Lo stato originale non è un modello

Dalla visione creazionista della vita
degli esoteristi
alla visione della Stregoneria
Le condizioni dell'esistenza. - Prima parte

di Claudio Simeoni

Indice della discussione

Apriori e doveri eoterici che non esistono in Stregoneria

 

Infatti, tu usi un termine come "essere riportato allo spirito originale" che non appartiene al pensiero della Stregoneria. Affermare che "essere riportato allo spirito originale" significa affermare che esista un modello, e questo è possibile all'interno del pensiero Neoplatonico o dell'ermetismo. Non in Stregoneria che non ammette l'esistenza di nessun modello e, tanto meno, di un modellatore, come invece sostiene il Neoplatonismo con l'Uno e l'ermetismo.

Risposta di Gianni al punto 1

Lo stato originale non è un modello.... li trascende tutti.

Purtroppo c'è da chiamarlo in qualche modo, anche se non ha un nome.

L'ermetismo che non trascende pure l'idea di un modellatore, oltre a tutto il resto, non è certo il pensiero ermetico che conosco io.

C'è piuttosto da saper fare coscientemente, con spirito assolutamente volitivo, un salto nel vuoto... sapersi affermare nell'inesistente. Per farlo, tu, dovresti trascendere pure la tua stregoneria.... sennò hai un limite.... e pure un modello..... nonché un modellatore.

1) O è un modello, o non è un modello.

Non esiste una terza via.

Se è un modello, ogni sua emanazione tende al modello, al suo stato originale. Se non è un modello, non esiste nessun ritorno ad uno stato originale, ma un processi di modificazione continua.

La necessità di un modello è proprio del monoteismo che si è avvalso del grande equivoco dell’azione demiurgica delle Idee espressa in Platone.

Il modello che trascenda il presente è sempre un modello. Anche se è un modello immaginato, è comunque un modello che richiede ad ogni soggetto di adeguarsi. Quell’adeguarsi lo possiamo riempire di enfasi come vogliamo, ma è sempre un adeguarsi. Il fatto che tu dica "C'è piuttosto da saper fare coscientemente, con spirito assolutamente volitivo, un salto nel vuoto... sapersi affermare nell'inesistente.", oppure come dice Ratzinger "nella gloria e nell’amore di dio", anche se cambia nella forma rappresentata non cambia nella sostanza che è il riconoscimento di un modello a fondamento dell’esistenza.

In secondo luogo, non posso trascendere la Stregoneria in quanto equivarrebbe a trascendere me stesso. La Stregoneria è un insieme di STRUMENTI di cui un soggetto si serve per manifestare sé stesso, ma non determina tempi o modi della manifestazione soggettiva. E gli stessi strumenti usati dalla Stregoneria sono strumenti che vengono variati dai soggetti nelle diverse condizioni nelle quali agiscono.

Risposta di Gianni al punto 1

Non è un modello.

Te l'ho detto già all'inizio del thread.... è un "ricordo" inesprimibile, non raffigurato, ....... che alcuni sentono in modo altrettanto inesprimibile in particolari momenti della loro vita, quando tutto quando si rivela vano......quando ogni cosa perde senso.... quando ogni certezza viene meno..... ed allora ci si pone la domanda "chi sono io"?.... ( te lo dico aiutandomi con le parole di EA , del gruppo di UR poiché lo sanno spiegare molto bene, ed è esattamente il mio sentire):

ed allora una naturale dignità in questi individui si afferma e si staccano da tutto ....... anche dalle fedi, dalle speranze..... determinati ad aprirsi una via tra le nebbie di questo mondo che non sentono come il proprio vero mondo........nella sensazione che esista qualcosa oltre ciò che trae origine dall'umano.... la visione diretta della realtà, come in un completo risveglio......... Conoscenza di sé e in sé dell'Essere..... ciò essi cercano.

Togliti dalla testa sta fissa per i modelli o non modelli, perché si tratta di ben altro. A questo punto ci si è già staccati da qualsiasi modello............tutto lontano, non ci appartiene più.

Quindi non rispondo a ciò che ti canti e ti suoni riguardo ai modelli perchè non mi riguarda. Se non sai concepire o percepire altro significa che non sai concepire o percepire altro. Chiuso. O si è là o non ci si è.

Quando io dico "C'è piuttosto da saper fare coscientemente, con spirito assolutamente volitivo, un salto nel vuoto" non parlo di alcun dio.... ti piaccia o meno. Parlo del vuoto..... vuoto pure di una qualsiasi sua rappresentazione mentale di qualsiasi tipo. Uno stato... il più terribile. Uno stato che si è determinati ad affrontare, decisi a capire cosa noi si sia realmente al di là di ogni cosa.

Se non lo capisci non me ne importa minimamente, ma piantala di voler vedere modelli e dio e cose del genere. Cerca di liberartene.

