Togliersi dal centro del mondo nel
Crogiolo del Male

(testo originale 1999)

di Claudio Simeoni

 

Crogiolo del Male - capitolo sette

Cosa abbiamo compreso nel meccanismo dell'educazione?

Il bambino nasce ma non si trova davanti un mondo vergine. Si trova un Sistema Sociale ben definito e retto da un Comando Sociale che intende perpetuare sé stesso attraverso l'azione sul nuovo nato. Il Sistema Sociale riproduce sé stesso nei confronti del nuovo venuto. Il Sistema Sociale si ritiene dio padrone. Divenuto perfetto ad immagine e somiglianza di dio e intende costruire il nuovo nato a sua immagine e somiglianza. Egli concepisce sé stesso come creato mentre riconosce al nuovo nato una trasformazione. Una trasformazione il cui scopo è quello di integrare il nuovo nato incorporandolo in sé stesso in maniera funzionale.

La prima cosa che il bambino deve imparare è: penarsi e descriversi al centro del mondo.

Per far questo il Sistema Sociale deve insegnargli la ragione all'interno della quale circoscrivere sé stesso.

Le fasi di crescita che abbiamo elencato nei capitoli precedenti ci aiutano a comprendere come avvengono le fasi con cui imprigionare il divenire dell’uomo nella ragione.

C'è un modo affinché questo, una volta avvenuto, non abbia la violenza e la totalità assoluta dell'assoggettamento ed è quando i genitori, o parte del Sistema Sociale, si educano in continuazione. Quando non è il bambino che deve essere educato ma è l'adulto che continua il suo processo di espansione e dilatazione della sua Coscienza, della sua Consapevolezza e del suo sapere nel circostante e il bambino, crescendo ad immagine e somiglianza di quel fare, lo imita. La circoscrizione della ragione in quel caso non è dunque violenta, ma è funzionale a costruire la base della vita consentendo al nuovo nato di esistere e di poterla modificare, eventualmente, con una certa facilità. In altre parole, la ragione non è la padrona dell’individuo, ma è uno strumento a disposizione del bambino e non pretende di soggiogare il bambino a sé stessa.

Come si costringe il bambino a considerarsi al CENTRO DEL MONDO?

Non è difficile almeno apparentemente in quanto è elemento estensivo dell'assolutezza della famiglia come nucleo impostosi all'interno del Sistema Sociale. In pratica la famiglia pensa sé stessa come nucleo centrale a sé stessa e piega a sé stessa ogni nuovo nato. Il nuovo nato è già inteso come patrimonio e ricchezza della famiglia.

Non è un caso che partendo da questa concezione si giunga a vendere i bambini per scopi vari quando la miseria familiare è ingestibile anziché mettere in atto delle strategie per non generare figli quando le condizioni per costruire loro un futuro non lo permettono.

La famiglia è il luogo dove si costruisce o si distrugge il futuro del nuovo nato. La sua costruzione o la sua distruzione dipende dall'attività e dall'atteggiarsi dei singoli membri della famiglia rispetto al mondo circostante.

La chiave per comprendere l'imposizione di considerarsi CENTRO DEL MONDO sta nella DIADE di cui abbiamo parlato nella trasmissione n.2 del Crogiolo del Male. La DIADE è quella composta madre e figlio. Madre e figlio quando il ruolo centrale della madre non è quella di costruire sé stessa ma quello di "badare all'educazione del figlio". La madre specchia nel figlio l'assolutezza della propria esistenza. Il figlio è la sua ragione di essere. Senza il figlio lei non esiste. Il controllo sul figlio è la sua ragione d'esistenza.

Il figlio non esiste in quanto Essere Umano in costruzione ma oggetto e soggetto dell'amore materno: Essere da mettere al servizio della propria gratificazione. Questo avviene ogni volta che il divenire dell'Essere Umano Femminile è stato stuprato e circoscritto all'interno del ruolo di "fattrice" al pari degli Esseri Animali.

Il figlio è la totalità della sua esistenza. E' gratificazione del suo esistere. Ricordiamo come in Cina uno degli sforzi sociali messi in atto dal regime attuale sia quello di estirpare una tradizione plurisecolare di uccisione delle figlie femmine in funzione del maschio. Così l'Essere Umano maschile è sempre stato predominante fino all'arrivo, in Italia del nuovo Statuto sulla Famiglia tanto osteggiato dalla chiesa cattolica.

La madre vive in funzione del figlio e il figlio deve essere gratificazione per la madre.

Su questa tradizione si innesta l'imposizione sul figlio del ritenersi al CENTRO DEL MONDO.

La DIADE è assoluta. Il figlio dipende dalla madre e la madre ne detiene il controllo. Il controllo della sua gratificazione che le permette di sopportare la distruzione della sua dilatazione nel circostante.

Il figlio è il centro della sua attenzione, delle sue cure: il figlio acquista il concetto di centralità.

