cui appartengo.

Le similitudini di quel ruolo vengono lette nelle relazioni fra Esseri Umani.

E' un Essere Umano il veggente che descrive.

Latona è un utero dell'Essere Natura. Un utero da cui germina una qualità di relazioni dalle quali altri Esseri si generano, diverse dalla qualità per cui gli esseri si generavano in precedenza.

La mitologia mette in rilevo come prima sia nata Artemide, il principio della vita femminile fra i bisessuati, e poi questa ha aiutato Latona a partorire il fratello Apollo. Prima c'era l'Essere della Natura che comunque germinava e riproduceva sé stesso; con la nascita di APOLLO, l'Essere Maschile, la diversificazione permette la nascita di qualità diverse all'interno della medesima quantità. Qualità che diventano SPECIE, diventano quantità dalla quale permettere la nascita di nuove qualità!

Grazie a Latona e Zeus oggi noi parliamo di evoluzione. Quel tipo di evoluzione per cui il principio maschile modifica il principio femminile costruendo la diversificazione delle specie.

Io sono un Essere Umano e come tale ho delle idee di bellezza, ho dei desideri su ciò che è bello e ciò che dà piacere, ho dei desideri con i quali rappresentarmi nel mondo e io, come Essere Umano maschile, idealizzo tutto questo e lo vesto col potere della rappresentazione di Apollo.

Però sono i miei desideri, mentre con la pancia, vecchio e pelato guardo il mondo presentando la mia faccia, mi illudo che il mondo guardandomi desideri vedere lineamenti floridi, atletici e giovanili come un Apollo. Però non è così! Al mondo degli DEI non interessa la forma con la quale gli Esseri Umani si presentano, ma la forza che mettono nelle loro azioni. La passione che mettono nella loro vita. Passione, forza e determinazione sono la rappresentazione dell'Apollo negli Esseri Umani. Con questo gli Esseri Umani maschili si fanno Apollo.

L'immagine di APOLLO ha attraversato l'intera storia di Grecia Antica, con quell'immagine ci sono state raccontate imprese e leggende, compresa la paura di ogni terra che tremava per il timore che su di essa potesse germinare l'Essere Maschile. La quantità tende a preservare l'esistente, la qualità può essere in grado di travolgere tutto e questo terrore assaliva ogni terra sulla quale Latona vagabondava finché non strinse il patto divino con Delo facendo il gran giuramento sull'acqua di Stige.

Latona fece il gran giuramento per consentire a nuove qualità di DEI di presentarsi all'Olimpo. Perché la qualità che emerge dalla quantità è Potere di Essere. E' un Potere che si manifesta nei confronti del cielo. Così Zeus e Latona costruiscono le condizioni affinché nuovi DEI, una nuova qualità di DEI, giunga all'Olimpo. Giungono all'Olimpo armati, dopo aver vissuto una vita per sfida all'interno delle contraddizioni dell'Essere Natura. Giungono forgiati dalle condizioni che Hera ha imposto con Ilizia, Ebe e Ares. Sfide feroci tanto che le DEE dell'Olimpo dovettero distrarre Hera per permettere ad Ilizia di assistere Latona. Non è Apollo, non è Atemide che si presenta all'Olimpo armato di arco e faretra; è l'Essere della Natura che affrontando le contraddizioni della propria esistenza è diventato un arciere al quale gli DEI altro non possono fare che porgere Nettare e Ambrosia.

Oggi, qui a Venezia, sono maestosi i leoni dell'arte Greca che i mercanti veneziani sottrassero ai luoghi sacri. Sono maestosi e stanno a ricordarci che l'Essere Umano maschile è, sotto questo aspetto, come l'Essere Leone: pronto a distruggere i cuccioli se questi non sono graditi! Pronto a distruggere il futuro se non gli aggrada. Per questo motivo, la sorella di Apollo, Artemide-Diana ha lo sguardo feroce quando affronta gli Apolli nella protezione della vita. Per questo motivo nessun Apollo possedette mai Artemide-Diana.

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandsi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.