Eppure dovresti saperlo... dato che dici "La Stregoneria è un insieme di STRUMENTI di cui un soggetto si serve per manifestare sé stesso,".............. infatti.... cosa intendi con quel "sé stesso"?

Perché quel tuo "sé stesso" a "sto punto, stando alle tue parole, non dovrebbe essere un modello?

Perché pensi che ciò cui io mi riferisco sia disprezzabile al contrario di quel tuo "sé stesso"?.

Ma ti ripeto che arriverà un momento in cui dovrai lasciar perdere pure gli strumenti e proseguire del tutto nudo....se no non se ne fa niente

Quando tu usi citare il "gruppo di Ur", forse non ti rendi conto che quando citi: "Conoscenza di sé e in sé dell'Essere" stai semplicemente parlando del "dio padrone" e la domanda che poni "chi sono io" altro non è che parte di quelle domande finalistiche proprie del cristianesimo: "chi sono", "dove vado", "qual è lo scopo della mia esistenza", "sono creato per uno scopo grande dalla volontà del dio padrone", ecc. ecc.

Si chiama "finalismo" ed è legato all’idea del dio padrone e creatore, al di là di come la frittata viene girata.

Le domande finalistiche vengono fatte in funzione di una risposta predeterminata: la superstizione. Quella superstizione che si pone a monte di ogni decisione umana e che la conchiude nella risposta che viene anteposta alla domanda stessa.

Che poi, dentro di noi ci sia Demetra che spinge continuamente a modificare stati psico-fisici di percezione della realtà o di recuperare strumenti di percezione e relazioni empatiche col mondo che le nostre scelte hanno accecato, annebbiato, ammutolito, questo è sì un segnale che dentro di noi non tutto è morto; ma muore quando viene risolto all’interno del finalismo. Allora insorge la malattia psichiatrica.

Il vuoto è tale perché è riempito di cose. Se non lo riempio di cose il vuoto non esiste! Quando faccio il vuoto nella mente è per riempirlo dell’intuizione; se non lo riempio dell’intuizione il vuoto non esiste. Diventa un puro esercizio retorico che evoca una nostalgia di un possibile che però è solo immaginato dalla ragione.

Anche lo "stato terribile" è solo immaginato. Cosa significa "al di là di ogni cosa" quando l’uomo è in grado di affrontare sia lo sconosciuto? Oltre lo sconosciuto c’è l’inconoscibile. Ma l’inconoscibile non è tale in sé, ma è tale solo perché non ho gli "strumenti" per conoscerlo. Eppure, ogni Stregone sa che dall’inconoscibile giungono fenomeni che alterano il suo stato e che, nella misura in cui alterano il suo stato, diventano, se non sconosciuti individuati al punto tale da mettere in atto delle risposte: un po’ come il Feto nella pancia della madre. Dal mondo esterno giungono fenomeni che passano attraverso la madre, giungono al feto e il feto mette in atto una serie di adattamenti rispondendo al quei fenomeni pur appartenendo ad un mondo inconoscibile in quanto esterno alla madre e irraggiungibile dai suoi sensi e dalla sua percezione.

Quel "Sé Stesso" è ricondotto alla "coscienza" dell’individuo che è formata da molte trasformazioni: la coscienza di ogni sua cellula che è divenuta per esperienza, si è modificata e comunica alla sua coscienza; la capacità di percepire il mondo con i cinque sensi, che però non sono cinque, ma oltre venti; la capacità di elaborazione della percezione; sia per quanto riguarda la percezione razionale, ma anche per quanto riguarda la percezione della realtà come tempo, azione, emozione, il che include tutta una serie di livelli di comunicazione che spesso non affluiscono alla coscienza dell’individuo, ma l’individuo percepisce la nostalgia di qualche cosa che gli sfugge. Posso andare avanti ancora, ma dell’infinito numero di IO SONO che compongono ogni IO SONO come individuo della Natura, rimane la coscienza immediata con la quale il soggetto, in quel momento, si presenta al mondo.

Verrà sicuramente il momento in cui dovrò abbandonare gli strumenti della Stregoneria: infatti il mio corpo fisico morirà. E sarà un bel momento, al di là di quanto potrà essere doloroso il modo con cui ciò avverrà!

Marghera 17.06.2008

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La filosofia della Stregoneria

La Stregoneria è un cammino. Questo perché la Stregoneria è trasformazione del soggetto che percorre il sentiero. Il sentiero è mutamento dopo mutamento, trasformazione dopo trasformazione. La sequenza delle trasformazioni del soggetto, in ogni istante che si trasforma, forma il cammino dello Stregone. In ogni attimo lo Stregone, come ogni persona, presenta il proprio Potere di Essere che altro non è che quanto ha costruito mediante le sue trasformazioni.