Ogni famiglia cura i propri figli. Mentre nella famiglia in cui i genitori sviluppano il proprio divenire l'attività nei confronti del figlio è attività di costruzione dell'individuo, nella famiglia in cui la madre cerca sé stessa nel figlio ne distrugge il divenire in funzione della gratificazione della propria esistenza.

Il figlio deve crescere a sua immagine e somiglianza; pertanto deve costringerlo alla dipendenza controllando e indirizzando ogni azione che esegue. La madre ha paura dell'indipendenza del figlio. Un figlio indipendente tenderà ad ignorarla per affrontare il mondo e costruirsi.

Il figlio nasce in un apriori. L’apriori socio-emotivo chiede al bambino di adeguarsi.

Questo apriori deve essere considerato in quanto l'attenzione che mette la madre per distruggere il divenire del figlio è pari alle sue necessità di promozione sociale.

Il bambino viene educato a sentirsi al centro degli interessi e delle necessità della madre.

Al momento della nascita il bambino si sente parte del mondo. Non lo descrive ma partecipa al fluire delle cose. Respira le cose. Non ritiene che le cose esistano solo per lui o in funzione di lui. Accetta ogni cosa lamentandosi e discriminando quando quella cosa non è in armonia con le sue sensazioni e i suoi bisogni ma affrontando l'esistenza sempre con un atto di volontà e determinazione.

La madre per costringerlo al Centro del Mondo deve agire sui suoi pianti, sulle sue sensazioni ignorando le sue richieste e agendo in funzione di quello che lei ritiene sia bene per il bambino.

La madre pospone i bisogni e le necessità del divenire del figlio in funzione di quello che lei ritiene sia meglio per lui.

Questa azione comincia dai pannolini, dalle coccole, dal primo dormire alimentando quella dipendenza affettiva che da elemento funzionale diventa strumento coercitivo. Se il bambino vuole le coccole deve fare quella cosa. Se fa l'altra cosa sarà rimproverato e gli si sottrarrà l'affetto. In quel momento egli si sente perso. La madre per quanto lo ignora? Forse per sempre? Il panico lo assale quando la madre lo punisce.

Il bambino non sa parlare ma risponde con i suoi bisogni alle sollecitazioni del mondo.

La madre riversa su di lui la centralità ed egli comprende come questa centralità deve essere alimentata per costringere la madre a stargli attorno.

Il bambino deve costringere la madre. Deve costringere la famiglia. Dall'azione della madre egli ha capito che l'affetto si dà e l'affetto si toglie. L'affetto è una merce di scambio e quella merce deve essere garantita.

Diverso è il discorso quando la madre ha altri interessi sui quali riversare la costruzione della sua vita. Il rapporto con la madre non è ricattatorio ma è funzionale a costruire la vita e il bambino non è costretto a mettere in essere quelle strategie. Ancora diverso è il discorso della madre che non c'è in quel caso il bambino mette in atto strategie diverse. Questo però è un altro caso.

Il bambino costringe la madre a ruotare attorno a sé stesso. Era quello che la madre voleva. Poi il bambino si identifica col padre. Freud parla di fase edipica. In realtà il bambino comprende come il padre non ruota attorno a sé. La madre si!

Ecco il nocciolo discriminante.

Ecco il motivo per cui il bambino comprende l'esigenza di strategie per confermare il suo mettersi al Centro del Mondo: come il padre!

E questa esigenza viene trasferita nella quarta fase di sviluppo quando i ruoli acquisiti all'intorno della famiglia devono scontrarsi nel Sistema Sociale con le relazioni inter familiari. Come negli asili nido e negli asili infantili. Là il bambino acquista la certezza delle sue intuizioni e verifica la validità delle sue strategie. Se verifica che la sua strategia è sbagliata un po' alla volta la modificherà ma se riterrà che considerarsi al Centro del Mondo è una scelta corretta allora la confermerà. Egli trova i riscontri nell'istruzione religiosa, trova i riscontri nell'istruzione scolastica, trova i riscontri negli altri bambini.

In quel momento avrà due vie. Se sarà stato educato dalla madre ad essere parte del mondo dovrà combattere per affermare di essere un dio fra Dèi dei quali sentirà i fenomeni ma sarà privo della descrizione. Se sarà educato dalla madre a sentirsi al Centro del Mondo nelle relazioni interpersonali della quarta fase si inserirà fra tutti quei bambini che si sentono al Centro del Mondo. Da quei bambini trarrà conferma della giustezza del proprio agire. Con quei bambini costruirà la STRATEGIA DEL POLLAIO: ogni gallina sceglie la propria posizione nella gerarchia di controllo delle galline.

In quel momento la sua strategia consisterà nel confermare il proprio ruolo, la propria centralità nell'esistenza e magari scalare la posizione all'interno della gerarchia del pollaio.

Il considerarsi al Centro del Mondo non è un "istinto" innato di competitività, ma è imposizione sociale. E' trasposizione strategica degli elementi che consentono la sopravvivenza sociale del bambino. Se un bambino dovesse crescere in un ambiente di boscaioli, dimostrando abilità a maneggiare un'ascia, ne trarrà approvazione. Sarà sollecitato a continuare. Se, al contrario vive in un sistema sociale impiegatizio e gli si vede un'ascia in mano subito gli adulti correranno per paura che si faccia male. Le strategia attraverso le quali il bambino costruirà sé stesso sono strategie imposte.

Essere al Centro del Mondo significa focalizzare l'attenzione degli altri per soddisfare i propri bisogni. Significa controllare gli altri in funzione di sé stessi.

Questo è valido solo quando il bambino è stato privato della capacità di prendere da sé quanto gli serve per affrontare il mondo.

Facciamo un esempio, per quanto possa sembrare stupido. Un bambino all'asilo nido che sa usare il cucchiaio per mangiare davanti al piatto saprà come agire; il bambino che la madre ha "coccolato" imboccandolo fin dal giorno prima sarà sgomento e disperato invocando l'aiuto della madre che però non c'è. Egli dovrà mettere in atto una strategia per assicurarsi la presenza della madre. La madre non c'è, non sente il suo pianto e la sua disperazione. La sua strategia è fallita. Egli dovrà cambiarla e guardando il bambino vicino o facendosi aiutare dall'assistente dovrà mettere in atto una diversa strategia: imparare ad usare il cucchiaio.

Ciò che succederà dipenderà da quanto è stato predisposto prima. Se l'elemento di non imparare ad usare il cucchiaio era un elemento solo accidentale, in quanto l'imparare e l'apprendere nella sua casa era comunque una cosa normale che faceva anche se concentrata su elementi diversi, imparerà immediatamente superando l'handicap. Se l'imparare non era una costante del proprio fare si adatterà ad imparare ma comunque metterà in atto delle strategie in quanto essere costretto ad imparare gli costruisce angosce terribili. Questa è la causa di molti fallimenti scolastici.

Le strategie saranno quelle che metteranno il bambino al Centro del Mondo e costringeranno altri individui a ruotare attorno per soddisfare le sue esigenze e i suoi bisogni.

In gradi diversi e in condizioni diverse questo fare, che rappresenta la prima azione di magia nera; tenderà ad espandersi appropriandosi di tutto il suo fare e condizionando tutte le sue azioni attraverso le quali affronterà la vita.

Questo sentirsi al Centro del Mondo è un elemento che si ritrova nelle gerarchie sociali in modo molto marcato ma si trova anche negli strati sociali più deboli sotto una diversa forma: diventare soggetto di carità.

Questo Essere Soggetto di Carità la cui miseria sarà meglio compresa quando parleremo delle Determinazioni nel Crogiolo del Male che portano a formare nell'individuo delle strategie di vita attraverso le quali costringere soggetti sociali a versargli quanto egli non ottiene in maniera diversa. Per assurdo diciamo che un soggetto, anziché mettere in atto delle strategie per costruire un sistema di vita migliore o, se vogliamo estremizzare, rubare, mette in essere delle strategie pietistiche attraverso le quali costringe altri Esseri della propria specie a versargli delle briciole. Tale strategia otterrà tanto più successo quanto più sarà funzionale al soggetto che attraverso il versamento delle briciole costringerà altri Esseri della propria specie a versargli affinché egli possa continuare a versare le briciole.

In altre parole, la strategia di Essere Soggetto di Carità sarà tanto più adatta a raggiungere lo scopo desiderato tanto più quella strategia riuscirà a collocarsi all'interno di strategie di controllo sociale.

La strategia di Essere Soggetto di Carità, per cui il bisognoso di aiuto che alimenta il bisogno di aiuto, sarà funzionale ad alimentare la pulsione di morte del controllo dell'individuo estendendola all'intero tessuto sociale. Il Soggetto di Carità affermerà che egli: "Non è capace in quanto è!" e non in quanto ha costruito o alimentato un percorso di costruzione dell'incapacità.

In quel momento l'uso delle DETERMINAZIONI sarà funzionale alla situazione in cui il bambino costruisce il proprio futuro.

 

Marghera 30 agosto 1999

 

Vai all'indice dei testi relativi al Crogiolo del male che distrugge l'uomo.

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Il Crogiolo del Male

L'incapacità degli uomini di affrontare la loro vita viene costruita meticolosamente dal cristianesimo mediante la violenza sull'infanzia. Costruire la distruzione dell'uomo è un'invenzione ebrea e cristiana. Succede che negli USA molte persone, partite per le guerre che gli USA fanno nel mondo, ritornino psicologicamente ed emotivamente devastate. Educate ad essere sottomesse ad un dio padrone e convinte di essere in grado di uccidere chiunque, il loro delirio di onnipotenza si scontra con la realtà mandandoli fuori di testa.